Oh, Palmira, oh opere d’arte in mano all’Isis!

La cecità di una imbelle Euripa

Fa male al cuore vedere sventolare la bandiera nera dell’Isis, sul Castello di Palmira, gioiello archeologico patrimonio dell’Unesco e conosciuta nel mondo per le sue molteplici opere d’arte dell’antichità, mentre i popoli occidentali rimangono quasi indifferenti e c’è una ragione, a loro interessa più l’aspetto economico (il petrolio) che quello culturale, tanto che l’attacco ultimo dell’Isis persino all’ Arabia Saudita è un indice lampante che l’Umma non esiste più, cioè quella fratellanza che invita “al bene, promuove la giustizia e impedisce l’iniquità”(Corano, versetto104). Dietro la logica del terrore che parte dall’Iraq e dalla Siria ma mira a Roma… i terroristi islamici operano, fanno riferimento a versetti coranici estremamente espliciti. Questi sono innumerevoli e innanzitutto legittimano pienamente il combattimento, la Guerra Santa. Ad esempio il versetto 4 della Sura 61 che dice: ‘in verità Allah ama coloro che combattono per la sua causa’. O il versetto 190 della Sura 2 che dice: ‘combattete per la causa di Allah contro coloro che vi combattono”; o ancora dalla Sura 2 il versetto che recita: ‘vi è stato ordinato di combattere anche se non lo gradite; così come ci sono versetti che parlano dei cristiani, ad esempio il numero 5 della Sura 9 e dicono: ‘uccidete questi associatori ovunque li incontrate, catturateli, assediateli, tendete loro agguati’. Gli ‘associatori’ sono i cristiani.

E’ fondamentale comprendere che i terroristi islamici attuano in modo letterale ciò che Allah ha prescritto loro, perché altrimenti continueremo in modo mistificatorio a concepirli come se fossero delle schegge impazzite e faremmo un torto a loro in quanto li facciamo passare come se fossero dei musulmani, ma soprattutto faremmo male a noi stessi perché se non comprendiamo questo, se lo occultiamo, se ci illudiamo che siano semplicemente dei pazzi, non riusciremo mai ad eliminare quella che è la radice dell’odio. 

Sciocchezze
Obama, Cameron, dicono delle sciocchezze quando affermano che i terroristi dell’Isis non fanno riferimento all’Islam e sono contro l’Islam. Capisco che lo dicano per opportunità perché vogliono avere nella coalizione anche i Paesi musulmani. Ricordiamoci che l’Isis è una frammentazione all’interno di una galassia islamica costituitasi in Siria che poi si è raccordata con Al Qaeda in Iraq e questa galassia è stata finanziata dagli Stati Uniti, dall’Arabia Saudita, dal Qatar, dalla Turchia: l’Isis controlla un vasto territorio che si è autoproclamato come Stato islamico il cui leader è il Califfo Al Baghdadi. Secondo fonti israeliane, all’interno di questo territorio ci sono 60 pozzi petroliferi così come ci sono istallazioni militari che hanno una rilevanza strategica, centrali elettriche ed idriche: è indubbio che questa è una guerra perché l’Isis sta perpetrando un genocidio di cristiani, curdi, turcomanni,; quindi in questa guerra noi dobbiamo combattere per sconfiggere i terroristi islamici e in quest’ambito distruggere i pozzi petroliferi che forniscono loro una risorsa vitale per acquistare armi e gestire il potere. Se si è veramente intenzionati a sconfiggerli, non si potrà trascurare dall’avere forze di terra e fermarli con la guerra, perché loro sgozzano, bombardano, uccidono e li puoi fermare solo se combatti sul piano militare. Le varie comunità che vivono in occidente non sono favorevoli ad un insieme internazionale dove ebrei, cristiani, musulmani, laici, atei possano godere degli stessi diritti a partire dalla sacralità della vita di tutti. Loro restano comunque ancorati al Corano e a Maometto che dice loro che il mondo, prima o poi, deve diventare islamico. E siamo certi che faranno di tutto perché lo diventi. (Il mondo no, ma l'Europa imbelle nel suo edonismo, rischia forte. Il guaio è che scarichiamo sulle generazioni future anche questo futuribile - NdD. Foto Wikipedia)
 

Di Maria de falco Marotta
Editoriali