Nel Famedio al Monumentale di Milano fra i Grandi Vittorino Colombo

Per due mandati senatore eletto in Valtellina

Si è svolta recentemente la cerimonia per l’iscrizione dei nuovi nomi nel Famedio del Cimitero Monumentale di Milano. Con una funzione toccante sono stati  quattordici i “Grandi personaggi di Milano” ricordati e omaggiati tra cui il senatore Vittorino Colombo con Claudio Abbado, Gerardo D’Ambrosio, Mario Castellaneta, Carlo Bergonzi, Rino Bindi, Ada Burrone, Roberto Cerati, Luciano Erba, Fabio Guzzini, Guido Martinotti, mons. Luciano Migliavacca, Giuseppina Re e Piero Sensi.

Il Famedio è una costruzione destinata alla sepoltura o alla memoria di personaggi illustri,  è un neologismo derivante dal latino fama e aedes “tempio” e significa “tempio della fama”.

Milano ha riconosciuto in Vittorino Colombo un politico esemplare, un umile servitore della Patria e un interprete dei valori di progresso sociale e civili proprio della città avendo dato un forte impulso alle politiche di assistenza, di cooperazione e all’associazionismo. Avendolo conosciuto di persona ricordo ancora le sue grandi qualità umane, morali e per la sua grande fede.

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Vittorino Colombo è stato un personaggio di spicco, nella politica italiana ed europea. Particolarmente apprezzata è stata la sua lungimiranza, con la quale aveva tra l’altro previsto che i Paesi dell’Europa Orientale avrebbero dato un importante contributo allo sviluppo della Comunità Europea.

E’ stato militante nell’Azione Cattolica, nelle ACLI e nella CISL.

Come “laico consacrato” ha dedicato interamente la sua esistenza impegnandosi nell’ambito sociale e politico.

Senatore, eletto per due mandati anche nella provincia di Sondrio, già Presidente del Senato della Repubblica Italiana, più volte ministro nell’Italia del secolo scorso, è considerato una figura fra le più nobili ed impegnate del cattolicesimo politico italiano ed apprezzato tessitore di rapporti internazionali, specie con la Cina e nell’ambito del Consiglio d’Europa.  E’ tuttora considerato tra i “grandi amici” della Cina.

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La vita di Vittorino Colombo è da ricordare per “la coesistenza  limpida ed armoniosa  delle diverse dimensioni dell’uomo credente, del testimone vigoroso, del politico appassionato, dell’educatore convincente… A Vittorino Colombo, nella sua vocazione di laico cristiano ‘è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo’ fino a raggiungere una esemplare pienezza di umanità, di fede e di carità… Vittorino ha saputo operare dentro la realtà ecclesiale, sociale e politica come testimone e per questo si può guardare a lui come a un maestro di vita… Queste scelte hanno avuto la loro naturale sorgente nella formazione avuta in famiglia, in Oratorio, nell’Azione Cattolica, nelle ACLI e nel Sindacato, realtà dove ha operato sempre con coraggio e coerenza.. Il cardinale Carlo Maria Martini, presiedendo nel 1996  il suo funerale nella basilica di Sant’Ambrogio nell’omelia ricordò come Vittorino Colombo nel primo giorno di lavoro alla Montecatini, all’ora di pranzo, davanti a tutti fece il segno di croce; la tavola ammutolì e dopo alcuni secondi di silenzio, uno dei capi gli disse: ‘Noi non la pensiamo come te, però tu sei coerente’…Un’altra scelta giovanile di Vittorino, da cui emerge la sua perseveranza e il suo spirito di sacrificio, fu quella di lavorare di giorno e di frequentare la scuola di sera, fino al raggiungimento della laurea in Economia e Commercio.. Un’altra decisione, presa in giovane età, ha caratterizzato poi tutta la sua vita: l’adesione all’istituto secolare di Cristo Re, una forma di vita consacrata radicale e coraggiosa, vissuta tuttavia con riservatezza, maturando in sé una forte spiritualità laicale che può essere ben compendiata dal pensiero di Giuseppe Lazzati: ‘Costruire, da cristiani, la città dell’uomo a misura dell’uomo”…E proprio per dare il suo contributo a questa ‘edificazione’ ecco Vittorino Colombo entrare in Parlamento nel 1953 a 33 anni, dando concretezza all’affermazione che qualche anno dopo il Concilio Vaticano II esprimerà in ‘Lumen Gentium’ secondo cui ‘è vocazione propria del laico cercare il regno di Dio trattando le cose temporali ed ordinandole secondo Dio’ o alla convinzione espressa magistralmente dal Beato  Paolo VI nella ‘Octogesima Adveniens’ quando definì la politica ‘forma alta ed esigente della carità cristiana’…

Vittorino diceva spesso ai giovani che bisogna avere il coraggio di essere in prima fila e lui lo è stato ricoprendo nei diversi decenni impegnato in politica diversi incarichi istituzionali e di governo… Negli ultimi anni della sua esistenza Vittorino volle dedicarsi in modo particolare alla formazione socio-politica delle nuove generazioni, esigenza che lui aveva avvertito da sempre come essenziale e che sentiva prioritaria anche in considerazione degli epocali e spesso inquietanti mutamenti che stavano avvenendo nella scena politica e sociale di quel periodo… Per la formazione professionale dei giovani promosse, ad esempio, le scuole della ‘Fondazione Clerici’ ben sapendo lui, che era stato operaio in giovane età, quando sia importante questo tipo di preparazione… Vittorino Colombo ha raggiunto ambiti e traguardi prestigiosi in campo nazionale ed internazionale eppure non si è mai dimenticato della fatica e della speranza racchiuse nella condizione giovanile, così non si è mai dimenticato di ogni categoria di poveri e di persone in difficoltà dando aiuto concreto con vera attenzione e con cristiana e signorile discrezione.. Noi possiamo riprendere tale cammino con le parole del cardinale Angelo Bagnasco ‘La perdita di senso del futuro è uno dei dati più preoccupanti del nostro Paese. Lo spazio per i giovani può essere ricreato se si torna a coltivare la speranza, che non è un generico atteggiamento di ottimismo ma un impegno verso qualcosa a cui come individui e come collettività tendiamo. Nessuna società può prosperare senza investire nell’educazione dei suoi giovani. E’ un’antica saggezza che non dobbiamo smarrire neanche un istante’.. Crediamo che Vittorino, cristiano impegnato nella buona politica, avrebbe condiviso in pieno queste affermazioni. Ricordarlo ci aiuti a raccogliere la sua eredità ancora viva e ad esserne degni e operosi continuatori.”

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I  giovani di Albiate qualche  anno fa  hanno ricordano Vittorino Colombo attraverso dei suoi “scritti più significativi” tra cui:

“Una comunità vive e progredisce non solo se guarda avanti verso l’avvenire ma se mantiene i contatti ben stretti con il suo passato, con la sua origine, con le sue radici. E’ come una pianta che svetta verso il cielo; questo percorso è garantito se le proprie radici sono ben immerse nella terra”.

“Nella mia vita di uomo politico l’insegnamento dei miei genitori mi si offre come modello, come proposta, come tacito invito”.

“Sono stato un uomo fortunato. La Provvidenza mi ha dato, mi ha dato molto”.

“L’umiltà più grande di tutti me la ricorda sempre don Pino, come sacerdote e come professore”

“Senza questo ritorno alle origini sul piano della riscoperta dei valorui, su quello culturale e su quello formativo, qualsiasi tipo di impegno nelle realtà temporali non può dare frutti validi e duraturi”.

“L’urgenza è la necessità di ridare alla nostra società quel supplemento d’anima che ai valori umani aggiunge i grandi valori della fede.”

“Ho imparato a pregare da gente semplice, brianzoli per cui pregare era una parte della propria identità e delle proprie radici”

 

Angelo De Michielli
Società