Festa della Mamma, 11 maggio 2014) Il cuore di una madre...

Il cuore di una madre è un abisso in fondo al quale si trova sempre un perdono (Honorè De Balzac) di Maria de falco Marotta

Tutti sanno che la festa della mamma è una ricorrenza civile diffusa in tutto il mondo, celebrata in onore della madre, della maternità e dell'influenza sociale che man mano ha raggiunto. Anche se- tuttora- c’è da rilevare che in molti Paesi del mondo le madri sono piuttosto “schiave” che onorate come si dovrebbe. Il calendario delle celebrazioni è diverso da Paese a Paese. Negli Stati Uniti d'America, in Italia, in Svizzera e in molti altri luoghi, viene festeggiata la seconda domenica di maggio. Ma non voglio riproporre la storia che è ormai nota a tutti. In onore di tutte le donne che faticano ad essere madri  per tante ragioni che ormai tutte conosciamo con la TV, mi consolerò a proporvi una specie di “zibaldone” di cose vecchie e nuove, che- in un certo senso- dimostrano che la mamma è sempre la mamma, ieri come oggi e che i figli (poi uomini e donne) la pongono nel segreto del loro cuore.

Pensieri di personaggi famosi
-Non scorderò mai mia madre, perché fu lei a piantare e nutrire i primi semi del bene dentro di me (Immanuel Kant)
- Sempre una madre aspetta il ritorno di suo figlio sia se questi se n’è andato in un Paese vicino o in uno molto lontano ( Joseph Roth).
- Una buona madre vale cento maestri. (Santo Giovanni XXIII)
- Esistono mamme che baciano e mamme che sgridano, ma si tratta comunque di amore, e la maggior parte delle mamme bacia e sgrida contemporaneamente. ( Pearl S.Buck)

- La madre ha inventato l’amore sulla terra. ( Edmond Haraucourt)
- L’istinto della maternità è forse il più forte fra tutti quelli che sono propri dell’umanità.( Maffeo Pantaleoni).

Proverbi italiani dedicati alla mamma
- Mamma, mamma, chi l’ha la chiama, e chi non l’ha la brama.
- Quando la madre piange, le lacrime son sincere.
- Vede più una buona madre con un occhio, che il padre con dieci.
- Ogni scarrafone è bello a mamma soia.

Poesie dedicate alla mamma
- La Madre, di Giuseppe Ungaretti
E il cuore quando d’un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d’ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.

In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all’eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m’avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d’avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.

Maternità, di Tagore
Da dove sono venuto? Dove mi hai trovato?
Domandò il bambino a sua madre.
Ed ella pianse e rise allo stesso tempo e stringendolo al petto gli rispose:
tu eri nascosto nel mio cuore bambino mio,
tu eri il Suo desiderio.
Tu eri nelle bambole della mia infanzia,
in tutte le mie speranze,
in tutti i miei amori, nella mia vita,
nella vita di mia madre,
tu hai vissuto.
Lo Spirito immortale che presiede nella nostra casa
ti ha cullato nel Suo seno in ogni tempo,
e mentre contemplo il tuo viso, l’onda del mistero mi sommerge
perché tu che appartieni a tutti,
tu mi sei stato donato.
E per paura che tu fugga via
ti tengo stretto nel mio cuore.
Quale magia ha dunque affidato il tesoro
del mondo nelle mie esili braccia?

La mia sera, Giovanni Pascoli
“… Don… don e mi dicono Dormi!
Mi cantano Dormi! Sussurrano
Dormi! Bisbigliano Dormi!
Là, voci di tenebra azzurra…
Mi sembrano canti di culla,
che fanno ch’io torni com’era…
sentivo mia madre… poi nulla
sul far della sera”

Lettera alla madre, Salvatore Quasimodo
Mater dolcissima, ora scendono le nebbie,
il Naviglio urta confusamente sulle dighe,
gli alberi si gonfiano d’acqua, bruciano di neve;
non sono triste nel Nord: non sono in pace con me,
ma non aspetto perdono da nessuno,
molti mi devono lacrime da uomo a uomo.
So che non stai bene, che vivi come tutte le madri dei poeti,
povera e giusta nella misura d’amore per i figli lontani.
Oggi sono io che ti scrivo.” – Finalmente, dirai,
due parole di quel ragazzo che fuggì di notte
con un mantello corto e alcuni versi in tasca.
Povero, così pronto di cuore lo uccideranno un giorno in qualche luogo.
“Certo, ricordo, fu da quel grigio scalo di treni lenti
che portavano mandorle e arance, alla foce dell’Imera,
il fiume pieno di gazze, di sale, d’eucalyptus.
Ma ora ti ringrazio, questo voglio, ell’ironia che hai messo sul mio labbro,
mite come la tua. Quel sorriso m’ha salvato da pianti e da dolori.
E non importa se ora ho qualche lacrima per te,
per tutti quelli che come te aspettano, e non sanno che cosa.
Ah, gentile morte, non toccare l’orologio in cucina che batte sopra il muro tutta la mia infanzia è passata sullo smalto del suo quadrante,
su quei fiori dipinti: non toccare le mani, il cuore dei vecchi.
Ma forse qualcuno risponde? O morte di pietà, morte di pudore.
Addio, cara, addio, mia dolcissima mater.

Canto XXIII – Paradiso Dante Alighieri
Vergine madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’eterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti si’, che ‘l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si riaccese l’amore,
per lo cui caldo ne l’eterna pace
così è germinato questo fiore.
Qui se’ a noi meridiana face
di caritate, e giuso, intra mortali,
se’ di speranza fontana vivace.
Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre
sua disianza vuol volar senz’ali.

Supplica a Mia Madre – Pier Paolo Pasolini
E’ difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.
Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.
Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.
Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.
E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame
d’amore, dell’amore di corpi senza anima.
Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:
ho passato l’infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.
Era l’unico modo per sentire la vita,
l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.
Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.
Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…

Che Cos’è Una Mamma Francesco Pastonchi
Rititì lo vuoi saper tu
Che cosa è una mamma?
Nessuno, nessuno dei bimbi lo sa.
Un bimbo nasce e …va.

Lo sanno, ma forse, ma tardi
quelli che non l’hanno più.
Rititì che pensi e mi guardi,
Rititì lo vuoi saper tu?

Una mamma è come un albero grande
che tutti i suoi frutti ti da:
per quanti gliene domandi
sempre uno ne troverà.
Ti da il frutto, il fiore, la foglia,
per te di tutto si spoglia,
anche i rami si taglierà.
Una mamma è come un albero grande

Una mamma è come una sorgente.
Più ne toglie acqua e più ne getta.
Nel suo fondo non vedi belletta:
sempre fresca, sempre lucente,
nell’ombra e nel sol è corrente.
Non sgorga che per dissetarti,
se arrivi ride, piange se parti.
Una mamma è come una sorgente.

Una mamma è come il mare.
Non c’è tesori che non nasconda,
continuamente con l’onda ti culla
e ti viene a baciare.
Con la ferita più profonda
non potrai farlo sanguinare,
subito ritorna ad azzurreggiare.
Una mamma è come il mare.

Una mamma è questo mistero:
tutto comprende tutto perdona,
tutto soffre, tutto dona,
non coglie fiore per la sua corona.
Puoi passare da lei come straniero,
puoi farle male in tutta la persona.
Ti dirà: “Buon cammino bel cavaliero!”
Una mamma è questo mistero.

William Shakespeare
“… Tu sei di tua madre lo specchio,
ed ella in te rivive
il dolce aprile del fior
dei suoi anni…”

Mia madre Giuseppe Garibaldi
Nelle circostanze più terribili
della mia vita, quando l’oceano ruggiva sotto
la carena, contro i fianchi della mia nave,
sollevata come un sughero; quando le palle
fischiavano alle mie orecchie e piovevano a
me d’intorno fitte come la gragnola, io vedevo
sempre mia madre inginocchiata, immersa e
nella preghiera, ai piedi dell’Altissimo.
Ed in me, quello che trasfondeva quel coraggio,
di cui anch’io rimanevo stupito, era la convinzione
che non poteva cogliermi alcuna disgrazia,
mentre una così santa donna,
un tale angelo pregava per me.

Il sorriso della madre di Angiolo Silvio Novaro
Benedetta la casa
illuminata dal sorriso della madre!
Sorriso della madre!
Più nitido e luminoso del primo raggio di sole
quando appare alla creatura
che riapre gli occhi al mattino, lusinghiero
quando saluta e dice addio da un davanzale
e accompagna fino alla svolta della strada,
e chi si allontana se la porta nel cuore e la
strada gli sembra più amabile di ieri e il
mondo gli sembra più roseo…

La madre di Victor Hugo
La madre è un angelo che ci guarda
che ci insegna ad amare!
Ella riscalda le nostre dita, il nostro capo
fra le sue ginocchia, la nostra anima
nel suo cuore: ci dà il suo latte quando
siamo piccini, il suo pane quando
siamo grandi e la sua vita sempre

La mamma di N. Costa
Dormiva nella culla un bel bambino
e la mamma lo stava e rimirare:
voleva dargli il bacio del mattino,
ma il bacio lo poteva risvegliare;
svegliarlo non voleva, e con la mano
gli mandò cento baci da lontano.

La voce della mamma di Massimo Grillandi
Basta una nuvola in cielo
a nascondere il sole,
bastano poche parole
a ferire. Non basta una vita
a fare tutto il bene possibile.
Basta la voce della tua mamma
a illuminare la casa;
una stella nel cielo
ad annunziare ch’è sera,
un piccolo fiore sul prato
a dire che fra poco arriva
la splendida primavera

La Mamma di Victor Hugo
Che cosa vuoi dire questo nome?
Pensa: tu eri un piccolo essere debole
e affamato; una donna si mise vicino a te:
camminava quando tu camminavi; si fermava
quando ti fermavi; sorrideva quando
tu piangevi.
La mamma ti ha insegnato a parlare e ad
amare; riscalda le tue manine nelle sue.
ti stringe al seno con immenso affetto
e darebbe per te tutta la sua vita.

Le mani della Mamma di Nino Salvaneschi
Le mani della mamma sono belle e buone.
Le mani della mamma sono laboriose e carezzevoli
Le mani della mamma sono utili e umili, amorose e infaticabili.

Sono utili perchè compiono tanti lavori.
Umili perché non rifiutano di fare qualsiasi
servizio… Infaticabili perchè sono sempre attive.

Guidano e sorreggono; ammoniscono e accarezzano;
insegnano a bere e a mangiare;
a leggere e a scrivere. E quando si uniscono
strette strette alle manine dei bimbi,
insegnano anche a pregare.

Le mani della mamma sono benedette dal Signore

Mamma di Renzo Pezzani
La casa senza mamma
è un fuoco senza fiamma,
un prato senza viole,
un cielo senza sole.
Dove la mamma c’è
il bimbo è un piccol re,
la bimba reginella,
la casa è tanto bella

La mamma di Diego Valeri
Sul paesino bianco bianco
scende la notte scura scura,
ma il cuor piccino non ha paura,
anzi è preso da un dolce incanto.
Che cos’ha per compagnia
la piazzetta solitaria?
Ha la fontana che sempre varia
la sua canzone di fantasia.
E l’alberella che par morta
senza un fremito di volo?
L’alberella ha l’usignolo
che col suo piangere la conforta.
E nella casa che s’empie già
d’uno stuolo vago e leggero
d’ombre vestite di mistero.,
il bambino felice cos’hà?
Il bambino ha la sua mamma
a che gli fa nido con le braccia,
che se lo stringe guancia a guancia
e gli canta la ninna nanna.

Alla Mamma di Renato Fucini
Non vo’ vederti più sera e mattina
pensare agli altri e non pensare a te:
non la vo’ più veder la mia mammina
vegliar la notte e lavorar per me.
Voglio comprare una casina bianca
piena di sole e piena d’allegria,
e là ti condurrò quando sei stanca,
là ti riposerai, mammina mia.

Le mani della Madre di Rainer Maria Rilke
Tu non sei più vicina a Dio
di noi; siamo lontani tutti. Ma tu hai stupende
benedette le mani.
Nascono chiare in te dal manto,
luminoso contorno:
io sono la rugiada, il giorno,
ma tu, tu sei la pianta.

Mia madre era una santa di Edith Bruck
Mia madre era una santa
faceva dei miracoli
nella dispensa vuota
trovava sempre qualcosa:
tre quattro patate
una manciata di farina
un paio d’uova
e dell’olio fritto,
girando il tutto
nella pentola sulla stufa
«su cui» diceva
«si poteva stare anche col culo nudo»
tanto era fredda
ci serviva dei piatti fumanti
dai mille sapori
un primo un secondo….

A mia madre di Marianna Bucchich
Cara madre,
dovrei uscire per comprarti un fiore,
mi dicono che oggi è il giorno dei morti,
ma io dormo ogni giorno fino a tardi.
Ho sognato
stanotte un pioppo,
e tu ci andavi
intorno ad annusare il temporale
sperando che non mi svegliasse…
Ma è un sogno
che faccio sempre, non ha anniversario
né un culto diverso; può bastare?
A te che ti svegliavi
in tempo per comprarmi un fiore
per ogni anno che mi portava nella vita,
non so dare che questo ogni anno
che invece nella morte ti sospinge
da me più lontano: l’arrivare
che il fiorista ha già abbassato la serranda,
e il giorno dei morti è fatto zitto
dal tutto chiuso della vita eterna.
Mi dicevi: non badare,
dormi finché ti va.
È un modo d’amare pure questo
o per chi ne capovolge
il senso, è un modo di soffrire,
forse il solo.

Mia madre, mia eterna margherita di Mario Luzi
Mia madre, mia eterna margherita
che piangi e mi sorridi
viva ora più di prima,
lo so, lo so quel che dovrei, pazienza
di forte non è questa ostinazione
d’uomo che teme la sua resa. Forza
è pace. Il sopore che s’insinua
nell’ora giusta fra due giuste veglie
è forza anch’esso, non viltà. Ma ormai
che i tuoi occhi mi s’aprono
solamente nell’anima, due punti
tenaci al fondo del braciere
con cui guardare tutto il resto, o santa,
non è il taglio a fil di lama
che partisce ombra e sole in queste vie
puntate contro il fuoco
del mare all’orizzonte, è un altro il segno
a cui dovrò tener fronte, segno
che ferisce, passa da parte a parte.

Ho sceso dandoti il braccio – Eugenio Montale
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
E ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
Le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
Non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
Le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue

N.B. Ho pianto leggendo alcune di queste poesie e ….voi???

Citazioni estratte da libri e romanzi

Dal libro “Il contrario di uno” di Erri de Luca
In te sono stato l’albume, uovo, pesce, le ere sconfinate della terra, ho attraversato nella tua placenta, fuori di te sono contato a giorni. In te sono passato da cellula a scheletro un milione di volte mi sono ingrandito, fuori di te l’accrescimento è stato immensamente meno.

Sono sgusciato dalla tua pienezza senza lasciarti vuota perchè il vuoto l’ho portato con me.
Sono venuto nudo, mi hai coperto così ho imparato nudità e pudore, il latte e la sua assenza.

Mi hai messo in bocca tutte le parole a cucchiaini, tranne una: mamma. Quella l’inventa il figlio sbattendo le due labbra quella l’insegna il figlio.
Da te ho preso le voci del mio luogo, le canzoni, le ingiurie, gli scongiuri, da te ho ascoltato il primo libro
dietro la febbre della scarlattina.

Ti ho dato aiuto a vomitare, a friggere le pizze, a scrivere una lettera, ad accendere un fuoco a finire le parole crociate, ti ho versato il vino e ho macchiato la tavola, non ti ho messo un nipote sulle gambe non ti ho fatto bussaare a una prigione non ancora, da te ho imparato il lutto e l’ora di finirlo, a tuo padre somiglio, a tuo fratello, non sono stato figlio.

Da te ho preso gli occhi chiari con il loro peso a te ho nascosto tutto.
Ho promesso di bruciare il tuo corpo di non darlo alla terra. Ti darò al fuoco fratello del vulcano che ci orientava nel sonno. Ti spargerò nell’aria dopo l’acquazzone all’ora dell’arcobaleno che ti faceva spalancare gli occhi.

L’isola di Artur E. Morante
[...] dalle altre femmine, uno può salvarsi, può scoraggiare il loro amore; ma dalla madre, chi ti salva? Essa ha il vizio della santità… non si sazia mai di espiare la colpa d’averti fatto, e, finché è viva, non ti lascia vivere, col suo amore. E si capisce: lei, povera ragazza insignificante, non possiede niente altro che quella famosa colpa nel suo passato e nel suo futuro, tu, figlio malcapitato, sei l’unica espressione del suo destino, essa non ha nessun’altra cosa da amare. Ah, è un inferno essere amati da chi non ama né la felicità, né la vita, né se stesso, ma soltanto te! E se tu hai voglia di sottrarti a un simile sopruso, a una simile persecuzione, essa ti chiama Giuda! Precisamente, tu saresti un traditore, perché ti va di girare per le vie, alla conquista dell’universo, mentre che lei vorrebbe tenerti sempre con sé, nella sua dimora d’una camera e cucina!
[...] E mentre tu cresci, e ti fai bello, essa sfiorisce… Si sa che la fortuna non può impicciarsi con la miseria, così va la legge di natura! Però, lei, questa legge non la intende: e ti vorrebbe, suppongo, magari disgraziato peggio di lei, vecchio, imbruttito, magari mutilato o paralitico, pur di averti sempre vicino. Lei, per natura, non è libera, e vorrebbe che tu fossi asservito assieme a lei. Questo è il suo amore di madre!
Non riuscendo ad asservirti, intanto, si compiace del suo romanzo d’una madre martire e d’un figlio senza cuore. Tu, è naturale, non hai nessun gusto per un romanzo di tal genere, e te ne ridi: a te piacciono altri romanzi, altri cuori… Essa piange, e sempre più diventa noiosa, senile, funesta! Tutto, intorno a lei, è infestato dalle lagrime. E tu, si capisce, sempre più hai voglia di evitarla. Appena ti vede ricomparire, essa ti accusa… I suoi insulti sono supremi, di uno stile biblico. Il meno che può dirti è infame assassino; e non c’è giorno che non ti reciti questa litania! Vorrebbe, forse, con le sue accuse, ispirarti l’odio di te, e privarti di te stesso, per sostituire, lei, i tuoi orgogli e i tuoi vanti, usurpandoti, come una regina triste [...].

La brace dei Biassoli – M. Tobino
Quando ogni anno, per tanti anni, ritornavo in campagna a Vezzano Ligure, e arrivato a quella casa con fretta battevo tre volte, mia madre, che mi aspettava, subito apriva la finestra e la vedevo bianca, con quel sorriso che mi faceva d’un tratto innocente, udivo la sua voce che diceva il mio nome ed ero consolato di ogni cosa triste e minacciosa del mio tempo.

Se questo è un uomo – Primo Levi
Parlavamo delle nostre case, di Strasburgo e di Torino, delle nostre letture, dei nostri studi. Delle nostre madri: come si somigliano tutte le madri! Anche sua madre lo rimproverava di non saper mai quanto denaro aveva in tasca; anche sua madre si sarebbe stupita se avesse potuto sapere che se l’era cavata, che giorno per giorno se la cavava.

Canzoni dedicate alla mamma

Mamma tutto – Iva Zanicchi
Chi asciugava i pianti miei?
Mamma buona era lei…
Chi in cucina cucinava?
Mamma cuoca canticchiava…
Mamma Tutto

Io la sera nel lettino,
Mamma a nanna lì vicino…
La mia mano nella sua
Mamma amica mia…!
Due più uno fanno tre,
Mamma scuola accanto a me…
Mal di pancia, o starnutivo:
Mamma medicina avevo…
Quando c’era il compleanno:
Mamma festa ogni anno
e Mamma regalo, poi,
non mancava mai!
Poi la grande delusione
della prima passioncella
E arrivò Mamma sorella
Lei mi strinse sul suo cuore,
io dimenticai il dolore
con Mamma consolazione…
Non sapevo ancora che quella mamma era per me
Tutto quel che al mondo c’è
e in un attimo imparai:
Mamma Tutto è lei!

Mamma – Beniamino Gigli
Mamma, son tanto felice
perché ritorno da te.
La mia canzone ti dice
ch’è il più bel sogno per me!
Mamma son tanto felice…
Viver lontano perché?
Mamma, solo per te la mia canzone vola,
mamma, sarai con me, tu non sarai più sola!
Quanto ti voglio bene!
Queste parole d’amore che ti sospira il mio cuore
forse non s’usano più,
mamma!,
ma la canzone mia più bella sei tu!
Sei tu la vita
e per la vita non ti lascio mai più!
Sento la mano tua stanca:
cerca i miei riccioli d’or.
Sento, e la voce ti manca,
la ninna nanna d’allor.
Oggi la testa tua bianca
io voglio stringere al cuor.
Mamma, solo per te la mia canzone vola,
mamma, sarai con me, tu non sarai più sola!
Quanto ti voglio bene!
Queste parole d’amore che ti sospira il mio cuore
forse non s’usano più,
mamma!,
ma la canzone mia più bella sei tu!
Sei tu la vita
e per la vita non ti lascio mai più!
Mamma… mai più!

Son tutte belle le mamme del mondo – Giorgio Consolini
Donne, donne, donne
che l’amore trasformerà!
Mamme, mamme, mamme
questo è il dono
che Dio vi fa!
Tra batuffoli e fasce,
mille sogni nel cuor:
per un bimbo che nasce
quante gioie e dolor !
Son tutte belle le mamme del mondo
quando un bambino si stringono al cuor !
Son le bellezze d’un bene profondo,
fatto di sogni, speranze ed amor.
E’ tanto bello quel volto di donna
che veglia un bimbo e riposo non ha !
Sembra l’immagine di una madonna,
sembra l’immagine della beltà.
E gli anni passano, i bimbi crescono,
le mamme imbiancano, ma non sfiorirà
la loro beltà, la loro beltà.
E’ tanto bello quel volto …
Mamme, mamme, mamme,
quante pene l’amore vi dà:
ieri, oggi, sempre per voi mamme
non c’è pietà.
Ogni vostro bambino
quando uomo sarà
verso il proprio destino
senza voi se ne andrà…
Son tutte belle le mamme del mondo,
ma soprattutto più bella, tu sei,
tu che m’hai dato il bene profondo
e sei la mamma dei bimbi miei.

Viva La Mamma – Edoardo Bennato
C’è folla tutte le sere
nei cinema di Bagnoli
un sogno che è in bianco e nero
tra poco sarà a colori
l’estate che passa in fretta
l’estate che torna ancora
e i giochi messi da parte
per una chitarra nuova

Viva la mamma
affezionata a quella gonna un po’ lunga
così elegantemente anni cinquanta
sempre così sincera

Viva la mamma
viva le donne con i piedi per terra
le sorridenti miss del dopoguerra
pettinate come lei!

Angeli ballano il rock ora
tu non sei un sogno tu sei vera
viva la mamma perché
se ti parlo di lei, non sei gelosa

Viva la mamma
affezionata a quella gonna un po’ lunga
indaffarata sempre e sempre convinta
a volte un po’ severa
viva la mamma
viva la favola degli anni cinquanta
così lontana e pure così moderna
e così magica

Angeli ballano il rock ora
non è un juke-box è un orchestra vera
viva la mamma perché se ti parlo di lei
non sei gelosa

Bang bang la sveglia che suona
bang bang devi andare a scuola
bang bang soltanto un momento
per sognare ancor

Viva la mamma
viva le regole e le buone maniere
quelle che non ho mai saputo imparare
forse per colpa del rock

Dincello, mamma mia – Antonio De Curtis (Totò)
Oggi mamma m’ha ditto:
guardeme ‘nfaccia e dimme ‘a verità,
te veco triste e afflitto
figlio mio bello dimme c’aggia fà?
Parla sinceramente
io te sò mamma e nun me puo ngannà,
rispunne onestamente
si vuo fà pace nce vaco io a parlà.
Dincello mamma mia
c’ ‘a voglio sempe bene,
c’ ‘a porto dint’ ‘o core,
c’ ‘a tengo dint’ ‘e vene,
è tutta ‘a vita mia
nun m’ ‘a pozzo scurdà,
sta femmena è d’ ‘a mia
essa ha da riturnà.

Mammema nci ha parlato
ll’a ditto piccerè tu che vuò fà?
Pecchè ll’he abbandonato,
figlieme senz’ ‘e te nun pò campà.
Povera mamma mia
comme na santa ll’he ghiuta a prià,
ritorna figlia mia
songo na mamma e nun m’ ‘o può annià.

Dincello mamma mia
c’ ‘a voglio sempe bene,
c a porto dint’ ‘o core,
c’ ‘a tengo dint’ ‘e vene,
è tutta ‘a vita mia
nun m’ ‘a pozzo scurdà,
sta femmena è d’ ‘a mia
essa ha da ritumà.

Basta piangere, no, per La Festa della mamma 2014? Per il 2015 ci saranno altre sorprese, ma – sempre- altamente emotive. Buona festa a chi si ricorda e a chi – purtroppo - se ne dimentica.

Maria de falco Marotta
 

Maria de falco Marotta