Tornando da Verona, dal Vinitaly

Tornando da Verona, quale giudizio sull'edizione 2014 di Vinitaly, la fiera internazionale dedicata al vino. il riscontro di pubblico è stato positivo soprattutto per quanto riguarda il Consorzio di Tutela Vini di Valtellina che ha visto impegnate per tutta la durata della manifestazione ben 22 cantine con i loro migliori vini in degustazione (sono state stappate oltre 2000 bottiglie) abbinati ai menù creati ad hoc per l'iniziativa da una rosa di Chef valtellinesi coordinati da Marco Mori.

Più in generale il Padiglione Lombardia, all'interno del quale la Valtellina occupava una posizione ideale, si è confermato quest'anno primo per numero i passaggi con circa 80 mila visitatori. Molti di questi hanno fatto tappa allo stand valtellinese per provare un Valtellina Superiore, uno Sforzato di Valtellina, un Rosso di Valtellina DOC o un Terrazze Retiche di Sondrio IGT oppure intrattenersi negli spazi riservati con i rappresentanti delle cantine consorziate che da buoni ambasciatori della loro terra hanno saputo raccontare le peculiarità di un terroir unico in termini di biodiversità, microclima e paesaggio. Molti i buyer e gli operatori internazionali che hanno mostrato interesse per i prodotti valtellinesi, le cui degustazioni sono state caratterizzate da un’attenzione particolare alla qualità e alle peculiarità dei vini prodotti in Valtellina. Il Vinitaly di quest’anno è stato il grande momento del Nebbiolo delle Alpi, quello che affascina sempre più gli americani, ma anche i russi, i giapponesi e tanti altri appassionati provenienti da ogni parte del mondo. Opera wine, l’anteprima dell’edizione numero 48 del Vinitaly, l’aveva preannunciato, con due vini valtellinesi nei primi cento del mondo secondo la selezione di Wine Spectator. La top cento della "Bibbia" americana del vino conteneva infatti lo Sforzato di Valtellina Albareda 2010 di Mamete Prevostini e lo Sforzato di Valtellina 5 Stelle 2010 della Nino Negri di Chiuro. La conferma del momento magico che sta vivendo la viticoltura valtellinese è arrivata all’apertura del Vinitaly quando il Rosso di Valtellina di Ar.Pe.Pe è stato giudicato il miglior vino pop italiano. Lo splendido Nebbiolo prodotto dai fratelli Pellizzatti Perego è infatti in cima alla lista di #PopWine, la classifica dei migliori 50 vini italiani sotto i 15 euro. Una fotografia quella scattata con questi due riconoscimenti prestigiosi rappresentativa di come tutta la Valtellina del vino, insieme a questi apripista d’eccezione, stia facendo passi da gigante nel nome della qualità e di obiettivi comuni e condivisi.

Commentando questa esperienza il Presidente del Consorzio valtellinese Mamete Prevostini: ha dichiarato “Siamo sempre soddisfatti di come il mercato italiano risponda alla nostra offerta: del resto la qualità paga. Tuttavia, stiamo avanzando anche sui mercati esteri. Vinitaly 2014 è stato un grande successo per tutte le cantine valtellinesi che stanno segnalandosi nel panorama enologico internazionale non solo come interpreti di un vitigno eccezionale come il Nebbiolo delle Alpi ma anche come protagonisti di una rinascita della reputazione dei vini di Valtellina, che sanno esprimere qualità ed eleganza e sono sempre più apprezzati e premiati”.

Accanto a lui il Direttore Michele Forni ha ribadito: “Vinitaly si conferma una vetrina d’eccezione per il Nebbiolo di Valtellina e le cantine consorziate. Un sempre più consistente numero di visitatori provenienti dall’estero ha animato il nostro stand per tutta la durata della manifestazione. Stati Uniti, Giappone, Russia, est Europa ma anche Francia e Germania. All’estero i nostri vini piacciono e la Valtellina è un territorio che affascina anche per le altre eccellenze che può offrire e per le tante attrattive turistiche”.

Il Vice presidente Marco Fay ha invece sottolineato: “Quest’anno a Vinitaly abbiamo notato la presenza di un pubblico sempre più qualificato e competente, interessato non solo a degustare i nostri grandi vini rossi, ma anche pubblico sempre più qualificato e competente, interessato non solo a degustare i nostri grandi vini rossi, ma anche a conoscere il territorio, le Denominazioni, le peculiarità della viticoltura di montagna. Questa presenza curiosa e attiva valorizza il lavoro e gli sforzi fatti da noi viticoltori negli ultimi anni, allarga la nostra rete di contatti e fa ben sperare per il futuro”.