Life Ursus, progetto Orso, garantisce tranquille vacanze montane?!?

Passeggiate nei boschi a rischio, e in Trentino animalisti in piazza con polizia in assetto antisommossa in paese

Dal prof. Michele Corti, “ruralista”:

“La Val Rendena rischia di diventare, grazie a Life Ursus (x), una Val di Susa con un conflitto che sfugge di mano e che potrebbe cronicizzarsi attirando centri sociali e black block dall'Italia e dall'Europa con la scusa di 'difendere gli orsi'

Il Trentino in questi giorni ha molto da riflettere. Non solo su Life Ursus ma su un certo modello di processo politico. La società civile (considerato il benessere e i vantaggi dell'autonomia) ha delegato ad amministratori pubblici e politica. I sindaci (molti perlomeno) hanno delegato alla Provincia, la Provincia ha delegato ai guru, ai tecnocrati, ai maghi del marketing territoriale. Nonostante gli investimenti in immagine esterna (l'autonomia consente spese generose) non è facile nascondere che il grado di cittadinanza attiva di pertecipazione in Trentino è molto basso, che c'è un forte tasso di clientelismo politico e di passività. Ma quando a decidere si è in pochi, autoreferenziali e presuntuosi. Quando la critica è disincentivata (se non non arrivano finanziamenti da Mamma provincia) è più facile combinare guai. Il costo delle parcelle dei superesperti non ne garantisce la saggezza, ma solo la compiacenza verso il committente politico.

La furbata pazzesca del marketing dell'orso è diventata un boomeerang
La trovata degli orsi pareva una furbata pazzesca che coniugava conservazionismo integralista di facciata con affarismo. Nel Parco Adamello Brenta mentre ci si vantava in tutto il mondo per il successo (lo pensano anche a Pinzolo?) di Life Ursus si costruivano nuovi collegamenti sciistici per incentivare il turismo non sostenibile della neve artificiale. Il sacro bosco è sacro solo se deve diventare l'inviolabile santuario di sua maestà l'orso, se ci sono altri business (sci, biomasse) non è più sacro per nulla.

La colpa è solo delle Istituzioni? No. È anche della società civile. Da anni in val Rendena si protesta e si mugugna, ma solo da due anni le proteste sono diventate aperte e si è costituito il Comitato anti-orso. Ma la gente ha paura ad esporsi e lo stesso comitato è un po' paralizzato dal timore di perdere il consenso degli albergatori. Così le iniziative sono state prese quasi sempre "fuori stagione" con il sacro terrore di "spaventare i turisti".

Un calcolo più sbagliato non si poteva fare. Il non aver preso il toro per le corna ha aggravato la situazione. Gli orsi aumentano, le cucciolate (e pochi orsi se ne vanno spontaneamente via).
Ci ha pensato Daniza e i suoi fan a rovinare la stagione turistica (o forse qualcuno pensa che Carnera avrebbe dovuto tacere l'aggressione per... non danneggiare gli albergatori?).
A cosa è servita la prudenza? A nulla. Ora Pinzolo e tutta la valle sono sotto i riflettori. Comunque vada a finire l'immagine di una valle 'tranquilla' per serene passeggiate in montagna per le famigliole è (a dir poco) compromessa.

Ieri al Meeting di Rimini Robi Ronza mi dice: "ho appena parlato con un gruppo di milanesi che hanno la casa a Pinzolo, mi hanno detto che non vanno più a fare le passeggiate perché hanno paura". Anche se i media non ne parlano il passa parola funziona.
Se poi alla paura di camminare sui sentieri nei boschi (non parliamo di inoltrarvisi a raccogliere piccoli frutti o funghi) si aggiunge il rischio dello stato d'assedio e la presenza delle forze dell'ordine in tenuta antisommossa...

Prendetevela con Mamma Provincia, con Life Ursus, con Mamma Parco
A questo punto i rendenesi con chi se la devono prendere? Con gli animalisti? Sarebbe sciocco. Ma chi ha istillato l'orsofilia? Chi ha detto per anni che l'orso non è pericoloso e che attira il turismo? Chi ha stampato quei manifesti idioti dove si dice che gli "avi" (come se i trentini attuali discendessero dai paleolitici) convivevano nelle caverne con gli orsi (forse quelli cacciati e spolpati le cui ossa sono rimaste nelle caverne insieme a quelle umane).
Devono ringraziare Mamma Parco, che tanti posti di lavoro, consulenze e commesse concede ai sudditi e a cui - come ai signori feudali - si deve sottomissione. Il Parco ha "firmato" per Trudy il peluche di Daniza contribuendo a quello scambio deleterio tra realtà e peluche che alimenta l'animalismo emotivo ed isterico? Quello che arriverà da Roma a Pinzolo sabato.

Aprire gli occhi
L'incapacità della Provincia di gestire la partita degli orsi è manifesta. Il ministro Galletti l'altro ieri  ha detto che: "La cattura di Daniza dipende dalla Provincia" facendo chiaramente intendere che la patata bollente è in mano alla Provincia e non può pensare di scaricarla sul ministero. Le altre Regioni hanno già detto che di orsi trentini deportati non ne vogliono. In queste settimane orsi stanno facendo gravi danno ad Asiago, in Valtellina, in Engadina a Bolzano. Rossi ha scelto il momento peggiore per proporre pacchi dono di orsi. La grana è tutta della PAT e comunque la affronterà, anche se deciderà di non decidere ci saranno conseguenze politiche perché ormai il guaio gli apprendisti stregoni l'hanno fatto, i mostri sono stati risvegliati.
Il conflitto tra animalisti da una parte e allevatori e montanari dall'altra si è radicalizzato e i margini della politiva cerchiobottistica si sono esauriti.
Da Bolzano, Trento, Verona, Padova, Milano, Brescia, Bologna, Roma ci sono tanti centri sociali e gruppi violenti che non cercano che pretesti per passare all'azione, bandiere qualsiasi da sventolare. Un torbido sottobosco dove l'esasperazione e l'antagonismo sociali autentici si mesvcolano alla noia dei figli di papà e all'azione di provocatori di professione manovrati dai servizi. Se lo scontro si cronicizza arriveranno anche da oltralpe. Auguri.
Così nelle tranquille, pacifiche, floride valli del Trentino (apparentemente) felix si corre il rischio di vedere quelle scene che i trentini pensavano solo fossero film da vedere in televisione o su you tube. Tutto per Life Ursus (e anche per colpa di una società che delega troppo).
Michele Corti
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(x) Al Progetto Ursus - tutela della popolazione di orso bruno del Brenta, più noto come Life Ursus, a questo punto occorre affiancare altri due progetti, beninteso con finanziamenti europei come il primo: a) Il progetto 'homo' - tutela della popolazione di bipedi raziocinanti dai rischi “da orso”; b) Il progetto 'animalia' - tutela della popolazione di bovini, equini, asini (quattro sgozzati in un colpo solo in Val di Togno, appena sopra Sondrio), capre, pecore, animali da cortile – dai rischi “da orso” A controllare gli orsi da vicino, seguirli, evitare che facciano danni, avvisare la popolazione di stare alla larga vadano in volontariato unicamente i sostenitori della presenza del plantigrado (la maggior parte residenti in zone assai distanti e al sicuro) in rapporto amicale con lui. (ndr)