Buon Natale, con gli straordinari medici, combattenti contro l’ebola in Africa

Ho pianto di gioia a leggere che il TIME , la celebre rivista americana che ogni anno decide chi è il personaggio dell’anno, ovvero la persona da guardare e imitare per un esempio dato in modo grandioso davanti al mondo, quest’anno 2014 ha scelto Fabrizio, e Craig, e Christine, e Ahmed, e Amina, e Jerry … le persone che hanno rischiato e stanno rischiando la vita per curare la più oscura epidemia di Ebola che il mondo ricordi. La “persona dell’anno” sono “le persone” che hanno lasciato le comodità di casa e sono andate a immergersi nelle foreste africane infettate dal virus Ebola e che hanno dato la propria opera e il proprio coraggio a chi non aveva più nulla. Alcuni sono morti, altri sono guariti, altri ancora stanno lottando per vivere… come il dottore siciliano ancora ricoverato allo “Spallanzani” di Roma con sintomi altalenanti e febbre che oggi peggiora e domani migliora e per il quale il mio cuore ogni giorno batte all’impazzata nell’apprendere sue notizie, sperando che siano di un suo miglioramento e che ricompaia la sua salute.

E torniamo alla copertina del “TIME”, dove ci sono questi uomini e donne divenuti famosi loro malgrado. Ma nelle storie che hanno portato a tale scelta ci sono uomini e donne sconosciuti, africani, gente che fa il barelliere, il tassista, il netturbino e che magari è l’unico sopravvissuto della propria famiglia sterminata da Ebola e avrebbe tutte le ragioni per tenersi lontano. Invece sta lì, e aiuta i medici a fare il loro lavoro. Grazie anche a loro il contagio sta lentamente diminuendo, e se prima lo scarto tra contagiati e morti era di un paio di migliaia di persone oggi si parla di 6.388 morti su un totale di 17.000 contagiati. Segno che comunque si muore di meno. E nel conto delle persone che lottano rientrano anche i ricercatori che stanno sperimentando ogni giorno una cura o un vaccino per fermare il virus mortale. Insomma, dobbiamo gioire nel ricrederci che tutta l’umanità è malvagia e senza cuore per chi soffre e non ha niente. Via, via i brutti mestieranti della politica che ci stanno tormentando la vita e ci stanno distruggendo giorno dopo giorno, noi ci accomuniamo ai medici eroici che lottano contro l’ebola e speriamo come loro…. Io me la cavo!

La storia di Natale

Una storia incredibile quella che i Medici Senza Frontiere in missione in Liberia raccontano ai media del mondo. Una storia che fa venire i brividi… per la felicità, perché significa che Ebola, dopo tutto, si può vincere anche con pochi mezzi, un cocktail di farmaci e tanta voglia di ballare! E’ la storia di un ragazzino giunto al centro di cura di Foya in agosto con sintomi molto simili a Ebola. I primi test sono risultati negativi, ma dato che restava il sospetto di malaria il giovane è stato trattenuto per accertamenti. Le lunghe e noiose cure hanno stressato non poco il ragazzo che, per trascorrere il tempo, ha cominciato a esibirsi in una tipica danza africana, la Azontho, divertendosi e facendo così divertire anche i malati ricoverati nel centro. Purtroppo, però, lui non guariva mai e ulteriori analisi hanno accertato che aveva contratto pure lui il virus Ebola. Non sapendo come curarlo, i medici hanno tentato di tutto, mescolando i farmaci per la malaria già usati ad altri (paracetamolo, antibiotici) e unendo anche dei composti vitaminici. Nel frattempo altri parenti della famiglia del giovane erano morti di Ebola, ma lui, pur avendo tutti i sintomi (dolori, nausea, diarrea) non peggiorava. Anzi, continuava a danzare. <!--[if !vml]-->http://files.adspdbl.com/open.png<!--[endif]-->

Il carattere allegro e positivo lo ha portato a diffondere speranza tra i propri familiari e tra gli altri pazienti e mentre i medici aspettavano solo un suo successivo peggioramento, lui continuava a ballare. Quando non aveva dolori, ballava. Quando non era in bagno, piegato dalla diarrea, ballava. Appena rallentava la nausea, ballava. Ai primi di settembre, i controlli ormai di routine, hanno dato al mondo un risultato sconvolgente: il giovanissimo ballerino era guarito. Ebola era sparito dal suo corpo senza lasciare traccia. Merito dei farmaci improvvisati? Merito di anticorpi speciali? Forse più che altro è stato merito della grandissima gioia di vivere che ha animato questo ragazzino e della sua selvaggia danza africana. Possiamo dirlo? Ebola è stato sconfitto dalla felicità. E noi, pure tra i migliori gadget e le vetrine imbandierate, ci ricorderemo di lui e di quel piccolo Bambino che viene al mondo per comunicarci che Dio Padre- sebbene le nostre colpe siano tante- ci vuole felici.

Maria de falco Marotta
Società