Scrive Paolo Colicchio

E noi aggiungiamo qualcosa

Carissimi tutti, nonostante il peggio non sia completamente passato mi sento in dovere di esprimere a tutti Voi una infinita gratitudine per lo smisurato affetto che mi avete testimoniato in questa circostanza per me tragica.

La repentinità e l’imprevedibilità degli eventi mi hanno tolto la lucidità di cui avrei avuto bisogno per esternare quanto ho dentro, ma dopo quanto mi hanno successivamente ricostruito tutti coloro i quali hanno partecipato al mio dramma personale, alcune cose sono e resteranno indelebili nella mia mente e nel mio cuore.
Prima fra tutte l’affetto e la stima emersi dal fiume di telefonate e di messaggi che hanno invaso il mio cellulare.
Un grazie dal profondo del cuore per questa commovente vicinanza di colleghi, amici e semplici conoscenti.
Un ulteriore ringraziamento mi preme far giungere in maniera viscerale a tutti coloro che hanno contribuito al mio “ritorno alla vita”.
Proprio così…tutti i testimoni oculari e tutto lo staff medico che mi ha soccorso mi hanno assicurato che avevo perso completamente i parametri vitali, insomma in parole povere per un po’ sono morto!!
Quindi mi viene doveroso fare una precisazione: pur includendo nei ringraziamenti quegli splendidi agenti della Polizia di Stato che erano sul posto e che hanno fatto del loro meglio viste le circostanze, i primi a correre in mio aiuto a piedi dalla caserma con il cuore in gola sono stati i Vigili del Fuoco con i quali avevo parlato fino a pochi attimi prima, allertati da passanti di cui non conosco il nome.
Giuliano, Andrea, Paolo, Stefano, Massimo ed altri, so che devo a queste persone se ho avuto una minima possibilità di vita fino all’arrivo dell’ambulanza del 118 ed al defibrillatore del quale era dotata.
Mi hanno detto che quelle scariche hanno provocato le mie prime timide reazioni, il ritorno alla vita tra i volti atterriti dei “miei vigili” tutti intorno a me, ma soprattutto tra le lacrime di un angelo che il destino ha fatto trovare in quel posto in quel momento: ELENA.
Mi dicono anche che senza di lei non ce l’avrei fatta. Grazie Elena, grazie per tutta la vita, angelo mio, grazie immensi Pompieri amici miei.
Mi spiace per le inesattezze pubblicate dai miei amici della stampa, ma sembra che le cose siano andate proprio così.
Ad ogni buon fine la mia vita è stata per un po’ nelle mani di tutti voi, non lo dimenticherò mai.
Dal mio cuore seppure malconcio………… Paolo Colicchio.

Nel pubblicare la lettera dell'amico Paolo una correzione gliela facciamo e contentissimi di farlo. Lui scrive "...in questa circostanza per me tragica". No. Fosse stata tragica non avrebbe avuto più la possibilità di scrivere, né di ringraziare e avremmo dovuto pubblicare il necrologio. E' stata invece drammatica, drammatica sì e in primis ovviamente per lui ma anche per chi era rimasto scosso alle voci, come al solito in questi casi approssimative, voci poi diventate notizia stemperandone però l'attesa. Avevamo scritto di 'colpi di fortuna' per la tempestività dei soccorsi e in quel luogo. Forse una mano ce l'ha messa anche Santa Barbara, Patrona dei Vigili del Fuoco facendo giustizia col restituire una mano a chi tante volte una mano l'ha data a gente sofferente. Santa Barbara richiamata a pagina 243 del suo libro, suo e di Arnaldo Bortolotti “Storia dei VIGILI DEL FUOCO della Provincia di Sondrio”.
GdS

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