Speranza di vita in Italia, frenata a sorpresa

In questi giorni l’Osservatorio sulla salute dell’Università Cattolica ha comunicato i dati sullo stato di salute della popolazione italiana ed in particolare ha rilevato una riduzione della speranza di vita nel 2016 in Italia.
80,1 anni nei maschi e 84,7 anni nelle femmine nel 2015 rispetto a 80, 3 e 85 anni nel 2014
Dopo una rapida crescita in questi ultimi anni si assiste ad una diminuzione dell’aspettativa di vita. Non succedeva dai tempi della seconda guerra mondiale, che rispecchia anche un aumento mortalità di 54 mila persone in più . è bene che precisare che l’Italia si colloca al terzo posto nel mondo dopo il Principato di Monaco e il Giappone
Ma come si definisce la speranza di vita? E' il numero di anni che alla nascita può vivere un nuovo nato che viene al mondo in un determinato contesto sociale, culturale, economico e geografico.
Perchè la vita media differisce in Italia, rispetto alla Russia, agli Stati Uniti o al Sudafrica pari a 49, 4 anni o al Ciad ultimo in classifica con 49,44 anni.
E' un indicatore della buona qualità della vita in riferimento ai sistemi di governo dei vari Stati,meglio del Pil o dell’indice di felicità recentemente balzato alle croniche.
E come si calcola ? Almeno in Italia è un dato estremamente preciso ricavato dall’Istat con una semplice divisione tra la sommatoria degli anni delle persone morte per il numero dei morti. Ricordo che in Italia al momento del decesso vi è l’obbligo della compilazione della scheda Istat con il nome del defunto e l’età della morte con la relativa diagnosi che viene inviata all’Istituto nazionale di statistica. è un dato estremamente preciso.
Naturalmente viene calcolato in base al genere,maschile e femminile,la regione geografica e la provincia .
Si possono registrare anche in Italia delle differenze apprezzabili, che dovrebbero fare riflettere.
Certamente il dato che abbassa la speranza di vita è la mortalità infantile, altro indicatore sociale di qualità molto sensibile. In Italia un secolo fa era molto alta e la speranza di vita era la metà di quella di oggi.
Infatti si comprende che se muore un bambino di un anno e un anziano di 89 anni la vita media per questo esempio risulta essere di 45 anni.
Nel XXI secolo la mortalità infantile nei Paesi Industrializzati è sullo stesso valore a differenza dei Paesi Poveri dove è ancora molto elevata e la speranza di vita è molto più bassa. Certamente in queste nazioni la vita media si allungherebbe e di molto con lotta alla mortalità infantile. La mortalità infantile comprende tutti i decessi sotto l’anno di vita e in italia è del 3,3 per mille nati rispetto ai 2,2 del Giappone, miglior dato, e all’Afghanistan che con 122 decessi per 1000 nati è all’ultimo posto.
Nei Paesi industrializzati invece la speranza di vita si gioca con la riduzione della mortalità in particolare sugli ultraquarantenni.
Il segnale della riduzione della speranza di vita in Italia, insieme ad aumento inaspettato dei decessi , più 54 mila, è un fenomeno che deve rilanciare le politiche di prevenzione e di promozione della salute convinti che investire nel sistema sanitario con investimento virtuosi, oltre che un volano economico, costituisce una scelta per promuovere buone pratiche in particolare negli strati più fragili della popolazione.

 

Gianfranco Cucchi
Angolo delle idee