CARO-RIFIUTI in provincia I puntini sulle "i"


Premessa: si tratta di un testo inviato
ai Sindaci e ad altri responsabili della provincia di Sondrio
oltre che ai mass-media. e pertanto viene pubblicato in
"contributi" per via del carattere personale.

Per quanto riguarda il giornale, pur avendo il testo, quello che
dovrebbe essere il definitivo, si attende la pobblicazione sulla
Gazzetta Ufficiale del Decreto Legislativo licenziato dal
Consiglio dei Ministri di giovedì 12, con il quale viene attuata
la Direttiva Europea in materia di rifiuti 31/1999, citato al
punto 3.6 della nota seguente


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Sondrio 14 dicembre 2002

IL CARO-RIFIUTI Nota per Sindaci, amministratori e quanti di
interesse

1. LE DICHIARAZIONI

2. I COSTI

3. PREMESSA (e il “ritocco delle tariffe”)

4. “MANCATO ACCORDO CON ALTRE PROVINCE”

5 LA VIA DA TENTARE

6 POLEMICHE



1. LE
DICHIARAZIONI


Fra i molti interventi di amministratori sulla questione
rifiuti, o meglio, del “caro-rifiuti”, sul settimanale “La
Provincia di Sondrio”, ho letto oggi la – eufemismo -
sorprendente dichiarazione del Presidente della Comunità Montana
di Valchiavenna Severino Gadola. Tal quale: “Conoscendo bene la
realtà SECAM posso affermare che l’aumento delle tariffe non è
che la conseguenza dell’incapacità delle Amministrazioni
precedenti”. E ancora: “Oggi facciamo i conti con l’inerzia
generata dalle scelte assunte a suo tempo da Dioli e Frizziero,
che tre anni fa avevano già proposto un ritocco delle quote.
Sapevano che la discarica di Saleggio era destinata alla
chiusura, ma non hanno cercato un accordo con altre Province”.

Il Presidente Gadola dice di conoscere benissimo la realtà SECAM
ma evidentemente non conosce neppure gli atti che sarebbe bene
consultasse prima di rilasciare dichiarazioni avventate che
suonano offesa (non penso a malafede ma ad ignoranza delle cose;
è per questo che nella secca nota che gli ho inviato ho
precisato di attendere le sue scuse con le quali considererei
l’incidente chiuso).


2. I COSTI

Dato che la preoccupazione dei Sindaci, che devono poi far
gravare questi costi sui loro amministrati, è quella di dover
pagare per ogni kg di RSU 345 lire, rispetto alle 125 di
Saleggio, è bene fare alcune precisazioni, utili anche per il
futuro, con la massima serenità e con la disponibilità
soprattutto a qualsiasi confronto, in qualsiasi sede, su
qualsiasi argomento relativo al periodo di mia Presidenza SECAM,
a un tavolo senza polemiche ma pieno di atti ufficiali.


3. PREMESSA (e
il “ritocco delle tariffe”)


Io fui chiamato, con somma sorpresa, a guidare la SECAM in
periodo molto difficile, senza candidature alternative da parte
di nessuno, come soluzione “istituzionale” e non
“politico-partitica”. Non voglio allungare – sarebbe necessario
molto spazio – questa nota con i grossi risultati ottenuti, ma
se occorre chiarire resto totalmente disponibile per
illustrarli, non a parole ma sulla base degli atti.

Una sola eccezione, visto che Gadola – cui in proposito
consiglio la lettura della mia nota del 11.3.2000 al Presidente
della Provincia - cita “il ritocco delle tariffe”.

Vorrei ricordare:

3.1 intanto che non era per spese ma per accantonamento di
risorse;

3.2 in secondo luogo esso discendeva dal non aver potuto
chiudere l’annosa e pregressa questione della bonifica
post-mortem di Saleggio – ignorata nella convenzione originaria
nonostante la legge - per l’opposizione della Provincia (fu
chiusa dal nuovo Consiglio SECAM con una soluzione
sostanzialmente equivalente a quella messa a punto dai nostri
consulenti, avv. Butti e avv. Venosta, sulla base di quanto
indicatoci da Collegio Sindacale, Società di attestazione,
Società di revisione);

3.3.in terzo luogo ricordiamo che era toccato a noi accantonare
i 2 miliardi, non noccioline, ci cui alla delibera 14.2.1995
della Giunta Provinciale, mai prima accantonati;

3.4 in quarto luogo che avevamo dovuto provvedere sul bilancio a
rimediare. Stanziando i relativi fondi, all’errore contabile
pregresso per l’omissione che vi era stata dell’indennizzo al
Comune di Teglio.

3.5 Non è finita. Si dimentica però i vantaggi che erano venuti
ai Comuni per l’inizio dell’attività delle piattaforme (salvo in
Bassa Valle, per decisione regionale negativa sulla
localizzazione).

3.6 Infine, per le connessioni indirette con i costi, vorrei
ricordare il Decreto Legislativo approvato giovedì scorso dal
Consiglio dei Ministri. Guarda caso noi ci eravamo mossi,
guardando un po’ al di là del naso, proprio nello scenario che
nei prossimi giorni, dopo la pubblicazione sulla G.U., diventerà
legge….


4. “MANCATO
ACCORDO CON ALTRE PROVINCE”


L’affermazione di Gadola è destituita di ogni fondamento. Non
penso a malafede ma falso resta.

Prima però di entrare nello specifico ha da essere ricordato
quello che pare dimenticato da tutti, nonostante che questo
sarebbe motivo primo ancora oggi per pensare a soluzioni più
economiche per lo smaltimento: la scelta della Regione.

4.1 La Regione nella sua programmazione aveva stabilito
l’autosufficienza di ogni bacino provinciale, escluso Sondrio
per la limitatezza dei quantitativi da smaltire. I RSU di
Sondrio avrebbero dovuto confluire a Lecco (impianto SILEA di
Valmadrera).

4.2 Quella stessa Regione che aveva prescritto questa
destinazione approvava però il Piano Rifiuti di Lecco – cito a
memoria, sulla base dei vari incontri fatti da noi con SILEA –
per una potenzialità di Valmadrera intorno alle 90.000
tonnellate.

4.3 Dopo l’adozione a Lecco, effettuate le verifiche, avevamo
comunque segnalato subito alla Provincia di Sondrio che, a
nostro avviso, questo limite impediva la realizzazione di quanto
la stessa Regione aveva indicato, perché la somma di Lecco e
Sondrio andava ben oltre le 90.000 tonnellate.

4.4 Nei nostri incontri, “tecnici”, SILEA aveva dato la
disponibilità per ogni soluzione, anche di partnership per
l’ampliamento, del resto in programma, di Valmadrera,
subordinando però ogni decisione alle scelte dell’Autorità
politica.

4.5 Nell’incontro Province di Sondrio e Lecco, SECAM e SILEA
emerse, sulla base del Piano Rifiuti, e a certe condizioni, la
disponibilità ad accettare, in convenzione, circa 5/6000
tonnellate di nostri rifiuti che in pratica poi avrebbero potuto
arrivare a 8/9000, parte soltanto della nostra produzione.
Vedere verbali.

4.6 Tutti i tecnici interpellati, e di questo tenore le
valutazioni anche in Federambiente, escludevano, vista la
ridotta produzione di RSU, soluzioni impiantistiche locali
economicamente compatibili. Si era persino analizzata una nuova
tecnologia, detta “dei siluri”…

4.7 Si presero anche contatti, a livello adeguato, con Brescia.
Ovviamente in modo strettamente riservato (anche per l’imminenza
di elezioni e poi perchè nessuna Provincia accoglie a braccia
aperte la richiesta se non convenientemente preparata). Comunque
sia, emerse la disponibilità a ricevere, anche entro breve
tempo, tutti i rifiuti in discarica con un costo di circa 200
lire/kg.

A livello tecnico si intravidero le condizioni però per una
ipotesi di soluzione con un costo d’incenerimento di pochissimo
superiore a quello di Saleggio. Scelta naturalmente subordinata
al placet dell’Autorità politica per la quale era stata
individuata una strategia complessa, condizione essenziale per
puntare a positivi risultati. Non posso dire che il risultato
sarebbe stato raggiunto. Ho ragione di ritenere che una positiva
conclusione sarebbe stata molto probabile.

Perché non si andò avanti? Per quanto ci riguarda per il
semplice fatto che in assemblea il voto sul bilancio fu positivo
da parte dei Comuni che avevano pagato nel 1999 a S.EC.AM.: 4
miliardi, 193 milioni, 163mila e 396 lire, pari al 62,96% (per
il NO il 29,77%, astensione il restante 7,27%), ma non passò per
via del voto degli altri soci, quelli che non hanno il problema
dei costi. E noi ce ne andammo. Ometto, volendo mantenere la
serenità, l’altra ragione, sempre locale ma non dipendente da
noi o da SECAM.


5 LA VIA DA
TENTARE


Qual’era questa strategia? Non ne parlo, per senso di
responsabilità. Per quanto stranamente avversata, anche se
allora sarebbe stato più facile, o meno difficile, arrivarci, la
via indicata conserva tuttora a mio avviso attualità (anche se
ci rendiamo conto che le spinte per il business dell’impianto di
incenerimento, presumibilmente da localizzare a Sondrio, unica
vera soluzione per utilizzare il teleriscaldamento, dopo le
elezioni di primavera, sono molto forti. Business, per inciso,
che verrà poi fatto dalla solita multinazionale e non da aziende
locali,,,).

Non varrebbe la pena, quantomeno tentare questa via, nel modo
complesso indicato, anche a costo di aprire una grossa vertenza?

Appare inaudito che in Valtellina, che fornisce alla Regione
quasi i nove decimi dell’energia localmente prodotta, di alto
valore perché pregiata (punte e potenza), si debbano pagare i
rifiuti cifre quali quelle oggi indicate e, domani, quelle che
si prospettano, enormemente superiori a quelle pagate dai
cittadini delle due province confinanti.

Non credo che questo sia accettabile, oltre che dai cittadini,
dai Sindaci siano essi di centro-destra, siano essi di
centro-sinistra, o, come me, politicamente a casa loro.

Il principio di sussidiarietà, il concetto di solidarietà non
valgono per i rifiuti?


6 POLEMICHE

Ho rivolto un appello pubblico al Sindaco di Teglio perché, sia
pure a due condizioni comprensibili, consenta il completamento
di Saleggio facendo risparmiare i valtellinesi e aumentare gli
incassi del suo Comune.

Rivolgo un appello a tutti gli amministratori (per Gadola c’è
solo la via delle scuse) per allentare il clima, sia pure
comprensibilmente, polemico, dato che se questo resta risulta
più difficile perseguire una soluzione accettabile.

Cordialità
Alberto Frizziero


GdS - 18 XII 02

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Alberto Frizziero
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