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Quando sarà rimossa la recinzione che ostruisce la strada? Riceviamo. Argomento proposto da GIORGIO TOLENTINO

Non si tratterebbe
di testo da pubblicarsi per il suo carattere del tutto
particolare e marginale. Lo pubblichiamo per due
ragioni:

1) perché i lettori sappiano cosa mandarci e cosa no;

2) per indicare, in questi casi, la via giusta e cioé
scivere al Comune. Non in termini generici per evitare
che infili le vie burocratiche, ma direttamente alla
"Segreteria del Sindaco"

NdR


Mi chiamo Giorgio, abito a Roma in Via Cerbara. Qualche
mese fa la collinetta che si trova di fronte casa mia, a
causa del mal tempo e delle piogge continue, è in parte
franata. Il Comune, per evitare che la frana si
allargasse, ha provveduto ad arginarla, recintando la
collinetta con un’impalcatura provvisoria che arriva
fino a metà via. Le autorità, interpellate da noi
condomini dei palazzi adiacenti, hanno risposto che si
tratta di una soluzione passeggera e che tutto si
risolverà dopo un sopralluogo che permetterà di
sostituire la recinzione con un’altra più idonea,
liberando, in tal modo, il manto stradale. A tutt’oggi
questo sopralluogo non è ancora avvenuto e la viabilità,
di conseguenza, non è ancora tornata alla completa
normalità. Specialmente quando transita l’autobus della
linea 716, il traffico, già lento a causa della
momentanea riduzione della strada, rallenta ancora di
più quasi fino a fermarsi del tutto, in quanto è molto
difficile per il 716 riuscire a passare per la strettoia
che è ora diventata via Cerbara. Scrivo al giornale
proprio per chiedere quando sarà rimossa la recinzione
che ostruisce la strada, per poter così permettere a noi
poveri cittadini il transito normale, come era prima.
Con l’occasione, si potrebbe anche provvedere al
rifacimento dei marciapiedi con i relativi cigli e la
sistemazione dei tombini, operazioni particolarmente
utili in occasione delle giornate di pioggia. Ma forse
questo è chiedere troppo! L’importante, comunque, è che
la viabilità delle auto private e del mezzo pubblico 716
torni a com’era prima. Temo, però, al pensiero che le
operazioni possano durare ancora per molti mesi.



GdS 10 XII 2005 - www.gazzettadisondrio.it

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