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Solidali con i piccoli Comuni della Val di Susa Riceviamo. Argomento proposto da VIRGILIO CAIVANO

Ancora una volta le piccole comunità sono costrette a
subire scelte dall'alto senza poter partecipare alle
decisioni. Quanto sta accadendo in Val di Susa è indegno
per un Paese civile. Le aggressioni alla popolazione
inerme non appartengono ad uno Stato democratico. Alle
forze dell'ordine porgiamo il nostro sentimento di
gratitudine per la meritoria opera svolta, ma non
possiamo tacere quanto è accaduto nelle ultime ore. La
risposta della politica italiana al diritto di
partecipare consapevolmente alle scelte da parte delle
Autonomie locali è ancora una volta sprezzante e
devastane. Il coordinamento nazionale dei piccoli Comuni
italiani esprime il proprio fermo no a tali azioni e la
totale solidarietà alle comunità della Val di Susa
impegnate a far rispettare il sacrosanto diritto
all'autodeteminazione del proprio futuro. Il Governo
spieghi alle famiglie, agli amministratori locali,
all'Italia le ragioni di quell'opera tanto osteggiata
dalle popolazione; rassicuri sui rischi ambientali,
faccia prevalere le ragioni del dialogo e del confronto
e non quelle della violenza e dell'aggressione brutale
ad altre importanti istituzioni dello Stato come i
Sindaci. Il disagio sociale causato da scelte imposte
dall'alto è ormai una costante in Italia come dimostrano
i focolai accesi ovunque, vedi Svignano Irpino o i
piccoli comuni del Beneventano in Campania per i
problemi dello smaltimento dei rifiuti. Oppure le
delibere dei Consigli Comunali di Carlantino e Alberona
in provincia di Foggia per la indizione di referendum
popolari tesi a passare dalla Regione Puglia al Molise.
Per non dimenticare il referendum popolare di Lamon,
piccolo comune del Veneto che con il 97% dei favorevoli
chiede di passare con il Trentino. La politica tende a
nascondere il grave disagio sociale che attraversa lo
Stivale e non trovando più risposte adeguate risulta
sempre più distante dalle legittime attese della gente.
Ancora una volta facciamo appello al Presidente della
Repubblica Carlo Azeglio Ciampi affinché si faccia
promotore di una doverosa iniziativa per avviare un
doveroso dialogo e riportare la serenità in Val di Susa
come nel resto del Paese.

Una postilla doverosa. Proprio il
Presidente Ciampi ha detto chiaro e tondo che quell'opera
ha da farsi perché questo é l'interesse dell'Italia che
é riuscita negli anni scorsi a non essere tagliata fuori
dai traffici est-ovest e viceversa. Non é una cosa nata
l'altro ieri eppure si ente ancora dire che é possibile
al posto della TAV potenziare la ferrovia esistente. Chi
sostiene queste cose, come Pecoraro Scanio e alcuni di
Rifondazione do fatto illude la gente di lassù perché fa
pensare che ci sia veramente la possibilità di
abbandonare la TAV per l'altra soluzione.

La linea ad alta velocità, tratto fiorentino, ha avuto
ritardi di anni per i vari no locali al tracciato. La TV
a colori é arrivata anni dopo per i vari no (vi
ricordate della querelle tra PAL e SECAM?) e l'industria
nazionale del settore é stata penalizzata. Centrali
termoelettriche hanno avuto anni di ritardo e costi
aggiuntivi per i vari no, persino a quelle a gas. Al
centro si vuole l'eolico e poi in periferia sono gli
stessi a opporsi perché piloni e pale turbano il
paesaggio (persino in certi posti dove il bel paesaggio
lo vedono solo i "casinisti"). Non parliamo di rifiuti
che nessuno vuole, dato che notoriamente l'erba del
vicino é sempre più verde.

Potremmo andare avanti per parecchio.

Caivano critica "le scelte imposte dall'alto". Un'opera
che coinvolge diversi Paesi, che s'inserisce nelle
politiche territoriali del nostro continente secondo
scenari che si proiettano verso la metà del secolo, come
potrebbe essere discussa con i 5 Comuni interessati?
Obiettivamente e realisticamente.

Ci sono cose che possono e vanno discusse, come ad
esempio l'indennizzo per i terreni, ma questo é un altro
discorso..

Altra cosa per finire. Non c'é solo il Comune di Lamon
he vuol cambiare Regione. Lampedusa vuol passare dalla
provincia di Agrigento a quella di Bergamo il cui
vessillo é stato issato sul monumento ai Caduto in pieno
centro cittadino...

NdD



GdS 10 XII 2005 - www.gazzettadisondrio.it

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