Contributi esterni

Sulla necessità di chiudere gli Enti inutiliRiceviamo. Argomento proposto da VIRGILIO CAIVANO

Gentilissimi Segretari di tutti i partiti politici,

alla straordinaria partecipazione dei cittadini alla
consultazione online sulla proposta del Coordinamento
nazionale dei piccoli Comuni italiani sulla necessità di
chiudere gli Enti inutili come le Province, le Comunità
Montane, i Consorzi, le Autorità di bacino e tutta
quella interminabile sequenza di sigle assurde e
dispendiose di Presidenze e consigli di amministrazione
e di dimezzare il numero e lo stipendio dei Parlamentari
e dei Consiglieri Regioni , ha fatto da contraltare il
silenzio ingombrante ed infastidito della classe
politica italiana. Agli annunci, alle buone intenzioni
messe in grande evidenza nei programmi televisivi sulle
reti pubbliche e private di voler contenere i costi
della politica non seguono purtroppo atti
consequenziali, nei documenti programmatici di tutte le
forze politiche non si legge da nessuna parte il taglio
degli enti inutili, la diminuzione dei numeri e degli
stipendi. Intanto continuano a fiorire nuove presidenze
e nuovi direttori, come nel caso dei PIT (Piani
integrati territoriali), dove siamo costretti ad
assistere impotenti al proliferare di poltrone e
stipendi favolosi. Al Parlamento italiano, nella nostra
autonomia di giudizio, come Coordinamento dei piccoli
Comuni italiani proponiamo anche di riflettere sulla
necessità di diminuire il numero dei consiglieri
comunali, anche nei piccoli Comuni. Il ruolo del
Consiglio Comunale oggi è di mera ratifica degli atti
giuntali e molto spesso, soprattutto nei piccoli comuni,
bloccato da piccole questioni. La riduzione del numero
dei consiglieri comunali da dodici a otto nei 5836
piccoli comuni, comporterebbe un taglio di oltre 20.000
consiglieri comunali con un risparmio di risorse in
tutti i sensi davvero notevole. Ai cittadini dei piccoli
comuni necessitano servizi non inutili poltrone. Una
delle ragioni portanti del dramma della desertificazione
demografica delle piccole comunità sta proprio nella
rarefazione dei servizi come la presenza di
un¹infermiere specializzato, dell¹Assistenza domiciliare
agli anziani (ADI), l¹assenza di misure minime di
prevenzione e di pronto soccorso. Dimezzare il costo
inutile della politica significa liberare risorse per i
servizi, per le strade inesistenti, per una scuola
fatiscente, per l¹internet veloce e soprattutto per
creare sviluppo e nuova occupazione visto il dramma
della disoccupazione e della conseguente migrazione che
ha raggiunto livelli impressionati del 70% della
popolazione residente. La politica italiana ha il dovere
di occuparsi di queste cose se vuole impedire realmente
la chiusura per fallimento di migliaia di piccoli comuni
dove vivono 10 milioni di cittadini per un territorio
che occupa il 76% del patrimonio culturale, sociale e
ambientale del nostro Paese.



GdS 20 XII 2005 - www.gazzettadisondrio.it

Approfondimenti