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Risposta al sig. Moriondo Testimone di GeovaRiceviamo. Argomento proposto da ALESSANDRO NISI

Gentile Direttore,

sono contento per questo confronto; a causa di
numerosissimi impegni non ho
potuto rispondere prima e mi scuso anche con il sig.
Moriondo per l'incredibile ritardo.

1) Dice il signor Nisi:" La Traduzione del Nuovo Mondo
(abbreviata TNM) non è letterale perché ha aggiunto
diverse cose nella sua traduzione"; qui si fa
riferimento all’uso di parole aggiuntive per meglio far
comprendere un certo versetto, tecnica usata da tutti i
traduttori, ma il gentile critico ha omesso un piccolo
particolare: nella TNM queste aggiunte vengono poste tra
parentesi quadre, e quindi il lettore sa che nel testo
originario queste non ci sono. Nell’introduzione alla
TNM, a pagina 7 leggiamo:" Le parentesi quadre singole [
] racchiudono parole inserite per completare il senso
del testo italiano", mentre a pagina 8 "Nelle note in
calce … le parole o frasi tra parentesi quadre
concernono in genere informazioni supplementari o
esplicative". Bastava leggere l’introduzione…

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1) il punto non è che "completano" il senso, ma lo
"cambiano".

un esempio è quando sulla TNM si dice che il Verbo creò
anche le "altre" cose

(e "altre", sul testo originale non c'è) se io per
esempio dico:

"io ed i baresi andiamo a Foggia", io non sono un barese
ma sono una persona distinta da essi; se invece io dico
"io e gli altri baresi andiamo a Foggia", io divento un
barese. Ora, se sul testo originale, non c'è scritto
"altre", non va messo; Se è davvero "parola di Dio"
dovrebbe spiegarsi da sè e non dovrebbe aver bisogno di
essere "completata" da uomini. il discorso di mettere le
parentesi quadre non giustifica ciò; xkè tu stai
mettendo nella testa delle persone che leggono che, in
quel momento, l'autore intendeva necessariamente dire
"altre". La cosa corrette è lasciare il testo così come
è e poi discuterci sopra.

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1bis) Il signor Nisi poi fa riferimento, scordandosi di
indicare le coordinate, penso al versetto di Giovanni
17:21-23 che recita: affinché siano tutti uno, come tu,
Padre, sei unito a me ed io sono unito a te, anche loro
siano uniti a noi, perché il mondo creda che tu mi hai
mandato. 22 E ho dato loro la gloria che tu hai dato a
me, affinché siano uno come noi siamo uno. 23 Io unito a
loro e tu unito a me, affinché siano resi perfetti
nell’unità, perché il mondo abbia la conoscenza che tu
mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me". Mi
sembra chiaro che se si vuol sostenere la tesi della
trinità, e che quindi Gesù è in Dio e Dio in Gesù,
allora abbiamo il paradosso che anche i discepoli di
Gesù ne fanno parte! È ovvio che i discepoli di Gesù non
divengono tutti parte della Trinità. Ma in effetti
partecipano dell’unità d’intenti del Padre e del Figlio,
lo stesso tipo di unità che accomuna Geova Dio e Cristo
Gesù.

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Il fatto è che, con testo originale alla mano, scrivere
"è unito a" è sbagliato! xkè nel testo originale, la
traduzione letterale è "in me" xkè nel testo originale
non c'è il participio passato del verbo unire ma c'è una
preposizione di stato in luogo. Sono d'accordo che solo
da quel versetto non si possa dedurre la Trinità e che
dire "che Dio è in me" può voler dire una semplice unità
di intenti; io sto dicendo che la traduzione là è
sbagliata.

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1ter) Sempre in quel contesto il signor Nisi sostiene
che "molte [traduzioni] cattoliche ed evangeliste
cambiano solo nella forma italiana ma non cambiano il
senso della frase". Un esempio per tutti, restando in
tema di trinità, tratto da 2 Corinti 1:3: "Benedetto sia
l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo". Stando
a questo versetto si capisce che Gesù ha un Padre che
gli è anche Dio! Quindi se Gesù ha un Dio non può essere
Dio anche lui! E come traduce questo versetto la CEI?
"Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù
Cristo. Che fine ha fatto la "e"? Basta mettere una
virgola al posto di una congiunzione ed ecco servita la
trinità! Non ci credete? Allora andate a leggervi, come
ho fatto io, i testi originali in greco, e troverete "o
Teos kai Pater", dove kai è la congiunzione "e". E
questo falso avviene anche in altri versetti, come
Romani 15:6, 1 Corinti 15:24, Efesini 1:3, Efesini
4:5-6, Tito 2:13 etc.

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queste le devo vedere; il punto è un altro. C'è un Solo
Signore (e Paolo si riferisce

a Gesù Cristo, ma non era anche Dio Padre?); Cristo è
anche il primo e l'ultimo (ma anche il Padre lo è);
Cristo è l'unigenito, (Giovanni 1) cioè l'unico a essere
stato generato (non creato) come una madre genera un
figlio; e quindi è l'unico che ha la stessa sostanza del
padre (a differenza di tutto ciò che è stato
creato).Quindi come una madre genera un figlio di pari
natura (cioè un essere umano che "genera" un essere
umano) così Dio Padre ha un figlio della sua stessa
natura; quindi egli non è una creatura cioè creata dal
nulla, ma è Il Figlio.

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2) Alla domanda "posso sapere chi l'ha tradotta?" il
signor Nisi si è già risposto da solo: non è importante
sapere il nome e cognome dei traduttori, anche perché
pur sapendoli non potrei certo accrescere o diminuire la
mia fiducia nel loro ottimo lavoro, e questo è il vero
giudizio di molti biblisti di fama internazionale. Come
dimostrato pocanzi, non è che sapendo chi sono gli
autori della traduzione della CEI si può poi nutrire
tutta questa gran fiducia, visti gli innumerevoli falsi
ideologici in cui sono consapevolmente caduti! Ma poi,
dove sono i nomi dei biblisti che hanno collaborato alla
traduzione della CEI (di cui ho una copia)? Anche lì non
ci sono, quindi il cattolico si fida perché redatta
sotto il controllo della CEI, l’organo ufficiale della
sua chiesa, e non si pone altre domande, certamente non
sulle generalità dei traduttori! Quindi la questione è
puramente pretestuosa.

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ora la mia Bibbia CEI non l'ho a portata di mano (sigh!
ora è a 1000 km di distanza); ho qui quella delle
Paoline e i nomi dei collaboratori ci sono tutti. Sono
d'accordo che ci sono molti laureati che non sanno fare
il loro lavoro; ma aggiungo: figurarsi chi non lo è? non
nego che sia possibile che esistano autodidatti migliori
dei laureati, ma io non mi farei mai curare da un medico
non laureato. che poi oggi non ci si può fidare neanche
dei laureati è un altro paio di maniche. e comunque il
sapere chi sono i traduttori può farli esporre in prima
persona. quindi se non si è daccordo con un traduttore
lo si può criticare; io invece non so chi può criticare
i traduttori della TNM visto che non si sa chi siano.

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3) La veridicità di una traduzione non dipende da quanti
ne concordano; ricordiamo che la maggioranza dei
detrattoti sono trinitaristi dichiarati (Harris, Rosin,
Bickerman, Countness, Kubo, Specht, Bowman etc.) ma ci
sono altri traduttori che apprezzano la TNM (Hanson,
Kelly, Franks, Grillmeier, Brown, Furuli etc.).

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In generale è vero; ma se i detrattori sono tantissimi
forse un motivo c'è


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4) Veniamo ai compleanni, come a qualunque altra festa
di origine pagana. Se Dio avesse considerato importante
la data di nascita di una persona, non avrebbe fatto
scrivere a Salomone che "… è meglio … il giorno della
morte che il giorno della nascita" (Ecclesiaste 7:1) e
non avrebbe fatto occultare la data di nascita di suo
figlio, ma avrebbe detto chiaramente di festeggiarlo,
cosa che non ha fatto.

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se una cosa non è scritta nella Bibbia, non
necessariamente non va fatta.

per es: Non sta scritto sulla Bibbia che è lodevole
avere un gatto in casa

(Gesù mica aveva un gatto), ma non per questo esso è
proibito o peccaminoso.

inoltre Eccl 7:1 va preso nel suo contesto, quando
Salomone, preso dal non senso della vita, dice che è
meglio il giorno della morte. Mica si è messo a
festeggiare il giorno della morte. tra l'altro Salomone,
ha fatto molte cose non approvate da Dio.

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I due episodi citati dal signo Nisi dimostrano proprio
quanto da lui negato: tutta la scrittura è ispirata da
Dio ed è utile per insegnare (2Tim 3:16),

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quando Paolo disse quella cosa, la Bibbia ancora non
c'era. Paolo si riferiva alla

tradizione e non certo alle scritture greche (non erano
pronte; non c'erano le lettere di Giovanni,
l'Apocalisse, alcuni Vangeli); riguardo a quelle
ebraiche, ce ne erano molte

di più allora; quando poi il canone decise quali libri
erano ispirati e quali no, ci fu una

sfoltitura. Ma Paolo allora si riferiva anche a quelli
che, in seguito, sarebbero stati esclusi (tanto è vero
che nella lettera di Giuda si cita il libro di Enoch che
nel canone non è entrato). In altre parole, Paolo non si
riferiva alla Bibbia attuale in quanto essa ancora non
c'era.

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quindi essa ci insegna qualcosa di negativo sui
compleanni negli unici casi in cui ne parla.

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non è vero; nel caso del Faraone c'èra un atto di
giustizia. Il negativo è stato nelle condanne a morte.
Se ci fossero state delle condanne a morte nelle feste
di matrimonio allora avreste dedotto che i matrimoni non
sono scritturali?

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Con l’avvento del cristianesimo il punto di vista sulle
celebrazioni del compleanno non cambiò rispetto alla
Legge ebraica. Gesù istituì la Commemorazione non della
sua nascita, ma della sua morte, dicendo: "Continuate a
far questo in ricordo di me". (Lu 22:19) Se i primi
cristiani non celebravano né commemoravano il giorno
della nascita del loro Salvatore, tanto meno avrebbero
celebrato il proprio compleanno.

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Paolo dice che nessuno deve dirci nulla riguardo a feste
e noviluni. Qua non si tratta

di adorare altri dei o meno. e Gesù non ha detto che NON
bisogna ricordare la sua nascita.Ha detto di continuare
a celebrare la Santa Cena in memoria di Lui. Fare delle
normali feste per ricordare delle cose belle (che Dio
stesso ci ha donato) è onorarlo. Ricordare

(in modo sano) il proprio compleanno è dire "grazie Dio,
per avermi messo al mondo; questo giorno mi ricorda che
tu mi hai portato nel mondo".

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Lo storico tedesco August Neander scrive: "La nozione
della festa del compleanno era lungi dalle idee dei
cristiani di questo periodo". (Allgemeine Geschichte der
christlichen Religion und Kirche, 1842, vol. 1, p. 518)
"Origene [scrittore del III secolo E.V.] . . . insiste
che ‘di tutte le sante persone menzionate nelle
Scritture, non si narra di nessuna che osservasse una
festa o che tenesse un grande banchetto nel suo
genetliaco. Solo i peccatori (come Faraone ed Erode) si
rallegrano grandemente del giorno in cui vennero in
questo basso mondo’". — The Catholic Encyclopedia, 1913,
vol. X, p. 709.

È chiaro dunque che la celebrazione del compleanno non
trae origine né dalle Scritture Ebraiche né da quelle
Greche. Inoltre, la Cyclopædia di M’Clintock e Strong
(1882, vol. I, p. 817) dice che gli ebrei "consideravano
le celebrazioni del compleanno come parte
dell’adorazione idolatrica . . . e questo probabilmente
a motivo dei riti idolatrici che si tenevano in onore di
quelli che erano ritenuti gli dèi patroni del giorno in
cui si teneva il ricevimento".

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infatti il problema (appunto in modo sano) è il rito
idolatrico e non la festa in sè.

Se io faccio delle feste in onore al mio Dio, non lo sto
offendendo. Se tutte le

feste che prima erano dedicate a culti pagani, diventano
dedicate a Dio, non sono più pagane. Del resto,
"l'ultima cena", prima della fuga dall'Egitto con Mosè
era una festa

per l'arrivo della Primavera; con Jahve divenne la nuova
alleanza e con Cristo un'altra cosa ancora.

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5) Per quanto riguarda l’atteggiamento che deve tenere
un cristiano verso un membro che ne è stato escluso o
che si è allontanato di propria iniziativa esso è
descritto nei vangeli, in particolare 1Corinti 5:5, 11,
13, 1Timoteo 1:19, 20, 1Corinti 5:9-13; 6:9, 10; Tito
3:10, 11; Rivelazione 21:8. Con riferimento a coloro che
erano cristiani ma che in seguito avevano ripudiato la
congregazione cristiana o ne erano stati espulsi,
l’apostolo Paolo comandò di ‘cessar di mischiarsi in
compagnia’ di una tale persona; e l’apostolo Giovanni
scrisse: "Non ricevetelo in casa e non rivolgetegli un
saluto. Poiché chi gli rivolge un saluto partecipa alle
sue opere malvagie ". — 1Corinti 5:11; 2Giovanni 9, 10.
A nessuno di noi fa piacere quando queste cose accadono,
ma per un vero cristiano è molto più importante la
propria relazione con Dio e la purezza morale della
congregazione cristiana che non la relazione con amici e
parenti apostati; resta sempre il nostro più vivo
desiderio che questi ex fratelli si ravvedano, se ciò
accade siamo tutti pronti ad accoglierli con sincero
amore a braccia aperte.

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questo significa che se tu eri un Cattolico, ti dovrei
trattare così visto che non
sei più nella Verità? Comunque conosco quei versetti. Si
riferiscono

a persone che continuano a peccare pur conoscendo la
Verità. Il punto è un altro: chi, secondo la propria
coscienza e in buona fede non crede più che quella sia
la Verità, si salva e non merita nulla di tutto questo.
"misericordia io voglio e non sacrificio". Se ti
riferisci agli increduli, si parla di coloro i quali,
per i propri peccati non credono alla verità, ma non
perchè in buona fede hanno lasciato. Io conosco ex-tdg
che non sono ubriaconi, impuri, ecc. ed io ti dico che
se sono in buona fede, si salveranno e saranno con Dio
prima di molti Cattolici e Testimoni di Geova; anche
perchè, per lasciare un gruppo religioso, che tratta
così chi lo abbandona, ci vuole molto coraggio.


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6) Ho letto anch’io quell’articolo; a quel tempo io
avevo 11 anni ed oggi non sono ancora certamente
considerabile un vecchio, quindi a rigor di logica
quanto esposto in quell’articolo non è stato ancora
smentito dai fatti! Ma ciò che più conta è lo spirito
che viene evidenziato in quella rivista, che un
cristiano attento alle cose spirituali dovrebbe avere; è
un monito che ancora oggi vale e che io sto trasmettendo
con amore ai miei tre cari figli, cui dico sempre: non
pensate alla carriera mondana, non cercate di accumulare
tesori in terra, non perdete tempo con la ricerca
spasmodica del successo personale, ma dedicatevi il più
possibile alle cose che riguardano Dio, pensate ad
accumulare tesori in cielo, e quando verrà il gran
giorno di Geova suo Figlio vi metterà alla sua destra e
vedrete le sue promesse adempiersi. Non vale forse più
la vita eterna sotto il Regno di Dio che un effimero
successo in questo mondo (sistema di cose) malvagio
destinato a scomparire?

Caro signor Nisi, questo appello vale anche per lei, non
lo lasci passare senza rifletterci su.

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si che è stato smentito dai fatti!! è del 1969 e dice
CHIARAMENTE che è inutile intraprendere gli studi perchè
per terminarli, ci possono volere anche 6 o 8 anni; ma
fino

ad allora il mondo sarà distrutto e dovrà essere tutto
ricostruito. Ora 1969 + 8 = 1977.Ora siamo nel 2006. lo
ricordo è l'articolo della Svegliatevi! del 08 novembre
1969 a pag.15-16.

che poi bisogna dedicarsi comunque a Dio siamo
d'accordo. Ma quell'articolo ha fatto una profezia che
non si è avverata e molta gente non ha potuto dedicarsi
a molte altre cose che

le avrebbero fatte comunque crescere (la cultura e lo
sport sono dei doni di Dio.). Si è scusato di questo lo
schiavo fedele e discreto? e perchè molti TdG oggi
dicono che non hanno mai detto che verso il 1975 ci
sarebbe stato il nuovo mondo e poi mi ritrovo con
quell'articolo tra le mani?


Distintamente.

Carlo Giovanni Moriondo, Testimone di Geova


distintamente

Alessandro Nisi, Cattolico



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