Contributi esterni

L'arredo urbano di Corso RomaRiceviamo. Argomento proposto da CARLO OCCHINI

Egr.
Direttore,

Le scrivo questa breve per segnalarLe una disavventura
professionale capitatami in Aprica.

Sono architetto dal 1982. Proprietario di casa
all’Aprica dal 1961. Nel febbraio del 2000 l’allora
sindaco Maurizio Bosoni mi diede verbalmente l’incarico
di progettare “qualcosa di fortemente significativo” per
l’arredo urbano di Corso Roma.

Incarico che svolsi con passione e professionalità dallo
stesso Febbraio.

I primi schizzi e discussioni di progetto vertevano su
uno o più archi da erigere sulla direttrice di Corso
Roma.

Poi nel corso del tempo si svilupparono altre proposte,
la cuspide, simbolo e metafora della montagna, divenne
successivamente una grande “A” che sormontava lo stesso
corso Roma, posizionata fra l’albergo Roma e la sede
dell’Azienda Autonoma di Soggiorno.

Il sindaco Bosoni mi mise in contatto con il Sig. Bozzi
con cui ebbi diversi incontri. Tale lavoro considerato
“la porta della città” che caratterizzava e identificava
un luogo anche per manifestazioni sportive ciclistiche
(vedi Giro d’Italia) e altro, fu pubblicato da Mondo
Legno una rivista per l’industria e il commercio. Nel
Dicembre-Gennaio 2002 Bosani e Bozzi, allora entusiasti,
mi chiesero dodici copie della rivista per sottoporle ai
consiglieri comunali.

Successivamente il progetto si arenò.

Mostrai il progetto a diversi cittadini, nel
Maggio-Giugno 2005, con mio enorme stupore vidi il mio
progetto realizzato nella prima proposta e nella
medesima ubicazione da me suggerita. Nel frattempo
Bosoni era decaduto come sindaco ed era subentrato il
sig. Diego Plona al quale esposi le mie rimostranze.

Mandai carteggio alla nuova amministrazione che respinse
il tutto.

Questo è quanto. Ora io rivendico la paternità
dell’opera da me realizzata e Le chiedo, Egregio
Direttore, di far conoscere ai cittadini questa
paradossale storia di mala amministrazione.

Cordiali saluti

Arch. Carlo Occhini

Evidentemente la pubblicazione,
in modo deontologicamente corretto, richiede di sentire
anche l'altra campana. Cosa che faremo per il rpossimo
numero NdR




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