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I Radicali di sinistra hanno promosso una Petizione popolare perché i PACS vengano ufficialmente inclusi nel Programma dell'Unione: raccolte 3400 firme in 2 giorniRiceviamo. Argomento proposto da Ester Luzzatti

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Comunicato stampa

Con preghiera di pubblicazione e diffusione



Fermiamo il tentativo di cancellare i cittadini
omosessuali e le coppie di fatto dal Programma
dell'Unione

I Radicali di sinistra hanno promosso una Petizione
popolare perché i PACS vengano ufficialmente inclusi nel
Programma dell'Unione: raccolte 3400 firme in 2 giorni.



Il tentativo di cancellare i cittadini omosessuali e
transessuali, ma anche le decine di migliaia di coppie e
famiglie di fatto eterosessuali dal programma
dell'Unione è palese.

Non bastava il ghetto legislativo delle "Unioni civili",
un "accordo privato" dedicato alle coppie e alle
famiglie di fatto attraverso il quale si esplicita una
non volontà di parità di fronte alla legge.

Adesso la Margherita è tornata a chiedere la
cancellazione di qualsiasi riferimento all’orientamento
sessuale dal paragrafo dedicato all’impegno per una
legge sulle Unioni civili, per escludere le coppie gay
anche dalle "Unioni civili" e farle rimanere invisibili
per la legge italiana.

I Radicali di sinistra - www.radicalidisinistra.it -
condannano questo gioco delle tre carte sia sulla pelle
di milioni di cittadini che pagano le tasse e
contribuiscono alla crescita civile del nostro paese e
che, come da Costituzione, meritano di essere "eguali di
fronte alla legge".

Per queste ragioni in queste ore i Radicali di sinistra
sono impegnati in un pressing sull'Unione attraverso la
petizione popolare che chiede il pieno inserimento dei
PACS nel Programma: sono già 3.400 le firme raccolte in
due giorni.

La petizione, della quale riportiamo di seguito il
testo, può essere firmata sia ai tavoli allestiti nelle
piazze di alcune città italiane, sia online al link:

www.radicalidisinistra.it/politica/iniziative/pacs/sign4pacs.htm



Ester Luzzatto

Ufficio stampa Radicali di sinistra

info@radicalidisinistra.it



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Presidente Prodi,


Questi sono giorni cruciali per le scelte che si
compiono in vista delle prossime elezioni; scelte che
noi tutti ci auguriamo possano portare all'affermazione
dell'Unione ed al Suo ritorno alla guida dell'esecutivo,
aprendo una nuova stagione democratica e segnando
l'inizio dell'uscita da quella fase di declino che il
nostro Paese sta attraversando.


Forse ancor più che sul piano economico, il declino
dell'Italia riguarda le libertà civili e il ritardo
siderale accumulato sul piano dei diritti rispetto ad
altri grandi Paesi dell'Unione Europea.


Per queste ragioni, Presidente Prodi, Le inviamo questo
Appello per chiedere all'uomo che ha fatto entrare
l'Italia in Europa con l'euro di fare lo stesso sul
piano dei diritti, a partire dal pieno riconoscimento
delle coppie e delle famiglie di fatto attraverso
l'inserimento dei PACS nel programma dell'Unione e nel
Suo futuro piano di governo.


Formuliamo questa richiesta essendo ben consapevoli del
suo delicato ruolo di mediazione tra le varie anime
dell'Unione.

La nostra determinazione è però estremamente ferma, in
quanto riteniamo impropria una mediazione sui valori e
sui diritti fondamentali della nostra Repubblica,
soprattutto quando si trasforma in tradimento degli
stessi.


Riconoscere pubblicamente la libertà di tanti cittadini
e cittadine di esistere alla luce del sole con Istituti
di garanzia come i PACS, secondo la nostra Costituzione,
rappresentano un dovere politico ed istituzionale.


Da questo punto di vista, considerare folkloristica la
richiesta molto seria di milioni di cittadini,
omosessuali ed eterosessuali, di avere da parte delle
Istituzioni un chiaro e forte riconoscimento pubblico
delle loro relazioni affettive, appare offensiva, così
come ci appare una vergognosa elemosina il contentino
degli "accordi privati", un apartheid legislativo
rispetto a cittadini italiani che contribuiscono alla
crescita di questo Paese senza ricevere alcun tipo di
tutela.


Presidente Prodi, non possiamo accettare che la dignità
e la libertà delle persone siano merce di scambio; e
soprattutto, non possiamo accettare l'idea di nuovi
ghetti legislativi dedicati alle persone "diverse".


Essere ugualmente cittadini richiede uguali diritti.




GdS 10 II 2006 - www.gazzettadisondrio.it

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