Contributi esterni: argomento proposto da Daniele Tavasci (CISL): Silicosi- si allungano i tempi ma la soluzione è positiva.

Contributi esterni: argomento proposto da Daniele Tavasci (CISL):

Recentemente una sentenza
della Corte Costituzionale aveva tolta o ridotta la
rendita per silicosi a circa 5.000 persone di cui circa
seicento Valtellinesi e Valchiavennaschi.


L’emendamento bipartisan al Decreto 115/2005,
“emendamento salva Silicosi” di cui alle notizie della
stampa locale di una decina di giorni fa, che il
Senatore Provera aveva firmato assieme ad altri suoi
colleghi al Senato, è stato respinto dalla Camera perché
palesemente incostituzionale.

Fortunatamente alla Camera dei deputati qualcun altro
era già pronto con un testo più pertinente che ha
ottenuto l’approvazione sia della Camera che del Senato.


La storia ha avuto inizio nel 1994 ed è proseguita negli
anni successivi.

Tutti i silicotici che in provincia di Sondrio furono
interessati a questa  vicenda, negli anni novanta
vennero coinvolti in una vertenza contro  l’INAIL
che allora aveva ridotto o annullate le rendite di
silicosi con la  motivazione “Revisione per
Errore”.

In sintesi gli interessati ricorderanno che nel 2000
dopo molti anni di  cause legali, seguite dai
patronati locali, (in quel periodo ricoprivo 
l’incarico di Direttore del Patronato INAS) grazie
all’art. 9 del D.Leg. 38/2000, le loro pratiche vennero
definite garantendo loro il  mantenimento della
rendita cosi come era alla data della revisione senza le
rivalutazioni annuali.


Quell’articolo di legge fu frutto anche di un lavoro
fatto con colleghi del patronato INAS di altre province
interessate alla questione e, attraverso il
coinvolgimento di alcuni Onorevoli riuscimmo a farlo
inserire nella legge.

Allora contattai l’onorevole Lino Duilio, già impegnato
prima della sua elezione a parlamentare all’ufficio
formazione della CISL lombarda, il quale nella vicenda
fu il relatore alla Camera della legge in questione.
Certamente molti silicotici ricorderanno fu nostro
ospite in un affollatissimo convegno organizzato
appositamente assieme all’INAIL di Sondrio in quell’anno.


Circa un mese e mezzo fa appena avuta la notizia che una
sentenza di cassazione avrebbe riaperto la questione, ho
coinvolto subito nuovamente l’onorevole Duilio con il
quale ho tenuti in questi tempi frequenti contatti e lo
stesso onorevole ha elaborato una proposta di legge, il
cui testo ha potuto essere utilizzato per sostituire
l’emendamento respinto.

Certo l’emendamento respinto alla Camera (quello firmato
anche da Provera) rispetto a quello approvato, poneva
per gli interessati dei vantaggi in quanto ripristinava
a tutti, sic et simpliciter la rendita, mentre
l’emendamento approvato la subordina a dei limiti di
reddito.

In pratica le rendite vengono garantite a coloro che,
oltre al reddito da pensione o alla rendita da lavoro,
possiedono un reddito proprio non superiore a 3 mila
Euro (esclusa l’abitazione principale e le pertinenze)
assoggettabile all’imposta sulle persone fisiche, per
chi “sfora” da tale reddito le rendite vengono ridotte
della differenza tra il reddito e il limite previsto.

La verifica sui limiti di reddito imporrà certamente dei
ritardi nel ripristino delle rendite che nel frattempo
l’INAIL ha provveduto a ridurre o a sospendere, ma basta
che gli interessati si rivolgano al patronato che la
loro pratica verrà puntualmente gestita fino al
ripristino della rendita.

Da una prima verifica del nostro patronato INAS parrebbe
che solo qualche singolo, (eccezionalmente poche unità)
possono incappare nella eventualità di una riduzione e/o
sospensione della rendita.

Anche per costoro però, noi riteniamo che in forza di un
accordo voluto dai patronati Provinciali all’epoca (anno
2000) sottoscritto dal direttore dell’INAIL e
singolarmente da tutti i silicotici che si sono fatti
assistere, la rendita possa essere egualmente garantita.


Daniele Tavasci, Segretario generale UST-CISL

------------------


Con il consenso del diretto interessato, Per una
corretta informazione degli atti parlamentari
riguardanti la vicenda, mi pare opportuno riportare il
testo integrale di una lettera che lo stesso onorevole
Duilio ha scritto al direttore del quotidiano “il sole
24ore” e che chiarisce bene l’intera questione.

Gentile Direttore, vorrei fornire alcune precisazioni in
merito all'articolo "Salve le rendite Inail", a firma
Enrico Marro, comparso su "Il Sole" di domenica 31
luglio. L'articolo contiene alcune inesattezze, che
impediscono al lettore di comprendere esattamente quanto
accaduto sull'argomento, con l'approvazione definitiva
del decreto-legge n° 115 del 30 giugno 2005, convertito
in legge dalla Camera sabato 30 luglio.

La questione, già trattata in un precedente "pezzo",
sempre a firma Marro, del 24 giugno 2005, riguarda il
ripristino di alcune migliaia di rendite erogate dall'Inail
a lavoratori che per decine d'anni hanno lavorato in
miniere e gallerie, dove hanno contratto delle malattie
professionali, in particolare la "silicosi", una
malattia devastante che deriva dall'avere inalato
polvere di silice allo stato libero. Ebbene, a seguito
di una sentenza della Corte Costituzionale intervenuta
il 5 maggio scorso, alcune migliaia di tali rendite sono
state soppresse per una questione squisitamente
tecnico-giuridica, in materia di applicazione del
principio di decadenza, da parte della Pubblica
Amministrazione, del potere di rettifica di
provvedimenti ritenuti errati. La suprema Corte,
infatti, hasancito (direi, ribadito) che il suddetto
potere, che sostanzia il principio di Autotutela della
P.A., si esercita nei limiti temporali (10 anni) che
erano stati introdotti dal D.Lgs: 38/2000 (applicativo
della legge 144/99, della quale ero relatore in Aula a
Montecitorio), ma a partire dalla data di entrata in
vigore di quel decreto, senza estendere i suoi effetti a
periodi precedenti. La conseguenza pratica di tale,
ineccepibile sentenza è stata l'annullamento delle
migliaia di rendite di che trattasi. L'ulteriore
conseguenza, a carattere sociale e direi "etico", che si
profilava era la caduta sul lastrico di quelle migliaia
di persone, che tanto hanno dato al nostro Paese. E'
nata da qui la questione, non proprio banale, di come
rispettare la sentenza della suprema Corte e, nello
stesso tempo, come ripritinare quelle rendite. Rispetto
a tale spinoso problema, vi è stata la proposta di legge
"Campa-Santori", di cui riferisce il Marro, che nella
lettera e nella sostanza, prevedeva il ripristino delle
rendite "sic et simpliciter", dunque confliggendo in
modo palmare con la sentenza. Il contenuto di questa
proposta è stato fatto proprio da un emendamento,
sostanzialmente identico, introdotto unitariamente al
Senato da alcuni senatori di maggioranza e di
opposizione. Una volta pervenuto alla Camera, il testo
della norma in questione è stato fatto oggetto di alcuni
rilievi critici del Servizio Studi, che ne evidenziava
la chiara incostituzionalità in quanto esso faceva "in
sostanza rivivere norme dichiarate illegittime dalla
Corte Costituzionale" (cfr. Dossier Servizio Studi del
25 luglio, pag. 186). L'osservazione arrivava puntuale
ed inevitabile, in quanto incostituzionale era la
proposta di legge Campa-Santori ed incostituzionale era
l'emendamento del Senato. A questo punto, avendo nel
frattempo il sottoscritto elaborato una proposta di
legge (A.C. 5990) che si faceva carico del problema del
rispetto della sentenza della suprema Corte – proposta
elaborata sulla base del "principio di affidamento"
sull'entrata Inail da parte di quei lavoratori - mi sono
adoperato affinchè essa sostituisse il testo fatto
oggetto delle critiche di incostituzionalità, ad evitare
di trovarsi in breve tempo esattamente nella situazione
di prima, vale a dire con l'annullamento delle rendite
in questione. Evidentemente il nuovo testo, considerato
il suo tenore, non poteva che collegarsi alla condizione
reddituale dei titolari delle rendite Inail, ed è questa
la ragione dei vincoli introdotti: non si è trattato
dunque, come scrive l'articolista, di introdurre una
"versione edulcorata" di una proposta precedente, ma di
evitare di tenere in piedi una norma palesemente
incostituzionale e dunque destinata ad essere vanificata
in poco tempo. Si è trattato inoltre, sul piano del
principio, di trovare una soluzione accettabile ma
rispettando le regole del diritto, perché credo che il
nostro sia ancora un Paese in cui delle sentenze della
Corte costituzionale si debba tenere conto. Preciso, per
finire, che la mia proposta di legge, diventata testo
definitivo (cfr. art. 14 – vicies quater del decreto),
era stata fatta firmare a tutti i colleghi, di
maggioranza e di opposizione. E non aveva costituito
oggetto né di comunicati stampa né tantomeno di
conferenze propagandistiche. Anche per questo, mi
sarebbe piaciuto che l'articolo citato in premessa
avesse approfondito un po' meglio la questione e "dato a
Cesare quel che è di Cesare". Con immutata stima, on.
Lino Duilio ([ http://www.linoduilio.it

]www.linoduilio.it - [ mailto:duilio_e@camera.it ]duilio_e@camera.it)



GdS 10 VIII 2005 - www.gazzettadisondrio.it

Approfondimenti