Contributi esterni: argomento proposto da Ernesta Aloisi: La mia Roma è ora diversa da quella città che si mostrava a me quando ero una giovane romana di un tempo che non c’è più!

Contributi esterni: argomento proposto da Ernesta Aloisi:

Io, nata a Testaccio da madre trasteverina e residente
alla Garbatella, sono una vera “romana de Roma”. Ma la
mia Roma è sempre stata quella Roma silenziosa dove,
però, le meraviglie non sono più cartoline consunte di
una Roma imperiale, barocca, spesso intrisa dei pianti
folkloristici, nostalgici della vita «de ’na vorta».

La
mia Roma è sempre stata la Roma invisibile, direbbe
Calvino: la città ai margini, dove s’intrecciavano
storie diverse, famiglie, classi sociali, poteri,
mestieri, uomini e donne, ragioni pubbliche e private.
Motivo conduttore era il cortile. Spazio, oltre che
architettonico, della cortesia, dello scambio d’idee,
del vicinato, dell’amorosa conoscenza dell’altro, dove
s’affollavano fluide diplomazie, relazioni libere,
variabili, controverse, come quelle fissate dalla
poesia, cortese per l’appunto, di trovatori e giullari
medievali. I cortili di Via Luigi Orlando, per esempio,
una stretta stradina in salita, che porta al cuore della
vecchia Garbatella: i due lati della strada sono
costeggiati infatti da una serie di deliziosi villini
tutti mono o bifamiliari, ognuno col suo giardinetto
privato, con grandi alberi fioriti. Seppur ad una prima
occhiata sembrino molto simili fra loro, si possono
notare alcune differenze nei particolari: nella scaletta
esterna, nella loggia o nel portico su colonnine, sui
tetti, tutti ricoperti da tegole e fantasiosi comignoli.

Ricordo, poi, i chiostri dell’Aventino con il Testaccio
della mia infanzia. Ricordi, memorie, nostalgie,
rimpianti. Orme indelebili, incancellabili nostalgie,
profondi flashback. Orme, sì orme di una vita trascorsa
in una città incantevole, testimonianze che cerco in
questa fase vespertina della mia vita di regalare ai
miei tre nipoti (di 18, 10 e 7 anni) che altrimenti,
senza le testimonianze di “nonna Ernesta”, non
potrebbero mai conoscere perché Roma, la mia Roma è ora
diversa da quella città che si mostrava a me quando ero
una giovane romana di un tempo che non c’è più!
Ernesta Aloisi



GdS 30 IV 2005 - www.gazzettadisondrio.it

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