Contributi esterni: argomento proposto da Fabrizio Taranto Anche per mangiare si ricorre sempre di più al mutuo

Contributi esterni: argomento proposto da Fabrizio Taranto

Crescita esponenziale dell’indebitamento delle famiglie
e sempre meno beni durevoli oggetto dei prestiti
erogati, da banche e società finanziarie, agli Italiani.

Una situazione espressione di un profondo stato di
disagio sociale che non può lasciare indifferente
soprattutto il mondo della politica.

I dati sono quanto mai allarmanti: secondo uno studio
della Cgia di Mestre, da sempre attentissima allo studio
dei dati sulla qualità della vita, emerge come l’aumento
dell’indebitamento medio delle famiglie italiane con le
banche sia stato, tra il 2003 e il 2004, del 14,42%.

La provincia di Crotone guida la classifica con un
aumento del 20,78%, Genova la chiude con il 3,96% di
crescita del debito.

Molto esposta inevitabilmente la categoria dei
dipendenti a reddito fisso, privati e pubblici che essi
siano. Secondo un’analisi dell’Osservatorio Assofin nel
2004 sono aumentati del 36% i prestiti concessi ai
dipendenti privati e del 10,4% quelli ai dipendenti
pubblici, tramite finanziamento in cambio della cessione
del quinto dello stipendio, per un totale di un miliardo
e 837 milioni di euro, con prospettiva di deciso aumento
per l’anno 2005.

Sono soprattutto i lombardi che acquistano a rate,
seguiti dai laziali. In percentuale invece gli
incrementi maggiori sono stati registrati in Campania e
in Veneto (+ 21%) e nella Sicilia (+20,3%).

La preoccupazione cresce quando si analizzano i prodotti
per i quali gli Italiani contraggono i loro debiti. Non
più soltanto casa, auto, frigoriferi e beni cosiddetti
durevoli, ma persino la spesa alimentare.

Infatti i beni durevoli, con investimenti anche molto
impegnativi, erano pressoché esclusivo oggetto di
finanziamento da parte dei nostri connazionali fino a
pochi anni fa: debiti assunti con la prospettiva di un
sistema economico che correva “a pieni giri”.

Oggi non sembra più così: pagare la spesa a rate sta
diventando infatti l’ultima frontiera del credito al
consumo, che vede impegnate grandi catene di
distribuzione ed ipermercati.

Una situazione nella quale gli osservatori economici
denunciano come molte famiglie abbiano di recente dovuto
accedere ai risparmi accantonati e quanti non ne
disponevano hanno contratto impegnativi mutui con banche
e società finanziarie.

Ma quei prestiti vanno presto rimborsati, con tassi di
interesse a volte molto sconvenienti, insopportabili ed
in aumento, che hanno come primo effetto quello di
aggravare le condizioni di vita di milioni di
consumatori.

Uno studio di Federconsumatori ha evidenziato come, tra
chi contrae debiti, il 33% lo abbia fatto per arrivare
alla fine del mese: un italiano su tre si indebita
quindi per sopravvivere.

Riempi il carrello e paghi a rate. Arriva la formula “revolving”:
carte di pagamento basate sulla rigenerazione automatica
del credito a disposizione dell’utilizzatore, via via
che egli rimborsa il debito, e che al contrario cresce
ad ogni utilizzo.

Usarle è semplicissimo: alla cassa scegli di pagare a
fine mese senza interessi con l’addebito sul tuo conto
corrente bancario oppure a rate; in questo caso
l’interesse mensile varia dal 1,40% al 18,16%
(comprensivo di spese) se le rate si pagano tutto
l’anno!!!

Tutto ciò in un sistema economico nel quale è la Banca
d’Italia a indicare mensilmente qual è il tasso di
usura. Secondo Luigi Mauri della Banca Popolare di
Milano, intervistato dal periodico “Donna Moderna” nel
numero del 5 gennaio 2005, tali tassi erano “del 15,96%
per grosse somme”, ma addirittura “del 25,42% per gli
importi bassi, per esempio quelli che si pagano con le
carte di credito di alcuni supermercati”.

Mentre si allunga la fila di quanti, soffocati dalla
rateizzazione, non ce la fanno più a pagare (45.000
convenuti a rischio di pignoramento dinanzi al Giudice
di Pace solo a Milano e solo nel 2004) il nostro sistema
economico e legislativo sembra non accorgersi che il
cittadino che deve restituire dopo solo un anno la somma
avuta a prestito con il 25 % di aggravio è lo stesso cui
si riconosce un misero 2,5% di tasso di interesse legale
sui suoi crediti ed un aumento in busta paga ancora
inferiore.

Il malessere della nostra società si esprime anche così.
Prima che accada, come negli USA, che molte famiglie
dichiarino la bancarotta si intervenga: la riconoscenza
dei nostri connazionali ad un Governo che sappia
intraprendere, anche su questi temi, una politica
veramente sociale è assicurata.

Certi uomini hanno dimostrato di saper camminare, come i
nostri maestri insegnano, in piedi tra le rovine, ma
nessuno abbia a dover mai camminare tra le rovine
dell’uomo.
Fabrizio Taranto


GdS 20 V 2005 - www.gazzettadisondrio.it

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