Contributi esterni: argomento proposto da GABRIELE PULIMANTI e LUCA FIZZAROTTI: Dolenti note, studiare costa caro, forse troppo!:

Contributi esterni: argomento proposto da GABRIELE PULIMANTI e LUCA FIZZAROTTI:

Dolenti note, studiare costa caro, forse troppo! Ci
chiamiamo Gabriele e Luca e siamo due matricole della
terza Università Statale di Roma e scriviamo al giornale
nella nostra comune veste di “nuove reclute” di questa
Università italiana, sempre più esigente e ricca di
occasioni di coinvolgimento democratico. Siamo
consapevoli che le tasse universitarie sono un biglietto
dell’autobus, acquistato per il tragitto più importante
della nostra vita. Quello che ti porta ad assorbire
competenze e nozioni che poi saranno fondamentali per
l’ingresso nel mondo del lavoro ma, nel contempo
riteniamo che, anche se vale così tanto, tuttavia
l’educazione universitaria dovrebbe avere un prezzo meno
caro. Negli ultimi anni, infatti, le tasse universitarie
sono aumentate molto. Ci hanno detto che le ragioni di
tale aumento dipendono dall'acquisita autonomia degli
atenei nella determinazione dei livelli delle tasse
universitarie e l'eccessivo moltiplicarsi negli ultimi
anni dei decreti in tema di contribuzione. Dobbiamo
anche ammettere che comunque, nel nobile tentativo di
restituire un po’ di equità al sistema contributivo, le
Università hanno tentato di ripartire l'aumento dei
contributi tra le diverse fasce sociali degli studenti.
A questo punto già ci sembra di sentirvi dire che, è
universalmente riconosciuto che oggi l’istruzione è un
fattore fondamentale -specie in una società a cui piace
pensarsi come società dell’informazione e del sapere-
per cui le tasse vanno pagate, anche se un po’ salate. A
nostro parere il rischio che corre l’università pubblica
è quello di scaricare tutti gli aumenti dei costi sulle
famiglie degli studenti tramite un aumento delle tasse
universitari. E non riteniamo che le tasse più alte
permettono agli studenti poveri di studiare meglio, al
contrario questo può invece provocare il ritiro o la
mancata iscrizione degli studenti non abbastanza ricchi,
nonché della progressiva espulsione dei soggetti deboli
dalle Università (figli di operai ed impiegati, studenti
lavoratori, lavoratori studenti, studenti fuori sede).



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