Contributi esterni: argomento proposto da Gabriella Friso - Elena Cavallone: Fecondazione assistita, votare

Contributi esterni: argomento proposto da Gabriella Friso - Elena

Vi invio un intervento di
ELENA CAVALLONE, biologa, ricercatore

universitario c/o l'Università degli studi di Milano di
MILANO, socia

onoraria di Les Cultures di Lecco, impegnata da anni sia
in interventi di

cooperazione in Ucraina sia in varie associazioni
pacifiste tra cui l'

"Associazione per la pace" di MI.

Buon voto a tutti - gabriella friso


Mancano pochi giorni al Referendum. Sono assolutamente
convinta che come cittadine/i si debba votare, come si
crede meglio, ma votare.

Voglio sottoporvi le mie riflessioni sicuramente
influenzate dal fatto

che sono una cittadina, ma anche una biologa.


Come cittadina penso che così come le leggi sul divorzio
e sull'aborto

una legge più liberale sulla fecondazione assistita non
obbliga nessuno

a ricorrere a questa pratica, mantre una legge
restrittiva, come quella

vigente, obbliga coloro che possono a recarsi all'estero
e coloro che

non possono a rinunciare a una maternità e paternità
possibili. Molte

coppie che avrebbero volentieri preferito l'adozione
sono state

scoraggiate dalle troppe inchieste burocratiche e hanno
scelto questa

opzione quasi per disperazione.

Non vale nemmeno la pena di parlare dell'obbligo
d'impianto di ovuli

fecondati con gravi difetti genetici con la "facoltà" di
ricorrere poi

all'aborto, nè dell'obbligo di farsi impiantare l'ovulo
anche se gravi circostanze portano alla necessità di non
poter più avere una

gravidanza. Tutto questo è assimilabile allo stupro e dà
alla donna la

dignità di una mera fattrice, senza diritti di fronte al
Grande Ovulo

Fecondato, protetto dalla legge, che ritiene giusto
punire la donna e

farla soffrire per aver sognato di avere un figlio. A
quando la

lapidazione della reproba?


Fin qui la cittadina, come biologa non mi sento di
parlare di

"embrione", ma appunto solo di ovulo fecondato. Nella
vita fertile di

una coppia, senza problemi di salute, molti ovuli
vengono fecondati, ma

non si insediano in utero e pertanto vanno dispersi,
senza che nessuno

abbia mai pensato che si tratti di aborti spontanei.
Questo avviene

certamente in modo inconsapevole, ma ciò non toglie che
vi sia una bella

differenza tra ovulo fecondato ed embrione, che tale
diventa solo se

insediato in utero.

Studi sulle cellule staminali: il problema è
evidentemente aperto e non

è detto che gli ovuli fecondati siano i donatori più
efficaci di cellule

staminali ad uso terapeutico, migliori delle staminali
endogene che si

trovano in molti nostri tessuti. La loro assoluta "totipotenza"
potrebbe

infatti renderle meno controllabili e farle più
facilmente degenerare in

cellule tumorali. Tuttavia la ricerca è ai primi passi
(forse ai

secondi) e non si può pensare che sia più etico per un
ovulo fecondato

morire inutilmente piuttosto che salvare delle vite
compiute. Sappiamo

benissimo che il loro destino è la distruzione e allora
non vedo

francamente la differenza etica tra la donazione di
organi e la

donazione di ovuli fecondati. Quelli già esistenti sono
sufficienti per

i prossimi cento anni almeno, per cui non esisterà il
pericolo di un

 commercio di ovuli fecondati se si crea una normativa per la donazione
degli eccedenti per ricerca esclusivamente a scopo
terapeutico.

Nemmeno le cellule staminali ovviamente ci daranno
l'immortalità, perchè la morte è stata un'invenzione
necessaria perchè possa esprimersi la vita con la sua
continua creazione di sorprendenti meraviglie.  Le
staminali potranno però recuperare i tetra e
paraplegici,

risolvere o attenuare moltissime malattie degenerative
disabilitanti,

curare, meglio dei trapianti d'organo, malattie gravi ed
alleviarne la

sofferenza.


Le cellule staminali non hanno nulla a che vedere con la
clonazione tipo

pecora Dolly: lì era stato usato il patrimonio genetico
di una cellula

somatica inserendolo in un ovulo "svuotato" del suo DNA
in modo di

creare una nuova pecora identica alla pecora originaria
che era quindi

"sorella", come i gemelli monovulari, non madre di Dolly.
Un esercizio

senza chiare finalità, condannato dal suo stesso
creatore come

esperimento per mille motivi fallimentare.

Spero di non avervi scandalizzato, nè annoiato, nè
deluso, nel caso

siate esperti, per l'aproccio troppo divulgativo. In
tutti tre i casi vi

chiedo scusa.


Concludo, come ho iniziato il quesito è serio ed è
giusto esprimere

chiaramente il nostro pensiero evitando il limbo degli
ignavi che

preferiscono l'ambiguità dell'astensione al coraggio
della

responsabilità delle proprie opinioni.
Ciao Elena


GdS 10 V 2005 - www.gazzettadisondrio.it

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