Contributi esterni: argomento proposto da Luigi Cascioli Gesù Cristo non é mai esistito - il processo a Gesù attende la decisione della Corte di Appello Di processostoria2@yahoo.com

Contributi esterni: argomento proposto da Luigi Cascioli Di processostoria2@yahoo.com

Parroco iscritto nel
registro degli indagati per abuso credulità popolare e
scambio di persona, querelato da Luigi Cascioli


ROMA – VITERBO – 368.000 trecentosessantottomila è il
numero di vari comunicati inviati alle agenzie stampa,
giornali, televisioni e radio per informare gli organi
di stampa, e quindi l’opinione pubblica, della notizia
in cui un Tribunale della Repubblica Italiana dovrà
stabilire se “Cristo è esistito storicamente oppure no”.
La notizia non è stata diffusa né rilanciata nelle
redazioni giornalistiche tranne rare eccezioni. Lo
studioso Luigi Cascioli autore di “La favola di Cristo -
Inconfutabile dimostrazione della non esistenza di Gesù”
ha depositato il dirompente libro-denuncia agli atti,
come base di prova, presso il tribunale di Viterbo.
Cascioli ha querelato don Enrico Righi parroco di
Bagnoregio iscritto nel Registro degli Indagati per i
reati di “abuso della credulità popolare” (art. 661 CP)
e “sostituzione di persona” (art. 494 CP). “Il fatto che
possa essere stabilito” commenta Cascioli “che Cristo
non è esistito, segnerà la fine della dottrina della
Chiesa poiché non si potrà più dire “questo è il corpo
di Cristo” cioè il corpo di un personaggio mai esistito;
il dogma della transustanziazione, nell’Eucarestia il
pane e il vino diverrebbero il corpo e il sangue di
Cristo, non avrà più senso; anche il dogma della
“Trinità” Padre, Figlio e Spirito Santo, dove il figlio,
cioè Cristo, non è mai esistito, scomparirà”. Durante
l’ultima udienza Cascioli ha ricusato il giudice Mautone.
La Corte di Appello di Roma dovrà a breve pronunciarsi
in merito alla ricusazione. Riferimenti su
www.LuigiCascioli.it

processostoria2@yahoo.com

Il nostro commento
Questo comunicato pubblichiamo per documentare
inconfutabilmente, come dice il famoso detto, che "il
mondo é bello perché é vario" e nella varietà ci sta di
tutto, compreso codesto tale Cascioli. Convinto della
non-esistenza di Cristo - e libero di avere le sue
convinzioni e di propagandarle anche - cerca di
convincere il prossimo. Fin qui nulla da dire. C'é chi
voleva convincere gli altri del fatto che la terra non é
rotonda, chi diceva che gli americani sulla luna non ci
sono andati e Amstrong era stato il perfetto attore di
un film girato appositamente, chi profetizzava la fine
del mondo per una certa data. C'é perfino chi crede alla
non-violenza (non c'é solo quella fisica) di Pannella -
altro discorso per altri radicali a cominciare da
Benedetto Della Vedova -. C'é chi vede miracoli
dappertutto. C'é chi crede ciecamente nella
parapsicologia, senza distinguere, o negli UFO a tutti i
costi. Il mondo, appunto, é bello perché é vario e
saggezza vuole che si guardi col dovuto distacco e
magari amena tolleranza tanti di questi tasselli che
compongono il mosaico dell'umanità.

Il colmo però lo si ottiene con questa pretesa: che sia
la Magistratura a stabilire che Gesù Cristo non é mai
esistito. Immaginiamo nei tre classici gradi di giudizio
e quindi con sanzione finale della Corte di Cassazione.
Al termine dell'iter giudiziario, nella ipotesi di
accettazione dell'istanza, parroco ai ceppi e dogma
universale: la favola di Gesù Cristo é dimostrata. Si
bruci la Sindone non più Sacra. Si trasformino le Chiese
in discoteche o in templi della Dea Ragione di poco
invidiabile e alquanto sanguinolenta memoria. Si
sostituiscano i monumenti a Garibaldi, più o meno
presenti in tutte le piazze d'Italia, forse un po' meno
al sud, con monumenti, non equestri, al nuovo Carneade,
Luigi Cascioli che finalmente vedrà appagato il suo
furore iconoclasta.

Paragrafetto di circostanza
Usando di amena tolleranza un paragrafetto di
circostanza:

Lo storico pontificio Paolo Giovio, vescovo di Nocera,
aveva scritto questo necrologio, diventato famoso, di
Pietro Aretino quando si era sparsa la falsa notizia della
sua morte:

- "Qui giace l'Aretin, poeta tosco,/ di tutti disse mal
fuorché di Cristo,/ scusandosi col dir: non lo conosco".

Seppur l'Aretino passasse amenamente il suo tempo, come
dimostrano i suoi "Sonetti lussuriosi£ ed altre opere,
mentre il Cascioli lo passa meno piacevolmente inviando,
per ora, ad agenzie di stampa ecc. 368.000 comunicati,
una lapide altrettanto scherzosa, - e ne auguriamo la
collocazione il più tardi possibile in modo che lui
possa arrivare a milioni ci comunicati - va prevista:

- "Qui giace Luigi Cascioli, pure tusco
(x), come l'Aretin
lontan da Cristo, avendone scoperto l'intrigo losco".
(x) Da "Tuscia", il Nostro
essendo di Roccalvecce, provincia di Viterbo

Commento serio

C'era stato tempo fa un bel commento de "L'Espresso":

"Il problema però è che la fede e la religione non sono
materia né da giornalisti né da storici. Tanto meno da
tribunali. E poi – diciamo la verità - la parola
tribunale associata al nome di Gesù non suona bene…"

E per la verità, diciamo noi, neppure il ricorso alla
gente, Barabba docet...

E se fosse? (1)

Poniamoci un momento nella logica "storica" di questo
personaggio, faro di cultura e foriero di un avvenire
luminoso, di un futuro dunque privato da questa
truffaldina immagine del Cristo...

Cancellerà anche la memoria di quel numero enorme di
cristiani - questo é storico! - crocifissi a Roma? Di
quelli uccisi in giro per il mondo? Dei martiri di
Otranto piuttosto che di altre migliaia di siti, con
riscontri storicamente provati?

Cancellerà la più rivoluzionaria invenzione
dell'umanità: la legge dell'amore, nata nel nome di
Cristo?

Non potrà comunque mai cancellare un assunto
fondamentale: se uno crede, che una cosa sia avvenuta o
meno non ha la stessa importanza per chi non crede. Il
motivo é semplice: se si crede in Dio tutto infatti é
comunque possibile.

O che forse il Cascioli vuole cancellare dalle coscienze
e dalle menti anche il concetto di Dio? E parlarne
significherebbe "abuso della credulità popolare"? Roba
da chiodi.

E se fosse? (2)

E se anche fosse che i tribunali sancissero che
l'esistenza di Cristo non é storicamente provata, come
potrebbero non escluderla trasformando il "non provata"
in "non esistente"?

Pensiero collaterale: ma come avrebbero potuto i
contemporanei dare così forza a un movimento come quello
dei cristiani basato sul niente storico, un'adesione che
significava poi sacrifici e sacrifici rispetto alla vita
di allora e che l'appartenenza al Cristianesimo
comportava?

La morale

Ciascuno può trarre le sue conclusioni.

Qualcuno può criticare la pubblicazione. La maggior
parte dei 368.000 comunicati sono finiti nel cestino.
Hanno sbagliato i colleghi dei vari giornali. Notizie
del genere meritano di essere pubblicate. Con commento,
naturalmente. E in apposite rubriche, tipo quella di
"Striscia la notizia", ovvero "Incredddibbbile...!!!".

Appendice: la querela

Quello che segue non é una storiella inventata ma una
cosa reale, ossia il testo della querela che
ineffabilmente il tusco ha presentato. Eccone la prima
parte (diamo anche l'indirizzo Internet perché chi lo
voglia possa leggere tutto. In fin dei conti più che si
legge di questa vicenda e pi§ c'é da rimanere estasiati
(si fa per dire...).


"13 settembre 2002

Luigi Cascioli deposita querela presso il Tribunale di
Viterbo contro don Enrico Righi, parroco di Bagnoregio,
quale rappresentante dei ministri della Chiesa, per
abuso di credulità popolare e sostituzione di persona.


ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI
VITERBO

Il sottoscritto Luigi Cascioli, residente in Roccalvecce
(Viterbo), via delle province n. 45/b

ESPONE QUANTO SEGUE

Il sottoscritto, dopo lunghi e approfonditi studi
consistenti anche (e non solo) in un'esegesi testuale
del Vecchio e del Nuovo Testamento, è arrivato alla
conclusione che molti dei fatti presentati come veri e
storici dalle cosiddette “Sacre Scritture” sono in
realtà dei falsi, primo fra tutti la storicizzazione
della figura di Gesù il Cristo, per buona parte mutuata
sulla figura di Giovanni di Gamala, figlio di Giuda,
discendente diretto delle stirpe degli Asmonei .


Le motivazioni che hanno condotto il sottoscritto a tale
conclusione sono dettagliatamente esposte nel libro che
si allega al presente esposto, del quale costituisce
parte integrante e sostanziale.


Con il presente esposto non si vuole contestare la
libertà dei cristiani di professare la propria fede,
sancita dall'art. 19 della Costituzione, ma si vuole
stigmatizzare l'abuso che Chiesa Cattolica commette
avvalendosi del proprio prestigio per inculcare come
fatti reali e storici quelle che non sono altro che
invenzioni.


Un chiaro esempio di tale abuso è stato commesso da don
Enrico Righi (parroco di Bagnoregio) allorché ha
sostenuto, nel bollettino della parrocchia di S.
Bonaventura in Bagnoregio n° 245 marzo-aprile 2002, la
figura storica di Gesù affermando falsamente di essere
figlio di Giuseppe e di Maria (personaggi anch'essi
quanto mai immaginari e quindi storicamente
inesistenti), di avere avuto i natali dalla città di
Betlemme e di essere cresciuto a Nazaret. Che la figura
di Gesù sia stata costruita per intero su quella di
certo Giovanni di Gamala, figlio di Giuda detto il
Galileo, risulta in maniera inconfutabile da una sì
grande quantità di prove da togliere ogni dubbio sulle
falsificazioni operate dai redattori dei Vangeli.
Basterebbe soltanto quella riguardante la trasformazione
dell'appellativo Nazireo, con cui veniva chiamato
Giovanni di Gamala, in quello di Nazareno data a Gesù,
quale abitante di Nazaret, per dimostrare nella maniera
più assoluta la sostituzione di persona.


Da un punto di vista penalistico, tali falsificazioni
storiche possono integrare le fattispecie di due reati:
L'abuso della credulità popolare e la sostituzione di
persona (nel caso di Gesù Cristo)

Chi volesse leggere tutta la querela può leggere il
seguito (che non pubblichiamo per ragioni di spazio)
all'indirizzo

http://www.luigicascioli.it/1querela_ita.php ".


GdS 20 V 2005 - www.gazzettadisondrio.it

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