Contributi esterni; argomento proposto da Nemo Canetta: Ho ricevuto questo articolo, del Riformista, che vi giro

Contributi esterni; argomento proposto da Nemo Canetta:

Ho ricevuto questo articolo, del Riformista, che vi
giro.

E' la prova che esiste una sinistra "riformista" con cui tutti
noi possiamo dialogare e magari anche riconoscerci,
assai lontana dai "bandi" e dagli "ukase" laicisti
radical-scic e da Rifondazione Comunista.

Resta però una domanda, che giro agli amici riformisti :
come sarebbe possibile un governo di centrosn, con Rifondazione
Com. con cui neppure Cofferati - che certo di dx non è -
riesce a dialogare? Dove ci porterebbe un simile
governo? Ma siamo proprio sicuri che un simile governo
sarebbe positivo per l'Italia (anche dal punto di vista
riformista)?

Buona lettura a tutti ed a presto.
Nemo Canetta


*****************

Ma Ratzinger non è il sindaco di Teheran

€ da Il Riformista del 27 giugno 2005, pag. 1


Sulla prima pagina dell' "Unità" di sabato c'era una
vignetta di Staino che valeva, come si suol dire, un
editoriale. Ciampi dice al papa: "Sono orgoglioso di
questo stato laico". E il papa, un po' sornione: "Che
strano anch'io". La verità è che la nuova Chiesa
italiana sta nello stato laico come un topo nel
formaggio. Meglio di così non si poteva fotografare la
singolare tendenza della sinistra italiana a combattere
battaglie di retroguardia. Né contrasto più forte si
poteva creare con i titoli che i giornali di sinistra
avevano dedicato, quello stesso giorno, alla visita del
pontefice al Quirinale. Ce n'era uno che recitava
addirittura: "Ciampi riscatta l'Italia del SI". Ogni
volta che la sinistra perde una partita, tende sempre a
prendersela con le condizioni del terreno di gioco
(troppa TV, poca laicità), invece che con se stessa.
Allo stesso modo giudicò la vittoria di Berlusconi come
un'usurpazione che solo il ripristino di condizioni di
legalità, affidato ai giudici-arbitro,poteva riscattare;
così ora chiede all'arbitro Ciampi di riscattare la
sconfitta al referendum.


Questo atteggiamento denuncia allo stesso tempo
arroganza e debolezza intellettuale. Le ragioni
dell'avversario non meritano mai la vittoria, dunque non
è necessario sottoporre a giudizio critico le proprie.
In questo modo si concedono al nemico di turno praterie
di buone ragioni. Qualche giorno fa Gianni Riotta, sul
"Corriere", invitava la sinistra a non regalare Tony
Blair alla destra italiana. E l'invito potrebbe
risultare perfino pleonastico, visto che Blair è un
socialdemocratico europeo regolarmente iscritto
all'Internazionale socialista. Si potrebbe oggi invitare
meno pleonasticamente la sinistra a non regalare
Ratzinger e i cosiddetti valori alla destra italiana.
Dipenderà infatti dall'opposizione quanto la prossima
competizione elettorale smetterà di vertere
sull'economia (dove il centrodestra perde sei a zero) e
si trasformerà in un confronto politico e ideologico,
dunque molto poco laico, sui valori. Anche perché ci
sono valori cattolici che meritano ampiamente di essere
condivisi, seppure in un laico confronto sul modo
migliore di servirli.


Per esempio: la libertà dei genitori di scegliere per i
propri figli l'educazione e l'istruzione che più
ritengono adeguata non smette di essere un valore
liberale perché Ruini lo declina come una richiesta di
aiuti pubblici alle scuole cattoliche. Il sostegno della
fiscalità al volontariato che svolge funzioni pubbliche
nel terzo settore non smette di essere un'idea moderna
di riforma del welfare perché è il cavallo di battaglia
della Compagnia delle Opere. E la centralità, perfino
economica, della famiglia nella società italiana non può
essere contestata solo perché si pensa ­ come anche noi
pensiamo ­ che sia meglio il "piccolo matrimonio" dei
PACS che il nessun matrimonio delle coppie di fatto,
dove il partner più debole è esposto alle intemperie
delle relazioni d'amore. Se cominciamo con Rifondazione
che attacca Prodi perché da palazzo Chigi accrebbe i
finanziamenti pubblici alla scuola pubblica cattolica
(ricordiamo che per una legge del centrosinistra, detta
di parità scolastica, è oggi "scuola pubblica" anche
quella), cominciamo nel peggiore dei modi.


La sinistra è maestra nel fare regali all'avversario.
Prendiamo il caso di Formigoni. L'impasto di
modernizzazione e di valori con cui ha governato la
Lombardia non è mai stato riconosciuto per quello che
era: riformismo con cui fare i conti. Così oggi
Formigoni porta in dote a un futuro centrodestra
aberlusconiano un blocco sociale sul quale una sinistra
moderna avrebbe avuto più di una parola da dire. O
prendiamo il caso di Cofferati, lasciato solo a
combattere sul fronte delle metropoli una battaglia di
valori che dovrebbe essere la bandiera del
centrosinistra, quella per la legalità. A Bologna
Rifondazione rifiuta perfino di firmare documenti in cui
appaia quella parola, e in altri tempi la sinistra
ufficiale si sarebbe precipitata sotto le Due Torri,
come fece con Zangheri, per difenderla perinde ac
cadaver. Ora, invece, sembra quasi che ne sia
imbarazzata, solo perché la usano i castratori della
Lega.


I valori non sono di destra e Ratzinger non è il sindaco
di Teheran. L'Italia del SI (che aveva ragione perché
non disprezzava la vita, ma anzi ne predicava una difesa
attiva che rendesse più facile procreare e più possibile
guarire) non sarà riscattata dai soliti appelli alla
Costituzione, rifugio inesorabile degli sconfitti, il
cui articolo 7 fu peraltro giudicato, dai laicisti
dell'epoca, un cedimento alla Chiesa da parte di
Togliatti. Quell'Italia non considererà mai la Chiesa il
suo nemico politico, neanche nella sua forma più
recente, assertiva e sicura di sé. Chi le consiglia di
accettare la caricatura che ne fa l'avversario, come di
un deserto cinico privo di valori, lo spinge solo verso
sconfitte più irrimediabili di un referendum.


GdS 10 VII 2005 - www.gazzettadisondrio.it

Approfondimenti