Ricordiamo Salvo D’Acquisto

Riceviamo e pubblichiamo:

Io sono, ora, purtroppo vedova, ma, quando c'era mio
marito spesso lo accompagnavo, sia per lavoro, sia per
trovare alcuni nostri amici comuni, a Torrimpietra. Ed
ogni volta che andavamo lì, i nostri amici ci parlavano
sempre di Salvo D'Acquisto, che, allora, ancora non era
ancora così conosciuto come lo è, giustamente, oggi.
Infatti sessantuno anni fa, il pomeriggio del 23
settembre 1943, Salvo D'Acquisto, offrì la propria vita
per salvare quella di 22 persone, rastrellate poco prima
dai nazisti, nel territorio di Torrimpietra, vicino
Roma, dove i tedeschi lamentavano di aver subito un
attentato, la sera prima, nella Torre di Palidoro, ai
danni di un reparto delle SS che provocò la morte di un
loro soldato. Secondo me è importante comprendere il
vero significato del gesto di Salvo D'Acquisto e così
contribuire alla causa di beatificazione. Era un
ragazzo, come tanti, ma non esitò a donare la propria
vita per amore verso gli altri da vero cristiano. La
mattina del suo sacrificio, quando in molti fuggivano
dalle loro responsabilità, prese la comunione e visto
inutile ogni tentativo di far desistere i tedeschi da un
inutile quanto crudele strage di innocenti, si offrì al
plotone di esecuzione, dichiarandosi il responsabile di
quei 22 inermi ostaggi. Un vero testimone della fede
cristiana e da oltre 60 anni, in attesa di essere
innalzato agli onori degli altari. Una testimonianza di
fede simile a quella che offrì padre Massimiliano Kolbe
nel lager di Auschwitz.

Per questo motivo Salvo
D'Acquisto merita senz'altro, secondo me e lo meritava
anche secondo mio marito, di essere al più presto
Beatificato.
Ernesta Aloisi Pulimanti


GdS - 30 XI 04 - www.gazzettadisondrio.it

Ernesta Aloisi Pulimanti
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