La sanità nei piccoli comuni

Riceviamo e pubblichiamo:

Alla Sollecitazione del Coordinamento Piccoli Comuni sulla vergogna
della sanità nei piccoli comuni, risponde il Senatore
Egidio Pedrini con un'interrogazione parlamentare al
Governo.

Il Coordinamento Nazionale dei Piccoli Comuni Italiani
ha stabilito un rapporto organico con il Senatore Egidio
Pedrini.

Il Senatore Egidio Pedrini, Gruppo per le Autonomie,
consigliere comunale e provinciale fin da giovanissimo,
oggi è sindaco di Zeri (1315 abitanti, 72 Kmq, detto
anche il "Passo dei Tre Confini" in quanto "confina" con
Liguria, Emilia Romagna e Toscana).

Il Senatore Pedrini interpreta nelle sue iniziative
politiche il grande impegno che profondono gli
amministratori locali, le difficoltà che essi incontrano
quotidianamente nel concreto e soprattutto le reali
esigenze dei dieci milioni di cittadini che vivono nelle
piccole comunità italiane.

Interrogazioni presentate:

-
sulle acque/acquedotti;

-
ICI sulla prima casa,

-
sulle guardie mediche e assistenza sanitaria.


L'INTERROGAZIONE

SEN. EGIDIO
PEDRINI - Al Presidente del Consiglio dei Ministri e al

Ministro della Salute.


Premesso che:

nei piccoli comuni italiani vi è una drammatica
situazione dal punto di vista sanitario: la guardia
medica non c'è, il medico di famiglia non esiste, ed il
pediatra è un lusso per qualche ora la settimana: in
questa vergognosa condizione sanitaria versano 280
piccoli comuni italiani al di sotto dei 2000 abitanti;


per piccole comunità come comuni in Valbormida in
Liguria, Celle di Sanvito in Puglia, o Monterone e
Castino in Piemonte, o Castelpoto in Campania, Liguria,
Enego in Veneto, Lauco in Friuli, Secinaro in Abruzzo,
Tavenna in Molise, Leonessa nel Lazio, Sellia in
Calabria, Craco e Cirigliano in Basilicata Sutera in
Sicilia..., il diritto alla salute sancito dalla Carta
Costituzionale è stato limitato;


per migliaia di cittadini, donne, anziani e bambini
l'assistenza sanitaria è insufficiente e in questo
specifico caso, il passaggio dei poteri alle Regioni in
materia di sanità, ha sostanzialmente rappresentato,
finora, un peggioramento;


all'assenza del livello centrale si aggiunge infatti una
nuova forma di centralismo regionale che tende ad
utilizzare le risorse disponibili prevalentemente nelle
aree metropolitane;


avviene così che si verifichi una più marcata differenza
di trattamento all'interno delle stesse macro realtà
territoriali;


basti pensare ai piccoli comuni della montagna e alla
loro condizione al limite della sopportazione per
migliaia di famiglie che in assenza dei più elementari
servizi sono costrette loro malgrado ad una forzata
emigrazione. Per centinaia di dializzati, secondo uno
studio dei dipartimenti sanitari di alcune Asl di
diverse regioni, le più colpite sono persone anziane che
vivono nelle aree interne e soprattutto nei piccoli
comuni, come dimostra uno studio del dipartimento di
Assistenza in Nefrologia, Dialisi e Trapianto di rene-
Comprensorio di Foggia;


vi sono persone anziane costrette a percorrere decine di
chilometri per raggiungere i centri dialisi in
condizioni di totale disagio, a bordo di mezzi privi di
confort;


persone anziane costrette a viaggi disagevoli per un
semplice prelievo del sangue. Per non parlare del
servizio 118, il pronto intervento, che in tantissimi
piccoli comuni italiani non esiste, e dove è presente è
carente di tutto, dall'assenza del medico a bordo, alla
totale mancanza di strumenti adeguati, nella cornice di
un personale di puro volontariato, e per nulla formato;


questo servizio che se organizzato anche per due sole
ore al mese eviterebbe disagi, se non addirittura
rinuncia alla richiesta di prestazione, trova una
richiesta economica assurda da parte degli uffici ASL;


nel comprensorio montano della Lunigiana (provincia di
Massa), l'ospedale di Fivizzano, fino ad oggi preposto
ad effettuare le analisi cliniche per buona parte della
popolazione della vallata, ha sospeso questo servizio!
Per tutta la popolazione residente i campioni di sangue
vengono spediti a Carrara, con le conseguenze che si
possono immaginare! Lo stesso ospedale di Fivizzano si
trova in condizione di crisi e pressoché quotidianamente
provvede a ridurre le tipologie di servizi forniti;


siamo in presenza di un quadro tragico che sembra
sfuggire all'attenzione della politica italiana, sempre
più incartata e lontana dai problemi reali dei
cittadini;


nella stragrande maggioranza dei servizi di guardia
medica (peraltro, non sempre costituiti in ognuno di
questi piccoli comuni) non c'è nulla, non vi è alcuna
dotazione, e molto spesso i medici sono costretti a fare
riferimento solo alla loro personale professionalità;


sembra quasi che la salute dei cittadini non sia un
diritto naturale e costituzionalmente protetto;


i costi per le famiglie negli ultimi cinque anni sono
notevolmente lievitati;


per fare una qualsiasi visita specialistica, esse sono
costrette a raggiungere, nella maggior parte dei casi,
il comune capoluogo, ovunque sia soprattutto nel Sud, e
questo nonostante i miliardi spesi inutilmente in Italia
per l'allestimento di poliambulatori, destinati nelle
intenzioni a diventare centri territoriali per le cure
specialistiche e divenuti invece delle cattedrali nel
deserto;


vi è una condizione di totale disagio che richiede in
maniera definitiva una riflessione seria sui diritti dei
cittadini che vivono nelle piccole comunità, sempre
emarginati e sempre più periferia, ironia della sorte,
proprio nel tempo della comunicazione e del villaggio
globale;


ai piccoli comuni italiani,stanno letteralmente rubando
l'anima e questo è un errore grave ed imperdonabile nei
confronti delle nuove generazioni che vivranno l'Europa
dei popoli senza radice e senza identità. Dove non c'è
storia, non c'è passato e non ci sarà futuro.



Alla luce di quanto esposto, si chiede di sapere


quali iniziative intenda assumere il Governo per
risolvere il problema della tutela della salute per quei
cittadini che si trovano a vivere nei piccoli comuni
italiani. Si chiedono adeguate iniziative del Governo,
sia per il miglioramento del livello delle prestazioni
sanitarie, sia soprattutto per il pronto stabilimento di
un adeguato livello di tutela sanitaria per le
emergenze, in grado di garantire in modo sufficiente
anche i cittadini italiani residenti in piccoli comuni e
in zone geograficamente periferiche;


chiede altresì


se il Governo intenda perseguire il medesimo obiettivo
nelle sedi di concertazione stato-regioni-enti locali a
ciò istituzionalmente deputate, esercitando un ruolo di
pressione e sensibilizzazione in particolare verso gli
enti regione.

Virgilio Caivano



GdS - 30 XI 04 - www.gazzettadisondrio.it

Virgilio Caivano
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