IL TICKET SUI FARMACI E SUL RESTO


Riceviamo e pubblichiamo (con nota del
direttore in calce):


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Gentile Direzione

Le mando questa lettera, veda se ritiene utile
pubblicarla, grazie.

No ai ticket sui farmaci: la salute non è merce.

Buona salute a tutti.

È arrivato il regalo di Natale e di capodanno, per i cittadini lombardi, con l'introduzione di nuovi
ticket, sui farmaci, sul pronto soccorso, sulle prescrizioni
diagnostiche. Questa è la differenza che fa del centrodestra,
togliere diritti, tagli allo stato sociale, alla sanità
pubblica, alla scuola pubblica, alla previdenza ed assistenza.
Quello che il governo precedente di centrosinistra aveva
migliorato, e che nella sanità portava all'abolizione degli
odiosi ticket a partire con il primo Gennaio 2003, (odiosi
ticket dico perché vanno a colpire gli anziani, gli ammalati)
i cittadini più deboli e più bisognosi) è stato annullato. Quando
invece ci sarebbe bisogno di una sanità moderna che metta al
centro il cittadino, la persona.

E che siano riconosciuti i suoi
bisogni e i suoi diritti alla salute e che sia garantita la
salute a tutti i cittadini dal nord al sud d'Italia.

I
cittadini, le famiglie rischiano di pagare un prezzo pesante
alle politiche del centrodestra. I lombardi hanno già pagato in
questi ultimi due anni prezzi alti a queste politiche del
centrodestra lombardo, ogni anno paghiamo sempre più tasse
regionali per coprire il buco di bilancio nella sanità, causato
dalla giunta regionale lombarda di centrodestra, sono stati
tagliati già molti posti letto per le persone anziane non
autosufficienti, e il brutto sembra deva ancora venire, con
altre chiusure di altre strutture ospedaliere, e servizi, e di
altre svendite.

E una vergogna per persone che hanno lavorato
una vita che nel momento del bisogno sono lasciati soli con le
famiglie in grave difficoltà. Andando avanti di questo passo la
rete ospedaliera e l'assistenza pubblica, rischia una vera
crisi, e di non garantire un soddisfacente livello dei servizi.
Costano sempre più care le scelte di politica sanitaria della
giunta regionale lombarda, con la sua apertura massiccia ai
privati, e con la spinta ad un consumo sfrenato di prestazioni
sanitarie private, come se la sanità fosse un grande
supermercato in cui acquistare di tutto e di più. Si ricordino
questi signori che la salute non è merce. Da qui l'aumento delle
tasse negli anni scorsi e quelli futuri, tagli fatti e futuri,
l'aumento dei costi per i cittadini e per le famiglie. Anche le
scelte contenute nella finanziaria 2003 del governo italiano di
centrodestra in linea con quello regionale, tagliano le risorse
per la sanità pubblica e lo stato sociale, aggravando ancora di
più il problema. La devolution di Bossi non è federalismo ma un
modello che fa saltare i diritti delle persone, e va a colpire
il Servizio Sanitario Nazionale, i suoi principi e obiettivi
universalistici, di solidarietà e del diritto alla salute per
tutti i cittadini. Il centrodestra si prepara a destrutturate il
sistema di garanzia e di sicurezza sociale.

Chi avrà le possibilità economiche potrà farsi una assicurazione
privata avendo i servizi migliori, chi non avrà tale possibilità
dovrà accontentarsi di prestazioni più scadenti, di serie B, e
di un sistema sanitario pubblico lasciato peggiorare. Io penso e
credo che sarebbe meglio che tutti insieme cari cittadini, ci
battessimo per un cambiamento, per un miglioramento della sanità
pubblica, per qualificare i servizi, per abolire le liste di
attesa, per abolire i ticket, per semplificare le procedure per
accedere ai servizi, meno burocrazia, per mettere al centro
delle scelte il cittadino, la persona , e soprattutto i bisogni
di salute, di sicurezza, di serenità, dei più deboli. Se nelle
scelte sanitarie riusciremo a far prevalere questo avremo
sicuramente una sanità migliore, più umana, più giusta per
tutti.
Francesco Lena

Nella nota del lettore
coesistono due aspetti: quello relativo ai contenuti del
provvedimento e la posizione politica. Sulla posizione politica
non entriamo per la linea del giornale, pur facendo presente che
non riteniamo che la realtà sia tutto bianco o tutto nero.
Secondo le tendenze possono esserci  grigi tendenti al
chiaro e grigi tendenti allo scuro...

Per quanto attiene i contenuti abbiamo sempre sostenuto, da
molti anni a questa parte, l'indispensabilità di coinvolgere il
cittadino per evitare i grandi sprechi che ci sono. Ciascuno di
noi del resto ha nella farmacia familiare tubetti, bottigliette,
pastiglie e che periodicamente, dopo la scadenza, finiscono in
discarica. Quindi una sua utilità il ticket obiettivamente l'ha.

A due condizioni, come abbiamo sempre scritto.

- La prima é l'esenzione per chi ne ha bisogno (terapie
continuate, medicinali rari, persone più deboli ecc.), non però
come anni fa quando l'elenco degli esenti, definito nelle sedi
locali, era diventato chilometrico.

- La seconda riguarda un servizio che difficilmente si riesce
avere: la sistemazione dei denti, un aspetto sempre ignorato da
tutti, sindacati compresi, nonostante che quando se ne abbia
bisogno occorre accendere un mutuo per pagare la parcella...

Questa posizione, sempre sostenuta, vale anche oggi dopo il
provvedimento della Giunta Regionale che - questo va detto -
poteva essere meno frettoloso e più ragionato.

NdD


GdS - 28 XII 02

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Francesco Lena
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