UN'ESPERIENZA TUTTA DC

di Alberto Frizziero

Questione di esperienza
Se in premessa ricordo di avere ricoperto incarichi e politici
(ovviamente nella DC) e istituzionali, a livello provinciale,
regionale e nazionale non è per sfoggiare distintivi o acquisire
benevolenza anticipata. Il tuffo nel passato ha l’unico scopo di
sottolineare un’esperienza alle spalle e quindi che la presente
espressione di valutazioni - che può essere condivisa, in toto o
in parte, o addirittura non essere condivisa- non è estemporanea
mala sintesi di una elaborazione che parte da lontano. Partire
da lontano significa anche fare tesoro dell’insegnamento di
Socrate secondo il quale saggio è colui che sa di non sapere. In
un momento in cui tutti, specie nel mondo politico, sanno tutto
e si comportano in coerenza con la loro ferrea convinzione di
enciclopedici del terzo millennio manifestare in controtendenza
umiltà socratica non è affatto una mossa tattica, pure peraltro
produttiva, ma atto di coerenza con i valori che per ciascuno di
noi sono stati e sono tuttora riferimento essenziale.

No al contrasto permanente

Umiltà vuole che si parta dall’assunto che nessuno è depositario
della verità. Cosa ovvia? Una delle tre leggi della futurica di
I. Asimov recita: "Rifletti sull'ovvio perché pochi lo vedono".
Riflettendo, vediamo in particolare la recita quotidiana sul
teatro della politica.

Se parla il Presidente del Consiglio l’opposizione è becera,
bugiarda e quant’altro. Se parla un leader di opposizione, il
Governo sbaglia tutto e conta storie. Non si tratta di una
normale dialettica ma di un ferreo contrasto permanente. Il
guaio è che questo continua anche in momento in cui l’interesse
del Paese vorrebbe uno sforzo di sintesi, non su tutto, ma
almeno su problemi di grande interesse nazionale. Un quarto di
secolo fa pur in tempi di forte tensione politica c’erano
momenti in cui – vedasi la politica estera – il superiore
interesse nazionale prevaleva sulle pur legittime esigenze di
parte.

L’on. Berlusconi e i suoi alleati non risulta a chi scrive che
abbiano conseguito una laurea in onniscienza.

L’on. Rutelli o l’on. Fassino e alleati più o meno stretti non
risulta abbiano conseguito una laurea in onniscienza.

Lo scontro eretto a sistema impedisce, almeno sui problemi
fondamentali, una sintesi che per definizione risulterebbe
meglio del risultato che una parte, quale sia questa parte, può
ottenere.

Vale a Roma, ma spesso vale anche man mano che ci si cala
nell’estrema periferia, esclusi forse i piccoli Comuni ove il
legante politico non è così forte da andare oltre al legante
comunitario.

Invito ai democristiani di oggi

Di qui la via per la DC, un’occasione unica, forse irripetibile,
secondo la parte più nobile della politica. Una via che, se
coerentemente seguita, potrebbe addirittura dimostrare la
preminenza della posizione politica persino sui numeri, che pure
in politica, in democrazia, hanno grande importanza. Numeri che,
avendo il coraggio di lavorare per il futuro in termini
strategici potrebbero esserci sì oggi in misura ridotta aprendo
però per il domani (diciamo tre anni) scenari oggi neppure
preventivabili.
La DC deve avere il coraggio di tenere una posizione di assoluta
distinzione sia con la CdL che con l’Ulivo. Il Governo, chiunque
sia a governare, fa bene? Si plaude. Il Governo non fa bene? Si
presentano proposte correttive o alternative che non sono figlie
di un ruolo politico, come in genere avviene per l’opposizione,
da chiunque formata, ma esclusivamente basate sui contenuti.

Se le proposte sono accolte si acquisisce consenso fra i
cittadini.

Se non sono accolte si acquisisce consenso fra i cittadini
esercitando una forte azione critica che non dipende dal ruolo
politico ma dall’essenza dei problemi.

Parliamo di Governo, ma evidentemente questo vale a tutti i
livelli, anzi comincia proprio dal livello locale, Comuni e
Provincia, ove può essere più diretto e incisivo il rapporto con
cittadini ed elettorato.

Questa posizione, univoca e non ondivaga nei confronti del
livello di Governo, ad ogni livello, deve avere due presupposti
fondamentali: fedeltà ai valori e significativo approfondimento
dei contenuti schierando dunque una classe dirigente all’altezza
dei problemi e tale da formare adeguatamente le nuove leve.

La Democrazia Cristiana, che ha avuto in passato tanto potere –
e nella maggioranza dei casi interpretandolo come servizio –
deve dimenticare il potere. Per il momento, s’intende. In
democrazia infatti il potere è il legittimo obiettivo di
chiunque opera in politica, persino un dovere se si intende
passare da critiche e proposte alle iniziative e alle
realizzazioni.

La Democrazia Cristiana deve costruire le premesse per poterlo
avere domani.

Fosse forte la seduzione, d’una o d’altra parte, bisognerebbe
fare come fece Ulisse che volle sì sentire il canto delle sirene
ma facendosi legare per non cedere.

Una DC che si schierasse, con gli uni o con gli altri, potrebbe
avere qualche poltrona per ricompensa, e qualche amico potrebbe
essere, temporaneamente anche lui, gratificato ma a Piazza del
Gesù si potrebbe, anzi si dovrebbe, chiudere bottega.

La linea della DC di Sondrio vale per l'Italia
Una linea in definitiva efficacemente tracciata dalla Democrazia
Cristiana di Valtellina e Valchiavenna, per molti anni
maggioranza assoluta in provincia, in un documento del 3
dicembre scorso:

- quando ha ribadito la fedeltà ai valori che furono alla base
della nascita della DC e del suo determinante contributo alla
ricostruzione e allo sviluppo del Paese, nonché, per quanto ci
riguarda, ad un significativo, grande, sviluppo della provincia.

- quando ha confermato, sul piano politico, una linea autonoma
di centro pur nel rispetto di tutte le altre posizioni
coerentemente con i valori professati, fra cui quello
fondamentale del vivere democratico con il libero confronto
delle idee.

- quando ha definito la linea da seguire in occasione delle
prossime elezioni amministrative, con posizioni autonoma di
centro – senza associazione dunque a CdL o Ulivo, sia nel primo
che nel secondo turno - per le elezioni provinciali e articolata
per quelle comunali secondo il ruolo sempre avuto dalla DC come
Partito delle Autonomie Locali. Una linea che, attuando il
principio della politica come servizio, non mira a posizioni di
potere ma guarda ai contenuti privilegiando il metodo della
partecipazione più ampia possibile.

- quando infine ha rivolto un appello ai tanti democratici
cristiani, ma anche ad altri che condividono i principi
enunciati, di contribuire alla realizzazione di un disegno
organico di sviluppo della provincia, senza nostalgie né fughe
in avanti, senza mire di potere né tempi predefiniti, ma con il
comune impegno di rendere un servizio alla nostra gente.

( dcsondrio@email.it )
Alberto Frizziero



Gds - 30 IV 2003 -
www.gazzettadisondrio.it

Alberto Frizziero
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