C'ERA UNA VOLTA LO SPEGNIMOCCOLO, O SPEGNI MOCCOLO. ADESSO, ANCHE SENZA CANDELE, CE NE SONO TANTI PER LE STRADE (periferizzate) DI SONDRIO. 12.6.30.18
Dal dizionario: "Spegnimoccolo: sostantivo maschile. E' un arnese a forma conica e munito di asta col quale si spengono, senza scottarsi, lumi e candele. E' usato attualmente dal sagrestano in chiesa".
Dalla storia dell'illuminazione: "Nel periodo Vittoriano era considerato molto poco educato per il "gentil sesso" spegnere le candele con le mani e questo creò una forte richiesta di attrezzi che permettessero di estinguere la fiamma in modo gentile. Moltissimi spegnimoccoli sono quindi stati prodotti e introdotti nella metà del diciannovesimo secolo".
Da una pubblicità attuale: "Spegnimoccoli in peltro: i nostri smorza candele hanno un aspetto massiccio ed una patina particolare, mai cupa. Maneggiarli è piacevole ed acqua e sapone sono sufficienti a ridare loro l'originaria tonalità. Ogni articolo è lavorato manualmente con una lega composta da stagno (95%), antimonio e rame. La lega usata risponde a tutti i requisiti CEE ed USA per l'uso alimentare".
Costume: "Presso le famiglie abbienti, era immancabile lo spegni moccolo, talvolta dotato di lunghe aste per accedere alle luminarie a muro o a soffitto, idoneo alla funzione contraria".
Semplice: "Era uno di quegli arnesi che usavano in chiesa per spegnere le candele".
Adesso ce ne sono tanti. Basta fare due passi sul Lungomallero Cadorna. C'erano splendidi globi a grappolo scelti allora, Sindaco Primo Buzzetti, dall'ASM presieduta da Adriano Campodoni dopo essersi inteso con la Soprintendenza. Davano l'idea, guardando dal Ponte Matteotti in giù, di una città degna d'essere l'epicentro di una provincia turistica, come, del resto, l'illuminazione della Piazza Garibaldi.
Da una soluzione prestigiosa ad una da periferia milanese. Andare a vedere per credere.
La trovata trova difensori solo chi non vuole critiche all'Amministrazione. Noi non siamo fra i critici per ragion politica, ci mancherebbe altro! Siamo, come tanti altri (possibile che i contrari li troviamo solo noi con i favorevoli chissà dove?). Noi constatiamo. Basta andare là la sera, ricordando i globi. Nei giorni scorsi ne erano rimasti alcuni. Il confronto era impressionante. Come si fa a non usare la lapidaria definizione "incultura".
La difesa; le norme. Le conosciamo. Non ce ne sono a livello nazionale. Ce ne sono in Lombardia: Legge Regionale 27 marzo 2000, n. 17 ( modificata dalle L.L.R.R. 5/05/2004, n.12; 21/12/2004, n. 38, 20/12/2005, n.19, e 27/02/2007 n. 5). E la Lombardias é piena di illuminazione pubblica che manda la luce anche verso l'alto.
Se c'è da fare un impianto nuovo sta bene, anche se in questo caso si può avere maggior buon gusto nella scelta, ma andare a cambiare l'esistente che ha fra l'altro una sua logica, quella dell'arredo urbano, è scelta ideoilogica. E costosa, chiunque ci metta i soldi.
Risparmio? E allora il settimo ponte? E allora le luci dello stadio spesso accese quando in campo non c'è più nessuno?
E adesso a chi tocca?
Alla splendida illumuinaziione d'ingresso in città (Viale dello Stadio e Viale Milano) che avevano solo Sondrio, Torino e Parigi perchè l'ENEL, che era quasi monopolista escluse le città con municipalizzata, voleva mettere solo i suoi lampioni?
Alla illumnazione del Castello Masegra che da solo comporta un inquinamento luminoso come tutto il Lungomallero?
Anna 2012: era degli spegnimoccoli!