ARGOMENTO PROPOSTO DA Franco RABBIOSI (PER LO IAPS - Intergruppo Acque Provincia di Sondrio): LE PREDICHE ED IL PULPITO

Alcune considerazioni dell’Intergruppo Acque sull’intervista rilasciata da Corrado Fabi, presidente di Confindustria Sondrio ed apparsa sul quotidiano “La Provincia” del giorno 21 settembre con il titolo “Gli industriali : energia,no alle moratorie”. Non siamo “ vittime di preconcetti o negazioni aprioristiche ne ricorriamo “ alla demagogia ed al facile consenso “ se non ci dichiariamo stupiti per questa presa di posizione . E’ ben comprensibile infatti che alcuni industriali – o pseudo tali – cerchino di fare business con quanto di più facilmente

lucroso esista oggi in provincia,ed ancor più comprensibile che Fabi si dichiari così sensibile al problema dei piccoli salti avendo egli stesso avanzato domande di concessione idroelettrica in Valmalenco sui torrenti Mallero, Antognasco e Torreggio. Il pulpito e la predica verrebbe da commentare. Ma la sua logica appare davvero monca. Fabi sostiene infatti che “ l’energia serve,è fonte di

benessere “, che “ è necessario valorizzare tutte le risorse che il nostro territorio ci offre “, ma rifiuta o si scorda di effettuare qualsiasi analisi della attuale situazione dello sfruttamento idroelettrico in provincia. Ma proprio da tale analisi nascono le nostre posizioni. : IL NOSTRO TERRITORIO E’ INDECOROSAMENTE SFRUTTATO E NON E’ IN GRADO DI SUBIRE ULTERIORE SFRUTTAMENTO, dal quale,peraltro,si ricaverebbero briciole aggiuntive di

energia a fronte di un costo assai elevato, pagato dall’intera collettività, con la distruzione dei pochi ambiti naturali rimasti in Provincia.

La valutazione ambientale strategica per studiare i prelievi idroelettrici e la situazione dei torrenti della nostra provincia e la moratoria che l’Intergruppo Acque invoca da tempo dovrebbero servire per capire e documentare come siamo messi e consentire di decidere che fare in futuro operando,se possibile,scelte condivise da tutti.

Quanto all’accenno al “ drammatico errore “ del rifiuto del nucleare pensiamo che ognuno sia padrone di tenersi le idee che vuole, ricordando , però, che come effetto della piccola produzione nucleare fatta in Italia prima del disastro di Cernobyl abbiamo ancor oggi depositi di scorie in affitto sparse per mezza Europa, che non abbiamo ancora costruito il deposito nazionale delle scorie che

rimarranno attive e pericolose per parecchio e che, prima o poi, dovremo smantellare le nostre e le altrui centrali – francesi e tedesche -, con chissà quali costi.

Per tornare ad un ragionamento invitiamo gli industriali ad allargare il proprio orizzonte,cercando di fare business senza pesare ulteriormente sul nostro – e loro – territorio, utilizzando premi e compensazioni economiche che rendono sì remunerativo l’investimento nell’idroelettrico ma che sono a carico delle tasche di tutti noi. Ci si può rivolgere alla attuazione di progetti di razionalizzazione degli elettrodotti,di produzione di energie alternative quali il solare termico e fotovoltaico, le biomasse e l’idrogeno, in tal modo alleviando l’inquinamento dei nostri piccoli centri cittadini od accingersi a costruire edifici che risparmino energia e recuperino l’acqua piovana. Se è vero, come è vero, che “ il miglior

kiloWattora è quello risparmiato “ operare per il risparmio energetico sarà quanto di più importante si dovrà fare nell’immediato futuro per non rinunciare ai nostri livelli di vita occidentali.

Vorremmo assicurare gli industriali; ben conosciamo la storia energetica delle nostre valli, sappiamo quanto sia servita l’energia da esse tratta per la ricostruzione del nostro Paese, ma ci pare di essere soltanto responsabili e non demagoghi se pensiamo che un’altra strada sia possibile. Qualcuno ha detto che “ il futuro è ciò che immaginiamo e ciò che vogliamo “, altre esperienze

europee ben dimostrano che non è utopistico pensare ed operare per favorire una transizione che abbassi la dipendenza dal petrolio e dal nucleare, producendo energie dolci e risparmio energetico.

Basta crederci e volerlo,appunto.

X IAPS

Franco Rabbiosi

23 settembre 2006

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