ARGOMENTI PROPOSTI DA Mario PULIMANTI: 1) BEFANA 2009 2) ANNO NUOVO VITA NUOVA 3) BUON 2009 4) LA FAMIGLIA ITALIANA 5) FABTIZIO DE ANDRE'

1) BEFANA

Gabriele mi dice: "Non vai pazzo per il tuo lavoro, vero?". Faccio una specie di sogghigno. "Papà, se potessi cambiarlo, cosa ti piacerebbe?". "Mi piacerebbe essere un musicista. La musica è la cosa che mi piace più di tutte. Mi piace ascoltarla e mi piacerebbe suonare il sax, se fossi capace. In realtà non sono capace, visto che non ho mai avuto il coraggio di provarci". Mi piacerebbe, ma mi rendo contoche è una prospettiva irrealistica. Simonetta, meccanicamente: "Mario, stasera ci sarà la riunione di condominio". Già .

Finta espressione dispiaciuta, la sua. Grazie per la precisazione, replico. Vabbè, ammetto il mio falso interesse per la stenditura illegale di bucato, la detenzione abusiva di impianti stereofonici, l'ascensore rotto, i balconi da ristrutturare. Nel frattempo Alessandro mi ricorda che domani è il 6 gennaio. Il giorno della Befana. Amo Babbo Natale. Però da buon romano gli preferisco la Befana. Non é uno scherzo. Ve lo

giuro. Sì sto parlando proprio di lei, della misteriosa vecchina che, a cavalcioni di una scopa, con il suo naso aquilino e indossando un gonnellone scuro e ampio, un grembiule con le tasche, uno scialle e un fazzoletto in testa, porta doni ai bambini buoni la notte tra il 5 e il 6 gennaio.

A quelli cattivi porta invece una calza piena di carbone.

I bambini le preparano, in un piatto, un mandarino o un'arancia e un bicchiere di vino.

Il mattino successivo insieme ai regali troveranno il pasto consumato e l'impronta della mano della Befana sulla cenere sparsa nel piatto. In definitiva, lei è la personificazione della festività dell'Epifania che ricorda in ambito cristiano l'omaggio che i Re Magi offrirono a Gesù Bambino. State scuotendo la testa? E va bene, é giusto così. Sforzandomi di apparire rispettoso ma risoluto, non mi rimane che cantare allora: "La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte, col cappello alla romana: Viva, viva la Befana!". Basta così.

Mi sdraio sul letto, giro lentamente la testa e socchiudo un occhio. Ripenso alle Befane della mia infanzia.

E sono contento. Disgustosamente contento. Poi mi addormento.

2) ANNO NUOVO

E' una serata chiara con la luna piena. Seduto sul divano, leggo. Dalla lettura dei quotidiani, apprendo che il problema dei botti illegali è diventata una questione scottante. Scrollo le spalle. Lo scorso anno era il botto "Finanziaria" o la "testata di Zidane", negli anni precedenti sul mercato clandestino era andato a ruba lo "Tsunami", prima ancora lo storico "Pallone di Maradona". Fisso il giornale con occhi spaventati. Questo 'anno, tra a i botti illegali, ci sono anche gli "Occhi di Bin Laden", sinistro nomignolo affibbiato ad una vera e propria bomba che esplode con grande potenza. Non so cosa dire: sono ordigni pericolosissimi.

Mi accarezzo il mento. Nervosamente, cercando di smaltire lo shock provocatomi da questa notizia. A Napoli hanno attivato addirittura un numero verde per segnalare i venditori di botti illegali. Mi ricordo le foto-choc del pronto soccorso il primo dell'anno. Di ogni anno. Già. Entra in casa Gabriele.

Con una amica. Bella e col cane. Un cocker. Alan. Mi salutano e vanno in un'altra stanza. Alan li ignora e, dal momento che la porta del salone è aperta, entra e si infila sotto il divano. Mentre accarezzo il capo del cane festante, do uno sguardo al telegiornale. "Anno nuovo vita nuova!" Sono troppo distante dalla finestra, ma sento ugualmente il frastuono dei botti di capodanno. Di tanto in tanto delle vere e proprie esplosioni illuminano il cielo notturno. Improvvisamente, alle mie spalle, Alan trema. Spengo la tivvù e lo accarezzo per riportarlo alla calma. Agita allegramente la coda e abbaia debolmente. Lo prendo tra le braccia. Mi sdraio sul divano, accarezzando il suo muso con le mani. Altri botti. Nonostante la piccola stazza, il cagnolino é forte e determinato e si agita ancora. Nello stesso momento, i rumori dall'esterno si affievoliscono. Alan si calma. Sto bene qui sul divano. Sto talmente bene che quasi mi appisolo. In uno strano stato di dormiveglia, penso a chi non mi ama. Oh, Signore, Dio delle vendette, mostra la tua gloria! Fino a quando certe persone trionferanno, accaparrandosi consensi e applausi? Salvaci, Supremo giudice della terra! Abbatti i nostri nemici, fai cadere loro addosso una pioggia di carboni accesi, distruggili nel fuoco eterno, seppelliscili in fosse profonde da cui non possano risorgere! Amen! Un botto più forte degli altri mi fa sobbalzare, svegliandomi. Apro gli occhi, abbandonando strane preghiere sacrificali. Dopo qualche minuto riaccendo la tivvù. "Anno nuovo vita nuova!" Ci metto un pò a digerire le ultime notizie. Mentre il cronista parla, penso. I telegiornali-disgrazia, con persino notizie visive sopra, scritte scorrevoli sotto sono ormai monotoni. La gente non sa più come ammazzarsi: con coltello, pistola, affettamento, in macchina, ascensore, scuola, cucina ecc. "Anno nuovo vita nuova!" Ancora un po' e la novita sarà quell'antica normalità del passare il capodanno in compagnia, mangiando "sono a dieta ma", bevendo "tanto non guido", ridendo e "spettegolando" (che adesso si legge gossip) degli amici appena andati via. Nel frattempo sono arrivati Alessandro con Simonetta.Guardo Alan. I suoi occhi sono umidi e sinceri."Anno buono per tutti!"Dico bene?

3) BUON 2009

E' una serata chiara con la luna piena.

Seduto sul divano, leggo.

Dalla

lettura dei quotidiani, apprendo che il problema dei botti illegali è diventata una questione scottante.

Scrollo le spalle.

Lo

scorso anno

era il botto "Finanziaria" o la "testata di Zidane", negli anni precedenti sul mercato clandestino era andato a ruba lo "Tsunami", prima ancora lo storico "Pallone di Maradona".

Fisso il

giornale con

occhi spaventati.

Quest'anno, tra a i botti illegali, ci

sono anche gli

"Occhi di Bin Laden", sinistro nomignolo affibbiato ad una vera e propria bomba che esplode con grande potenza.

Non so cosa

dire: sono

ordigni pericolosissimi.

Mi accarezzo il mento.

Nervosamente, cercando

di smaltire lo shock provocatomi da questa notizia.

A Napoli hanno attivato addirittura un numero verde per segnalare i venditori di botti illegali. Mi ricordo le foto-choc del pronto soccorso il primo dell'anno. Di ogni anno. Già. Entra in casa Gabriele. Con una amica.

Bella e col cane. Un cocker. Alan .Mi salutano e vanno in un'altra stanza. Alan li ignora e, dal momento che la porta del salone è aperta, entra e si infila sotto il divano. Mentre accarezzo il capo del cane festante, dò uno sguardo al telegiornale. "Anno nuovo vita nuova!" Sono troppo distante dalla finestra, ma sento ugualmente il frastuono dei botti di capodanno. Di tanto in tanto delle vere e proprie esplosioni illuminano il cielo notturno. Improvvisamente, alle mie spalle, Alan trema. Spengo la tivvù e lo accarezzo per riportarlo alla calma. Agita allegramente la coda e abbaia debolmente. Lo prendo tra le braccia. Mi sdraio sul divano, accarezzando il suo muso con le mani. Altri botti. Nonostante la piccola stazza, il cagnolino é forte e determinato e si agita ancora.Nello stesso momento, i rumori dall'esterno si affievoliscono. Alan si calma. Sto bene qui sul divano.Sto talmente bene che quasi mi appisolo. In uno strano stato di dormiveglia, penso a chi non mi ama. Oh, Signore, Dio delle vendette, mostra la tua gloria!

Fino a quando certe persone trionferanno, accaparrandosi consensi e applausi? Salvaci, Supremo giudice della terra! Abbatti i nostri nemici, fai cadere loro addosso una pioggia di carboni accesi, distruggili nel fuoco eterno, seppelliscili in fosse profonde da cui non possano risorgere! Amen! Un botto più forte degli altri mi fa sobbalzare, svegliandomi. Apro gli occhi, abbandonando strane preghiere sacrificali. Dopo qualche minuto riaccendo la tivvù. "Anno nuovo vita nuova!" Ci metto un pò a digerire le ultime notizie.

Mentre il Cronista parla, penso. I telegiornali-disgrazia, con persino notizie visive sopra, scritte scorrevoli sotto sono ormai monotoni. La gente non sa più come ammazzarsi: con coltello, pistola, affettamento, in macchina, ascensore, scuola, cucina ecc. "Anno nuovo vita nuova!" Ancora un po' e la novità sarà quell'antica normalità del passare il capodanno in compagnia, mangiando "sono a dieta ma", bevendo "tanto non guido", ridendo e "spettegolando" (che adesso si legge gossip) degli amici appena andati via.

Nel frattempo sono arrivati Alessandro con Simonetta. Guardo Alan. I suoi occhi sono umidi e sinceri.

"Anno Buono per tutti!" Dico bene?

4) LA FAMIGLIA

E' sera, con una mano digito sui tasti del computer, nell'altra mangio un pezzo di dolce. Mentre scrivo, mi accorgo di avere gli occhi gonfi e rossi per la troppa consuetudine con lo schermo del PC.

Penso a mio padre. Di che cosa è morto? Della stessa cosa di cui muoiono tutti, alla fine: per una serie di circostanze. Aveva una malattia che non poteva essere curata. Non c'è stato nulla da fare. Ma adesso è inutile

parlarne. Mmh. E allora dov'è il problema? Mi chiedo: che c'è oltre la memoria? Vicino a me Gabriele, mio figlio grande, è pensieroso. Sono convinto che non occorra la magia o la psicoterapia per scoprire che cosa vogliano i nostri figli. Basta chiederglielo e ascoltare attentamente le loro risposte. Oh, vuole solo i soldi per la benzina. Okay, a questo punto preferisco non fargli altre domande. Gabriele, dondolando la testa soddisfatto, esce. Ripenso a ieri, al lavoro. Le voci sono come l'influenza: quando arrivano devono fare il loro corso e quando se ne vanno si portano dietro la carriera di qualcuno. Spengo il computer. Mi allento la cinta dei pantaloni con una smorfia di piacere. Raccolgo il telecomando e passo pigramente da un canale all'altro, fermandomi infine su un telegiornale che guardo per qualche minuto con annoiata disattenzione, consapevole che mi si stanno abbassando le palpebre. Non sto male. Sono solo stanco, stanchissimo. Prima di scivolare nel sonno, all'improvviso scuoto il capo incredulo. Una notizia sorprendente. Ieri la Commissione Affari sociali della Camera ha presentato la sua indagine sulla famiglia-tipo in Italia. Non emerge nulla di nuovo, se non la sconfortante conferma che le famiglie numerose sono solo un ricordo, che ci si sposa sempre meno, che aumentano i figli nati fuori dal matrimonio, che gli italiani sono sempre più anziani, che nascono pochi bambini, che i soldi per arrivare a fine mese non bastano mai. Da tempo, ormai, la famiglia patriarcale italiana non esiste più.I nuclei si sono fatti piccoli: due figli al massimo per coppia.

Molti sono gli ultraottantenni, con problemi di non autosufficienza.I giovani, che non possono mantenersi,

restano a casa e non si sposano. Il primo figlio, per un'italiana, arriva intorno ai 30 anni e, quando arriva, costa. Capperi, sembra assurdo ma i nostri politici fanno di tutto per discriminare la famiglia rispetto ai single: sposarsi non solo non conviene ma è addirittura penalizzante. I single sono trattati meglio dei coniugi ai fini fiscali.E allora, perché fare figli nel matrimonio se conviene farli al di fuori? Che barba. Non mi lascio intrappolare. Vada al diavolo pure la politica fiscale italiana. Capito?

5) FABRIZIO

Sono passati dieci anni dalla morte di Fabrizio De André, ucciso l'11 gennaio 1999 da un tumore al polmone.

Una voce, quella del

Cantautore

genovese nato nel 1940, destinata a restare impressa nella memoria collettiva italiana, per la bellezza della sua musica e per l'

intensità

delle sue parole.

Le sue canzoni parlavano di giustizia,

povertà,

potere, vittime, soldati, sesso, ipocrisia, morte, e della rendita di una puttana.

Per una decina d'anni centellinò le sue uscite pubbliche ma le sue canzoni si facevano sentire e notare.

Gli amici lo

Chiamavano

Faber, come aveva iniziato a fare Paolo Villaggio gironzolando fra i vicoli di Genova.

Poi si imbarcò nel primo tour con

una band che

mescolava musicisti genovesi dei New Trolls e della Nuova idea e che si portava come spalla dei giovani di belle speranze: Beppe Grillo prima, Eugenio Finardi poi.

Due anni dopo fu la Pfm a

convincerlo a tornare in

scena, arrangiando le sue canzoni in chiave rock.

Ad aprire gli

spettacoli altri due giovani di belle speranze, Roberto Benigni e David Riondino.

Ne parlarono tutti.

Anche troppo.

De

André e la compagna Dori

Ghezzi, tornati dal tour con i soldi per la stalla nuova della loro fattoria in Sardegna furono rapiti e rilasciati dopo 117 giorni e il versamento di un cospicuo riscatto.

L'

esperienza da un certo punto di

vista liberò Fabrizio da altre paure

riconciliandolo con il pubblico e

spingendolo a osare musicalmente più

del solito.

Io suoi dischi non

erano semplici raccolte di canzoni, ma

cercavano da sempre un filo

conduttore e un rapporto con la società.

Non era didascalico.

Usava le

metafore e le immagini per raccontare

altre cose.

Poi le decine di

libri, i numerosi film, i dischi che per dieci anni si sono succeduti e altri ne arriveranno.

Ciascuno con il

compito di ricordare, tutti che

riescono a farcelo rimpiangere, a dare

valore aggiunto a quella sua voce dal timbro unico, pulita,essenziale, chiara e tagliente come una lama di coltello, che pesava ogni sillaba.

Fabrizio De André ha

pubblicato in trent'anni tredici

album in tutto.

La sua produzione inizia nel 1961 con alcuni singoli,"Nuvole barocche", "La ballata del Miché", e la prima censura due anni

dopo per l'ironica "Carlo Martello"

scritta con Paolo Villaggio.

1966

- TUTTO FABRIZIO DE ANDRÉ - La prima pubblicazione è un'antologia che riunisce cinque anni di straordinarie canzoni, da "La guerra di Piero" a "La canzone di Marinella".

1967 -

VOLUME I - Il primo album effettivo aggiunge al repertorio "Bocca di rosa", "Via del campo" e i primi brani che guardano con occhio particolare alla religione.

1968 -

TUTTI MORIMMO A STENTO -Ispirato alla poetica di François Villon è un album "concept" che parla degli ultimi, drogati, impiccati, fantaccini. Da qui escono "La ballata dei drogati", "Girotondo" e "Leggenda di Natale" ispiurata a Brassens.

1968

- VOLUME III -

Riprende alcune canzoni del primo periodo aggiungendo quattro inediti fra cui "Il gorilla" da Brassens.

1970 - LA BUONA NOVELLA -In piena contestazione Faber pubblica un album concept interamente dedicato a Gesù, «il più grande rivoluzionario della storia», e ispirato dai Vangeli apocrifi, con la famosa "Il testamento di Tito". A suonarlo è la futura Pfm con l'aggiunta di Branduardi

1971

- NON AL DENARO, NON ALL'AMORE NÉ AL CIELO -Un nuovo capolavoro, nove canzoni ispirate all'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, nove personaggi esempi di diversa umanità, da "Un giudice" a "Il suonatore Jones".

1973 -

STORIA DI UN IMPIEGATO - Ancora un concept album che si confronta con il Maggio francese e il terrorismo attraverso la vicenda di un impiegato e la sua lotta violenta contro il sistema.

1974 - CANZONI -

Un omaggio a Dylan, Cohen e Brassens e altre canzoni già note

1975 -

VOLUME VIII - Realizzato in Gallura con Francesco De Gregori contiene alcune grandi canzoni personali, come "La cattiva strada" e "Amico fragile".

1978 - RIMINI - La collaborazione con il giovane cantautore veronese Massimo Bubola porta una ventata di folk rock e un forte rinnovamento nelle forme musicali. Tra i temi, aborto, omosessualità, contestazione, emarginazione, guerra, si aggiunge l'immigrazione tradicendo Dylan (Avventura a Durango) e l'uso della lingua sarda (Zirichiltaggia).

1981 - FABRIZIO DE ANDRÉ -

Solo un indiano in copertina per un grande disco che crea un parallelo fra gli indiani d'America, i popoli invasi e i pastori sardi, dopo il rapimento subito cantato in "Hotel Supramonte" e dopo l'esperienza appena precedente con la Pfm che riarrangiò per gruppo rock le sue canzoni.

1984 -

CRÊUZA DE MÄ - Con Mauro Pagani nasce l'album in genovese che guarda alla musica e alla cultura mediterranea e apre un nuovo capitolo nella storia di De André e della canzone italiana.

1990 - LE NUVOLE - In italiano nella prima parte, in sardo, napoletano e genovese nella seconda trae da Aristofane lo spunto per un confronto fra la borghesia immobile e il popolo ansioso di novità, con una grande invettiva "La

domenica delle salme" .

1996 - ANIME SALVE - Realizzato con Ivano Fossati racconta un viaggio nell'anima del mondo parlando di varie solitudini, del transessuale, del rom, dell'innamorato, del pescatore d'acciughe, un "discorso sulla libertà", come lo definì Fabrizio.

Ciao Fabrizio. Non smetterò mai di ascoltare la tua musica. Mai.

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