ARGOMENTI PROPOSTI DA MARIO PULIMANTI: 1) TASSE 2) BOB DYLAN 3) CONFESSIONI

1) TASSE

Con il braccio indolenzito, rinuncio a dormire rattrappito nella mia poltrona. Verso le sette emezza di sera bussano alla porta ed entra Gabriele, lucido di sudore. Levo gli occhi e faccio di no con la testa indicando così che non posso dargli le chiavi della macchina. Intanto sul televisore il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa Schioppa, tesse l’elogio della tasse e definisce “irresponsabile” la crociata contro le imposte. Ha torto, penso. Conscio di sfidare l’impopolarità il ministro ha spiegato che “le tasse sono una cosa bellissima, un modo civilissimo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili quali istruzione, sicurezza, ambiente e salute”. Aggiungendo subito dopo che “se l’evasione fiscale continua a ridursi, l’Irpef scenderà”. Dopo la polemica sui “bamboccioni”, dunque, il ministro accende un nuovo fuoco con la Cdl che conclude lapidaria “è sempre più distante dal Paese, lui e Prodi sono in testa alla classifica dell’impopolarità”. Intanto nella maggioranza si avvertono altri scricchiolii. L’ex premier Dini lancia i liberaldemocratici, resta nel centrosinistra ma assicura al governo soltanto un appoggio “volta per volta”. Di Pietro, dal canto suo, garantisce “lealtà a Prodi” ma è disponibile “ad alleanze trasversali in Parlamento e alle elezioni amministrative”. A giorni il leader Udc, Casini, proporrà una mozione di sfiducia contro il ministro dell’Ambiente, Pecoraro Scanio: “Paralizza il futuro energetico, l’Italia deve tornare sulla strada del nucleare”. Ha ragione. I Verdi lo sfidano: proponga un referendum. Stupito, spengo la televisione. Bisogna proprio non avere tutte le rotelle a posto per togliere ogni via di scampo a noi, cittadini elettori. Fare sempre tutto di fretta, precipitare le cose. Non se ne cava nulla di buono. Peccato di malgoverno. Con la fronte aggrottata metto lo zucchero nel caffè. Troppo incrdibile, o troppo poetico, per essere vero. Quando la poesia compare inaspettatamente nella vita, siamo stupiti, siamo incantati, ma poco dopo ci rendiamo conto che siamo stati presi per i fondelli, che era un pacco, una fregatura. Forse Padoa Schioppa aveva crduto irreale che qualcuno potesse contraddirlo. Ma diamine, definire le tasse bellissime. Necessarie, magari?

2) BOB DYLAN

Sono da sempre un grande fan di Bob Dylan ed ascolto i suoi dischi da quando avevo undici anni. Questo grande artista ha, a mio parere, influenzato assolutamente tutto il paesaggio musicale degli ultimi 40 anni. Sono, difatti, sicuro che Dylan conosce pochissimi accordi eppure la sua esecuzione ha sempre qualcosa di speciale, di riconoscibile. Ci sono degli errori che sono diventati parte del suo suono. Del resto, per la prima volta introdusse l'elemento civile nelle canzoni. È lui che ha creato la canzone civile, parlando anche della guerra nucleare.

Per me Dylan è la quintessenza del rock'n'roll. Ho cominciato ad ascoltarlo a metà dei Sessanta, quindi non l'ho mai considerato un cantautore o un poeta folk; per me lui era rock, elettricità, movimento. Quando, per esempio, canta "Hurricane", sembra il canto di un pugile, di un combattente e penso che si possa ben dire che, come Elvis ci ha liberato il corpo, Bob Dylan ci ha liberato la mente. Poi, a proposito di un suo famoso brano "Highway 61 Revisited", mi piace ricordare che, la prima volta che l'ho ascoltato, sono rimasto affascinato dai suoni di tutti gli strumenti che ci sono in quel disco.

Veramente emozionante. E’ senz'altro vero che è difficile dire su Dylan qualcosa che non sia già stato detto, e magari dirlo anche meglio.

Basterà forse ribadire che Bob Dylan è un pianeta ancora inesplorato.

Per un cantautore lui è indispensabile almeno quanto lo sono per un falegname chiodi, martello e sega, e, come ha detto parlando di lui un altro grandissimo della musica internazionale, Tom Waits, che io condivido pienamente: "In Dylan sono importanti anche i fruscii dei suoi bootleg degli anni Sessanta e Settanta. Lui vive nell'essenza delle sue canzoni". Modern Times è stato il suo ultimo albumi.

Esattamente il suo 44 album. Grande, grandissimo Dylan. Giù il cappello. 66 anni e continui ancora a stupirmi! A quando il Premio Nobel per la letteratura?

3) CONFESSIONI

A Collevecchio, di nuovo. Adoro il panorama, l’aria e, più di ogni cosa, la privacy. Simonetta è nata qui. Lei fantastica spesso sul fatto che un giorno ridiventerà il suo regno, la destinazione finale in cui ricondurre la sua famiglia. Chimere. Solo un piccolo dettaglio interferisce con il suo piano: io. Adoro Ostia. Vuol dire che ci rimarrò sempre. E anche a lei piace. Anche se non lo ammette. In ogni caso Collevecchio è un luogo che le permette di andare avanti. Lo sogna incessantemente. Appena può, corre verso la sua collina. Oggi è una giornata magnifica, l'aria odora come il reparto profumeria di Panorama e le vicine colline di Calvi e Casperia sono quiete come sempre, coperte di erba e trifogli, verdeggianti di vigneti, pini e cipressi nodosi. Ricordi lontani mi attirano. Ma anche ricordi più recenti, con pari forza di gravità. Suppongo di dipendere da Simonetta. Lei mi offre una compagnia piacevole e un corpo che è bello abbracciare a tarda notte. E' bello sentire accanto la sua presenza, ascoltare l'adagio di un respiro sommesso, svegliarsi all'alba per il fruscio di lei che si alza. Suoni altrimenti insignificanti che costituiscono il rassicurante battito cardiaco di una vita insieme. Rientro a casa, mi lavo le mani e la faccia. In attesa che Simonetta torni, chiamo Gabriele e parlo con lui e Alessandro. Quindi telefono a mio fratello. Intanto mangio un sandwich e stappo il vino. Scoraggiato, bevo. Ora in pancia ho quasi un’intera bottiglia di buon Brunello. Da Montalcini, ovviamente. Molti mi ritengono pazzo: un prete mancato, ex fumatore incallito, ossessionato dal fare esattamente ciò che la Bibbia mi dice, terrorizzato da Dio, impossibilitato a prendere decisioni da solo nel timore di offenderlo. Ipnotizzato dalle infallibili certezze religiose, dove i cattivi sono cattivi e i buoni sono buoni. Sbagliato: non sono un integralista. Non sono mai stato razzista, e non mi ritengo nemmeno stupido. Basta così. Sono esausto. E’ stata una giornata molto lunga.

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