DIBATTITO: QUALE VENTO NORDISTA? 11 12 10 37
L'editoriale di Simone Casiraghi pubblicato su "La Provincia" del 3 novembre scorso mi ha stuzzicato e risvegliato la memoria. Due sono i problemi sollevati dall'articolo che meritano qualche chiarimento. Il primo riguarda l'azione sindacale della CISL, che, secondo l'articolista, stando all'azione intrapresa e alle proposte formulate dal suo Segretario Generale correrebbe il rischio di invadere il terreno proprio della politica, soprattutto della politica e cultura leghista. Il secondo problema è di natura specificatamente territoriale, ossia la completa padronanza istituzionale locale della gestione del demanio idrico.
Quelli da me rilevati sono due problemi non di poco conto, sia dal punto di vista filosofico: ruolo del sindacato; sia da quello più pragmatico: l'azione sindacale sul territorio.
Veniamo al ruolo del sindacato. Un sindacato come la CISL, non è da oggi che si chiede: cosa vuol dire fare politica? Cos'è un atto politico? Secondo uno studioso della materia (il professor Mario Romani, già fondatore e direttore della università sindacale della CISL di Firenze): "la proprietà di un atto sociale che da a questo un aspetto politico è la relazione di quest'atto con la destinazione imperativa dei valori per una società". Dove per valori si intende qualunque bene, risorsa, beneficio, opportunità. La politica in ultima analisi, non è ch e la allocazione imperativa dei valori in una società. Un insieme di decisioni, rafforzate da sanzioni in merito a chi ottiene cosa, quando, come. Questo è la politica, al di la delle ideologie, niente di più, niente di meno.
Ogni cittadino inizia la sua giornata con il coinvolgimento in decisioni politiche, non quando sceglie il bar dove bere il caffè, ma certamente quando sale su l'autobus e paga una tariffa per il servizio. Lo stesso vale quando si reca al pronto soccorso dell'ospedale per farsi curare e concorre alla spesa pagando un tiket secondo la prestazione che chiede. Questa tariffa e titket sono frutto di una decisione politica che, nell'uno e nell'altro caso, non coprendo la tariffa il costo del servizio, è conseguente ad una scelta di allocazione di risorse di carattere imperativo.
Tradizionalmente i sindacati operano soprattutto nella sfera del mercato, cioè nell'ambito di una allocazione non imperativa delle risorse. Ed operano come associazioni private che articolano, aggregano, rappresentano, interessi.
Tuttavia, spesso, i sindacati sono costretti e portati a compiere atti politici. O comunque a partecipare a processi di decisioni politiche. Si pensi, per esempio, alle trattative sistematiche con i governi (nazionali, regionali e locali) in temi della previdenza, della sicurezza sociale, della salute, dell'occupazione, della tutela delle donne, dei giovani, per avere un quadro del ruolo politico del sindacato.
Ogni processo di redistribuzione delle risorse (dalle aree sviluppate a quelle sottosviluppate, dai giovani agli anziani, dagli occupati ai disoccupati, dai sani agli ammalati, ecc.) è un atto politico. Se il sindacato partecipa alle decisioni di merito delle autorità di governo, eccolo diventare molto concretamente un soggetto politico. Lo voglia o non lo voglia. Qui si aprirebbe una questione sulla natura (filosofica) di ciascun sindacato, ma non è questa una discussione che ora mi interessa.
Il secondo problema attiene alla azione sindacale territoriale. Concedendo qualche successo alla politica messa in atto dalla Lega Nord, è bene ricordare che la CISL non è nuova ad occuparsi dei problemi più generali del territorio. Giacciono nei cassetti delle istituzioni locali (provincia, comunità montane, comuni), vecchie proposte formulate dalla CISL e fatte proprie dalla CGIL e Uil, fin quando ha retto la federazione unitaria, segnatamente: (1) "proposta di un intervento per la legge sull'assetto idrogeologico e per una politica attiva delle acque e del suolo" che risale al 1983. Proposta sostenuta dai sindacati a livello nazionale e regionale, che ha trovato parziale concretizzazione con la Legge 18 maggio 1989 n. 183, aggiornata nel 1998. (2) "proposta di istituzione di una azienda forestale di valle con compiti di protezione civile". Raccolta da qualche personaggio della politica provinciale, ma sostanzialmente rimasta nei cassetti delle varie scrivanie istituzionali. (3) "Proposta per l'istituzione di una finanziaria provinciale con la partecipazione delle banche locali e della Regione Lombardia, a sostegno delle imprese e per l'occupazione". Accolta al ribasso con l'istituzione di un Fondo Provinciale di Rotazione. Non era proprio ciò che si chiedeva, ma è andato bene ugualmente. (4) "Proposta per l'istituzione di un organismo tecnico per il monitoraggio del territorio, al fine di evitare e/o prevenire dissesti idrogeologici". Proposta accolta, grazie alla sensibilità di Renzo Maganetti allora presidente della CCIAA, con l'intervento dell'ISMES di Bergamo. (5) "Proposta per il riconoscimento di uno statuto ad hoc per la provincia di Sondrio, formulato al Presidente della Regione Lombardia Cesare Golfari". Proposta cassata in cambio di una manciata di miliardi a favore della Valtellina e Valchiavenna, nel lontano 1980.
Sempre in armonia con la CISL Regionale e Nazionale, altre proposte ancora appartengono al carnet della CISL della provincia di Sondrio. Qualcuna accolta, altre solo parzialmente, altre ancora malauguratamente cassate, come il potenziamento della ferrovia invece della costruzione di una strada a quattro corsie, che si presenta già da ora un aborto.
La CISL non è nuova nell'esercitare il ruolo che le compete, secondo la sua filosofia fondativa. Lo fa come sindacato rappresentativo degli interessi di decine di migliaia di lavoratori, lavoratrici e pensionati della provincia di Sondrio. Nessun vento nuovo dunque! Solo un vento un po' più vivace, da qualche tempo.
Diversamente dalla gestione leghista, quando la CISL ha fatto proposte o le sta facendo, lo fa senza rancorosità verso nessuno, senza mania di competizione con partners sindacali o avversari politici, ma solo per amore per il bene comune. Amen.
Valerio Dalle Grave