ARGOMENTO PROPOSTO DA Mario PULIMANTI: ELEGIA PER LA MIA DONNA

(Il titolo è nostro, non dell’autore)

Ho spento già da un po’ la musica dolce che di solito ascolto per attenuare rumori immaginari che da qualche tempo tormentano la mia testa. Vicino ho la mia donna, Simonetta. Sa di fresco, come un letto di rose e i suoi capelli brillano luminosi, anche alle luci soffuse della nostra stanza. E’ lei che voglio al mio fianco, notte e giorno. Che ho voluto come madre dei miei figli, come amante, come amica a cui rivolgermi quando il mondo diventa insopportabile. E’ strano, quasi spaventoso, quanto mi sento vuoto e solo quando lei non c’è. Attorno a lei ho costruito la mia famiglia. Mi dice che, quando la mia mente è altrove, mi comporto in modo brusco. Me lo fa notare più volte, ed io stesso biasimavo mio padre per lo stesso motivo. Come lui, tendo a perdermi se sono concentrato su di un lavoro e a dimenticarmi di qualsiasi cosa o persona mi stia attorno. Avevo una memoria fotografica: quello che vedevo o leggevo, lo ricordavo. Adesso sta progressivamente diminuendo. Quando la perderò del tutto? Ci vorrà tempo. Ho 51 anni e scuoto tristemente il capo accorgendomi di dimostrare tutti i miei anni. E ciò mi sorprende. Sono così testardo che, se ho già preso la mia decisione, non si riesce mai a farmi cambiare idea. Anche se provengo da circoli cattolici, il mio non vuole essere un atteggiamento da boy-scout. Mentre cammino in varie occasioni noto intorno a me stranezze da rimanere annichilito. Come nei fumetti di Diabolik. Basterebbe infatti che Ginko alzasse in volo gli elicotteri per dargli la caccia e catturalo tranquillamente. Ma Ginko non ha mai elicotteri a disposizione, strano! Comincio a vedere i segni della vecchiaia sul volto di mia madre, il colorito grigio. All’improvviso lei mi appare fragile, come non mai. Non voglio perderla. Anche se è infantile e illogico, alla sola idea mi sento paralizzato dall’orrore. Lei mi ricorda tanto sua madre, mia nonna Jole. Dato che i miei genitori lavoravano per me, mia sorella Antonella e mio fratello Stefano era come una seconda madre. Nonostante i suoi modi bizzarri, ci voleva molto bene. Sto male quando penso che sono 15 anni che è morta. Il dolore che mi assale quando ci penso è intenso, profondo. Da piccolo credevo che non sarebbe mai stata tanto lontano da me. Ed invece…Era un donna forte, lo sapevo. Ed era dolce, molto dolce. Lei sarebbe stata sicuramente contenta di avere un Presidente come Napolitano, con quel suo carattere misurato e circospetto di “migliorista silenzioso”. Il nuovo Presidente, difatti, si presenta con tutte le carte in regola per esercitare un ruolo di garante e di arbitro ben al di là dei confini di esigua maggioranza che lo ha eletto. Io mi attende molto da lui. Auguri Presidente! Anche da parte di mia nonna Jole…

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