ARGOMENTO PROPOSTO DA Valerio DALLE GRAVE: RIFLESSIONI SU VANONI

(La lettera è stata inviata ad altro giornale, copia per noi. La pubblichiamo, senza ovviamente citazioni dell’altro giornale, per l’indubbio interesse dell’argomento e dei contenuti – ndr -.

Sig. Direttore, dalla cronaca dell’incontro tenuto a Morbegno sul tema : “Vanoni e il Codice di Camaldoli”, non viene fatto cenno alle due domande peculiari che l’ex Rettore Magnifico dell’Università Cattolica, prof. Sergio Zaninelli, ha rivolto al folto pubblico presente in sala, ovviamente senza attendersi risposte immediate.

La prima domanda era: “Quanti dei presenti in sala ha letto o conosce il Codice di Camaldoli?”

La seconda : “C’è stata coerenza da parte delle Istituzioni politiche italiane con le proposte politiche del Ministro Vanoni e del prof. Saraceno?”

Come dicevo, le due domande, poste in chiusura di serata, non pretendevano risposte immediate, ma rappresentavano un invito alla riflessione per tutti gli astanti.

Chiedo scusa per la franchezza, ma forse, qualche riga aggiunta avrebbe offerto ad un pubblico più ampio l’opportunità di una riflessione, non tanto per soddisfare le aspettative degli organizzatori della serata, quanto per stimolare la curiosità di tanti valtellinesi che non conoscono il Codice di Camaldoli e conoscono poco anche tre, dei quattro estensori del medesimo, i valtellinesi : prof. Ezio Vanoni, prof. Pasquale Saraceno e dott. Sergio Paronetto.

Mentre il dott. Sergio Paronetto, già importante dirigente dell’IRI, è poco conosciuto perché morto in giovane età, attorno alla figura di Ezio Vanoni, per esempio, si è fatto e si fa molta retorica, si fanno molte celebrazioni commemorative e troppo pochi tentativi di emularne con l’azione i suoi programmi e le sue proposte.

Uguale destino ha avuto anche la figura e le opere di Pasquale Saraceno, conosciuto da noi più per la relazione di parentela con Ezio Vanoni che per i suoi meriti di studioso e di economista.

Infatti, raccogliendo l’invito alla riflessione del prof. Zaninelli, sono sicuro di essere molto vicino al vero se affermo che le idee propositive dei due sono state disattese su tutta la linea.

L’idea della necessità di una programmazione sul piano sociale, economico, e territoriale, non è mai stata posta in cima alla agenda dei lavori della politica istituzionale italiana.

Il famoso Piano Vanoni, presentato alle Camere poco tempo prima della sua morte, finì sepolto con Lui. Successivi tentativi, da parte del prof. Saraceno, di riportare in sede di programmazione legislativa, seppure aggiornate, le linee di programmazione economica e territoriale, fecero la stessa fine. Del famoso Piano per la Programmazione delle Aree Depresse del Centro Nord e di quello per il rilancio e sviluppo del Sud e delle isole, se ne fece poco o niente.

L’insipienza, la pigrizia e la parzialità mentale dei governi e delle deputazioni che si succedettero negli anni ’50, ’60, ’70 e oltre, raccolsero poco o nulla di tutto quel patrimonio di idee e di proposte che trovavano radici nel famoso e sconosciuto (per noi) Codice di Camaldoli.

L’ultimo schiaffo morale alle opere e alle idee di Vanoni fu introdotto dal recente governo Berlusconi in materia di imposizione fiscale.

Avere intaccato l’idea basilare sulla quale si fonda l’equilibrio economico e sociale del Paese, specie in direzione della parte meno abbiente della popolazione, ossia quella della progressione impositiva a seconda del reddito percepito, significa avere praticato una inversione a U nella logica solidaristica con cui Ezio Vanoni aveva affrontato e impostato la questione fiscale.

Infine, mi sia consentito un plauso al Comune di Morbegno e ad altre Associazioni che intendono organizzare, nel 50° anniversario della morte di Ezio Vanoni, momenti di studio e di approfondimento delle idee lasciateci in eredità dagli illustri pensatori del Codice di Camaldoli.

Mi auguro che l’occasione sia propizia per far sorgere un movimento d’opinione che svegli dal torpore politico e istituzionale tante brave persone che avrebbero dei talenti da far fruttare ma che, per chissà quale arcano, hanno messo sotto terra da troppo tempo. Il messaggio è rivolto soprattutto ai giovani, i quali hanno dalla loro il tempo e la forza per aiutare i loro genitori a togliere la ruggine ai quei talenti ingiustamente sotterrati.

Grazie per l’ospitalità

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