ARGOMENTO PROPOSTO DA Marzia CANITTO PROSPERI: IL CASO DI DOINA

Doina Matei, protagonista della nota tragedia (26.4.2007) nella metro di Roma che causò la morte di Vanessa Russo, é in carcere da quasi due anni, condannata a 16 anni con

una sentenza 'feroce'. In questa sua seconda lettera (vedi allegato) indirizzata al

Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, Doina sintetizza la sua storia e il suo dramma. (dal blog http://blog.libero.it/doinamatei/ nel quale appaiono molti documenti e anche il testo tradotto in lingua Romena della prima lettera al Presidente).

Doina chiede perdono (come ha sempre fatto) per la disgrazia di cui e' stata involontaria protagonista e spera di essere giudicata con verita', non certo come il "mostro" che, senza conoscerla, tanti commentatori hanno voluto dipingere.

La lettera al Presidente della repubblica

Signior Giorgio Napolitano

Forse si chiedera perche ho presso la decisione di scriverli ancora, ma queste non sono delle decisioni, sono come richieste di un aiuto che mi viene dal cuore per trovare qualcuno che cerca anche per un attimo di fermarsi e ascoltarmi anche a me.

Non so cosa posso fare ancora per trovare una strada che mi porta un po di tranqilitta, una strada che posso far vedere o racontare come sono andatti veramente i fatti in quel giorno, che non sono il "monstro" che hanno parlatto tutti i giornali, ma sono un essere umano come tutti. Non digo che io sono una persona che non ha mai sbagliatto nella sua vita, non esistono persone che non sbagliano, tante volte io ho imparatto dei miei sbagli, io cerco di spiegarli che sono una ragazza che ha sempre cercatto un consiglio, un aiuto, ma che non l'a mai trovatto, perche chi mi ha apogiatta nella mia vita, l'o ha fatto solo per un interese, per "sfrutarmi" (anche se e una parola bruttisima, e la pura verita) che mi sono acorta troppo tardi. Adesso l'unico sognio che ho, anche se ho paura di sogniare, e di poter vivere ancora la mia gioventu insieme ai miei figli, di scoprire cosa simnifica sentirti di nuovo bambino, una cosa belissima che la cerca ogni uno di noi quando abiamo dei figli.

Quando sono entratta qui dentro, una signiora, on. Elettra Deiana, e venuta a trovarmi. Prima volta avevo paura a parlarli. A racontarli il mio dolore, ma poi, tramitte lettere ero arivatta a mandarli anche fotto con i miei figli, e anche fotto con i fiori che tramite un amico, avevo mandato in silenzio alla tomba di Vanessa. Adesso, doppo che e caduto il governo, ne anche lei non mi ha piu cercata, mi sono di nuovo chiusa dentro di me, fino doppo l'appello quando ho sentito di nuovo il desiderio di non volere piu vivere e ne anche sopravivere.

Non ho fatto mai nella mia vitta di male a nessuno doppo un mese dalla disgrazia, io ho sogniato Vanessa. Mi acarezava e mi diceva di non piangere piu che tutto andra bene. Io ho sempre avutto fiducia in quel sognio, e avro ancora, perche io a vanessa non posso pensare come in quel giorno di 27 aprile, cerco in lei l'amica che non l'o mai avutta, lei mi ascolta in silenzio quando piango e quando sento il bisognio di strilare il mio dolore per come sono stata giudicata, e sono sigura che anche Vanessa se potesse fare qualcosa per me, lo farebbe, perche solo lei e Dio lo sano che io in quel giorno non ho volutto farli niente di male.

Ci sono anche testimoni che parlano del mio gesto istintivo, ma mai non sono stati pressi in considerazione. Io vorei lottare ancora per andare avanti, ma di lottare da sola contro il mondo intero non posso piu, non ho piu forza, ho paura quando penso ai tutti i anni che i giudici me li hanno dati. Io capisco che una ragazza giovanne e morta, che non avra mai un futuro, che non avra mai niente, anche una parte di me e morta, per questo non penso piu al mio futturo, penso e chiedo a lei signior Napolitano, l'aiuto per ofrire ai miei figli un futuro vicino a me. Tutte le richeze del mondo non potra mai sostituirmi a me, io da sola li ho cresciuti, loro mi chiedono ogni volta che li parlo al telefono, quando ritorno, ed io sono obligata delle circostanze a mentirli che ancora non ho tutti i solodi per comprare una casa piu grande, il bimbo piu grande mi dice che a loro li bastano quella stanza che ho riuscitta a comprare, importante e che vado subitto vicino a loro. E cosi io li chiedo a lei, cosa li posso dire io ancora ai miei figli? Cosa li posso racontare di bello per poter sentire un sorisso di loro, quando il cuore dentro di me e distrutto?

Datemi un consiglio, aiutatemi a trovare una soluzione per fare felici i miei figli, che di me non mi importa nulla, ormai ho capito che sono destinata a soffrire per sempre.

La prego di darmi una risposta, sento che mi manca l'aria, ho veramente bisognio dell suo aiutto.

Matei Doina

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