Nuova delibera del Cipe: i fondi per l’accessibilità alla Valtellina vincolati alla realizzazione del primo lotto della statale 38 - Gravi rischi se non si parte con l'attuale progetto

A poco meno di quattro mesi dall’approvazione definitiva, in linea tecnica, del progetto per la nuova statale 38, e tre mesi dopo l’assegnazione dello stanziamento nella Finanziaria 2006, il Governo è tornato mercoledì 22 marzo ad occuparsi della Valtellina attraverso il Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica).

La delibera, un atto voluto dall’Amministrazione Provinciale, vincola alla realizzazione della statale 38, primo lotto, i 140 milioni di euro che la Finanziaria aveva genericamente destinato all’”accessibilità della Valtellina”. La Finanziaria, infatti, non prevede assegnazioni dirette bensì appostamenti di risorse per zone determinate, lasciando proprio al Cipe il compito di definirne l’utilizzo e di destinare il contributo.

TIRANO

Aggiungiamo che nel verbale della seduta in data 22 marzo del CIPE figura testualmente: "ACCESSIBILITA’ VALTELLINA: VARIANTI DI TIRANO E MORBEGNO"C'é anche Tirano come approvazione ma mancano ancora i soldi.

PROVERA

“La delibera di oggi soddisfa un’esigenza che consideriamo fondamentale – spiega il presidente Fiorello Provera – perché vincola irrevocabilmente i fondi previsti in Finanziaria alla realizzazione del primo lotto della statale 38. Abbiamo fortemente voluto questo atto formale del Cipe per mettere al sicuro risorse finanziarie ottenute con grande difficoltà in una situazione economica non facile per il Paese. Per questo abbiamo mobilitato il ministro Maroni e il sottosegretario Bricolo, distolti dalla campagna elettorale, ed abbiamo avuto la piena collaborazione del sottosegretario Uggè e del viceministro Baldassarri che hanno, tutti insieme, sostenuto le richieste della Valtellina. Alla luce dell’importanza di questa riunione del Cipe – prosegue Provera – ho voluto che il nostro consulente Mangini fosse a Roma a seguire gli ultimi dettagli e la riunione preparatoria del Cipe. Un utile supporto tecnico agli interventi politici dei rappresentanti della Casa delle Libertà”.

Fin qui il comunicato emesso dal Presidente della Provincia.

RISCHI ANCHE PER IL SOTTOSEGRETARIO UGGE’

Ricordiamo cosa aveva dichiarato nei giorni scorsi il sottosegretario Uggé: «Nuova statale, a 4 corsie o salta tutto. Se entro l'anno non apriamo i cantieri rischiamo seriamente di perdere i soldi stanziati nella Finanziaria. E se facciamo modifiche al progetto approvato a dicembre dal Cipe - ha ribadito nuovamente Uggè - dobbiamo considerare di ripercorrere tutto l'iter dalla valutazione d'impatto ambientale in avanti. 19 mesi, secondo il Presidente Provera, ma 19 che poi, si sa, diventerebbero 25, 30 e forse più ».

MEGLIO

A suo tempo sostenemmo, quasi solitari, il progetto a due corsie. Diciamo quasi solitari perché ce n’erano altri ma con una differenza significativa. Loro sostenevano che la soluzione migliore era una strada a due corsie. Noi sostenevamo invece che era meglio quella a quattro. Aggiungevamo però, con realismo dimostratosi poi la cosa più giusta, che a quattro corsie virtuali preferivamo due reali, unica soluzione per poter avere, in alcuni decenni, l’intera strada nuova.

Suggestivo lo slogan “vogliamo una strada più lunga che larga”, teoricamente giusto ma tale, richiedendo la modifica del progetto e la ripresa dell’iter, da operare un transfer. “Più lunga” (da percorrersi, ogni anno di più, sarebbe l’attuale SS 38, visto che bisognerebbe aspettare anni e anni per avere la riapprovazione ma soprattutto il rifinanziamento del progetto modificato. Dobbiamo però prendere atto di come stanno le cose, e agire di conseguenza. C’è infatti qualcuno che ritiene che possiamo permetterci di rinviare di alcuni, forse tanti, anni la realizzazione – tempo inevitabile se si modifica il progetto, anche con uno stralcio - quantomeno della prima parte?

OLTRE MORBEGNO

Una prima parte che, rebus sic stantibus, potrà arrivare oltre Morbegno. Ma di questo è meglio non parlare.

PENSIAMO AI PRECEDENTI

Del rischio avevamo detto a chiare lettere noi, che abbiamo ben presenti i precedenti.

La tangenziale di Tirano è stata due volte nei triennali ANAS, quella di Sondrio una volta. Il Mortirolo cancellato quando Il Sole – 24 Ore aveva già pubblicato il bando di gara (!) e i soldi stanziati ovviamente sono andati altrove. Per carità di patria non andiamo indietro, anche perché rompere lo scilinguagnolo non servirebbe a niente. Serve la citazione se non altro per evitare che nel futuro si vada a finire nello stesso guazzabuglio.

RISCHIO POLITICO

Per dovere di informazione e consiglio di attenzione, indipendentemente da ogni posizione politica, è bene tener presente quanto prevede in fatto di opere pubbliche il Programma de “L’Unione”:

“Una politica dei trasporti sostenibile” (pagg. originarie 135 e segg.)

“Uno dei gravi limiti dello sviluppo italiano è costituito dalla debolezza delle infrastrutture viarie e della logistica. I cittadini e le imprese italiani si confrontano con una rete a favore del trasporto su gomma, con servizi insufficienti a

soddisfare le esigenze di mobilità delle persone e delle merci. Questo scenario sta producendo effetti drammatici, come un drammatico numero di morti per incidenti stradali, e gravi disfunzioni sotto vari profili: costi del trasporto, impatto ambientale, consumi energetici ed emissioni di gas serra, sicurezza e vivibilità nelle aree urbane e metropolitane, dove si sviluppa quasi il 70% degli spostamenti di tutto il territorio nazionale.

Con il governo di centrodestra la situazione è ulteriormente peggiorata. Il trasporto pubblico è stato indebolito e la Legge Obiettivo per la realizzazione delle grandi opere, sulle quali si sono concentrate le risorse pubbliche, si è rivelata un fallimento. Si è inoltre abbandonata ogni corretta forma di programmazione delle opere coerente con il "Piano generale dei trasporti e logistica" e di relazione con gli enti locali.

L’unione si impegna a individuare, sulla base delle risorse finanziarie disponibili, gli interventi infrastrutturali da realizzare prioritariamente, in coerenza con il "Piano generale dei trasporti", con il coinvolgimento attivo

degli enti territoriali.

L’individuazione delle priorità infrastrutturali deve a sua volta avvenire alla luce delle risultanze della valutazione

ambientale strategica (VAS), dell’esame del rapporto costo/beneficio di ogni intervento e delle sua coerenza con gli

obiettivi generali e di sistema da perseguire, a partire dal riequilibrio modale.

A tal fine, proponiamo di modificare profondamente la "legge obiettivo", per rafforzare il ruolo degli enti territoriali,

per rendere generalizzato e inderogabile il ricorso alla valutazione di impatto ambientale, per potenziare le capacità

di controllo, monitoraggio e di vigilanza complessiva sul ruolo e sull’operato dell’istituto del "General contractor",

cioè della figura introdotta dalla "legge obiettivo" come esecutore generale dell'opera”.

GUAI SE I LAVORI NON PARTONO!

Il documento prosegue particolareggiando i diversi settori per cui non andiamo oltre.

Il punto è comunque questo. Nel caso di vittoria dell’Unione questo capitolo resta fondamentale anche in relazione alle esigenze di alcune forze politiche della coalizione.

Come quasi sempre in questi casi, quello che è in corsa prosegue. Quello che non è in corsa viene fermato per recuperare risorse e destinarle al nuovo ordine di priorità.

Tradotto in termini comprensibili o il primo lotto della 38 è partito o se è in itinere per le modifiche richieste si blocca e se ne riparlerà fra diversi anni anche perché in tal caso, sulla base dei criteri esposti, non sono pochi gli interventi che rischiano di passarci davanti.

GdS

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