ARGOMENTI PROPOSTI DA Mario PULIMANTI: 1) SETTE ED EUTANASIA (IL CASO DI ELUANA) 2) PRODI AL TRAGUARDO 3) ORA LEGALE 4) I CONSIGLI DEL PIERDIFERDI

1) SETTE ED EUTANASIA (IL CASO DI ELUANA)

Di fronte alla spiaggia di Ostia, penso.

Sono un paranoico ipocondriaco. Se per caso sento un dolorino al braccio, penso di essere sull’orlo dell’infarto anche se il braccio è quello destro. Certi disturbi comportamentali non spariscono così, in un amen. Intorno a me, molti stranieri.

Malavitosi rumeni. Una volta che si impadroniscono dei tuoi dati personali, ti svuotano il conto corrente. La Garbatella mi ricorda mio padre. Per poco non mi usciva di bocca una parola che non pronuncio da più di quindici anni. La prima in assoluto che ho imparato a formulare, quando ancora non ero nemmeno capace di stare in piedi. Papà. Senza farmi vedere da nessuno, piango. Vedo Ostia: il blu del mare, il rosa delle bouganvillee, il verde delle palme. Simonetta non ama molto il mare. O meglio, lì dove le spiagge sono tutte piatte. Tutte sabbia e onde. Considera questi posti poco spirituali.

Penso a Collevecchio. Per fortuna mia suocera ha dotato le finestre di

zanzariere: da quelle parti girano lucertole incrociate coi brontosauri. Seduto di fronte al mare, continuo a pensare. Penso alle sette. Quando i capi di una setta espongono concetti, lo fanno in termini elementari, in bianco e nero: “Loro sono contro di noi, la setta ha ragione e chiunque non ne faccia parte ha torto e ci vuole distruggere”. E non ammettono alcun dissenso.

I loro leader si aspettano che i seguaci mettano a loro disposizione anche la loro mente. Esercitano un controllo assoluto sugli adepti, che sono tenuti a rinunciare al loro passato. Scelgono preferibilmente individui vulnerabili e giocano sulle loro insicurezze. Cercano in preferenza soggetti solitari e li convincono ad abbandonare gli amici e la famiglia. Gli adepti cominciano a vedere in loro l’unica fonte di sussistenza mentale.

Fare il leader di una setta è molto impegnativo: devono mantenere un controllo ininterrotto sugli adepti, intuire i dissensi e stroncarli sul nascere. Quindi, qualora possano sussistere influenze esterne per strada o in luoghi pubblici, rimangono particolarmente cauti. Nel loro ambiente, al contrario, sono più rilassati. I leader di una setta detengono il potere al cento per cento; sono loro a stabilire come gli affiliati trascorrano ogni minuto del loro tempo. Assegnano loro compiti di ogni genere, anche solo per tenerli impegnati ed evitare che abbiano tempo libero, tempo per pensare. I capi-setta si creano la loro etica, definita esclusivamente in base a ciò che è bene per la setta e per mantenere in vita il culto; leggi e moralità esterne sono irrilevanti. Loro convincono i seguaci che è eticamente giusto fare ciò che loro dicono, o suggeriscono loro di fare. E’ perciò pericoloso affidarsi a questa sette organizzate. Ci rimetti troppo: non ti lasciano pensare come vuoi. Ti controllano. So che sembra stupido, ma non mi piace l’idea di predatori che approfittano della vulnerabilità altrui. Sette.

Comunque sia, le sette non vanno confuse con le religioni.

Religioni.

Per molti la religione non ha una posizione centrale nella loro vita.

Sì, celebrano Pasqua e Natale, anche se in quei casi i simboli delle feste sono un coniglio e un ometto allegro vestito di rosso.

Queste persone preferiscono trasmettere ai figli la propria etica:

regole solide e incontrovertibili, comuni quasi a ogni fede e hanno la fastidiosa sensazione che la religiosità portata all’estremo possa essere molto pericolosa.

Hanno una filosofia di vita sorprendentemente semplice: non credono nel bene e nel male, tantomeno in Dio e Satana. Per loro, queste sono astrazioni che distraggono dalla realtà.

Rientro a casa. Riesco a recuperare i popcorn dal forno a microonde un attimo prima che si trasformino in un’arma di distruzione di massa, com’

è successo la settimana prima.

Simonetta per un istante mi guarda interdetta.

Poi mi fa una boccaccia.

Incantevole.

Non è il tipo che per una miseria sputa sangue nei call-center.

Bevo un sorso di falanghina. Vino da meditazione. Mi avvicino la mia piccola pila di quotidiani e settimanali. Leggo.

“È inaccettabile il relativismo dei valori, soprattutto se questi riguardano la conservazione o meno della vita”. Così l'Osservatore Romano ha criticato duramente la sentenza della Cassazione che ha deciso di consentire un nuovo processo sul distacco del sondino nasogastrico ad Eluana Englaro, la ragazza in stato vegetativo dal 1992. “Accettare, pure nel vuoto legislativo, una tale posizione significa orientare il legislatore verso l'eutanasia. Introdurre il concetto di pluralismo dei valori significa aprire una zona vuota dai confini non più tracciabili. Significherebbe attribuire ad ognuno una potestà indeterminata sulla propria esistenza dalle conseguenze facilmente immaginabili, solo ragionando eticamente”. Questa è la ferma presa di posizione dell'Osservatore Romano, secondo il quale "Accettare, pure nel vuoto legislativo, una tale posizione, significa orientare fatalmente il legislatore verso l'eutanasia”. Inoltre “nessun esperto potrebbe, allo stato attuale, dichiarare l'irreversibilità della condizione di stato vegetativo, se non in base ad una scelta puramente soggettiva. Sulla volontà di Eluana, poi, l'arbitrarietà appare palese”. Insomma, uno "stop" chiaro a quella che in molti hanno considerato un’apertura da parte della Corte, ovvero il sì' alla possibilità di sospendere i trattamenti di alimentazione artificiale solo se la condizione di Eluana potesse essere accertata come irreversibile. Indipendentemente dall'esistenza di una normativa in materia, afferma l'anestesista Rodolfo Proietti dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, “sono contrario all'interruzione dei trattamenti per pazienti come Eluana, perché la nutrizione e idratazione artificiali sono delle cure sempre dovute ed è dovere del medico garantirle. Penso siano atti assistenziali dovuti sia dal punto di vista medico che etico e morale”. Della stessa opinione Domenico Di Virgilio (Fi), già sottosegretario alla Salute e presidente dei medici

cattolici: “Se ci fosse una legge, farei obiezione di coscienza. È infatti scientificamente dimostrato - sostiene – che privare di cibo e acqua pazienti in stato di coma porta loro ulteriori sofferenze”. In assenza di certezze - scientifiche e giuridiche - la soluzione al caso di Eluana appare, ancora, lontana. Prendo fiato e mando giù un sorso di vino dando un’occhiata alla foto di Nicole Kidman. Mah. Forse per oggi può bastare.

2) PRODI AL TRAGUARDO

Ritengo che il governo Prodi abbia esurito il suo compito. Se non si vuole tentare la strada impervia delle elezioni, sarebbe quantomeno opportuno dar luogo ad una nuova formazione governativa, allargata all'UDC, con un premier al di sopra delle parti. In attesa della nuova legge elettorale e, quindi, di nuove elezioni. Mario Pulimanti

3) ORA LEGALE

Preferisco l'ora legale a quella solare. Difatti quando inizia, capisci che la bella stagione sta arrivando e le giornate sembrano subito più lunghe. Al contrario quando ritorna l'ora solare è come se fossimo improvvisamente ritornati in inverno. Da un giorno all'altro. Ed è subito notte!

4) I CONSIGLI DEL PIERDIFERDI

"Accendi la televisione" mi dice Simonetta.

Il telegiornale.

"Alza il volume. Ascolta."

Io ascolto con lei.

Quasi non sa più che parole usare, la Cdl, per denunciare la situazione: "che cosa deve ancora accadere affinché le forze politiche più responsabili della maggioranza e le istituzioni che hanno a cuore il bene si vergognino di vivere in questo Paese e gli interessi dell'Italia siano compromessi?", domanda il coordinatore di Forza Italia, Bondi.

La sceneggiata Mastella-Di Pietro scatena ovviamente l'indignazione dell'opposizione che, piuttosto perentoriamente, chiede la crisi di governo.

O, meglio, chiede che si prenda finalmente atto di una crisi che è già nei fatti.

Fisso un punto, in alto.

Chiudo gli occhi.

La situazione all'interno della aggioranza è così deteriorata che tenere in vita questo esecutivo significa produrre danni incalcolabili al Paese, denuncia Matteoli (An), mentre giustamente Pierfedinando Casini (Udc) osserva che "se Prodi avesse un pochino di dignità sarebbe ora di gettare la spugna e di aprire una fase politica nuova nella vita italiana".

Quasi a fotografare una situazione surreale, Casini aggiunge che "oggi il centrodestra rischia di vincere più sulle disgrazie degli altri che per i meriti propri" e poi ribadisce che il ipolarismo non piace ai centristi "perché si creano due grandi armate solo per vincere a tutti i costi e quando si vince non riescono a governare".

Per La Destra, Buontempo ritiene che "le dimissione di Mastella siano inevitabili, qualunque sarà il risultato dell'inchiesta che lo vede coinvolto", mentre Storace afferma che "la solidarietà di queste ore a Mastella è figlia del ricatto. È una maggioranza di bugiardi, che si odiano l'uno con l'altro e nessuno risponde alla domanda: perché i ministri del centrodestra si sono dimessi e quelli del centrosinistra no?".

Ostia distesa sotto di noi.

La guardiamo dal balcone.

Le luci e il buio delle strade, dei viali, dei giardini, sembrano farsi partecipi dei nostri dubbi.

Le foglie si affollano intorno, spinte da un vento soffice.

Simonetta mi chiede "dimmi quella cosa che volevi dirmi".

"La conosci perfettamente" rispondo.

"Anche tu - replica- ma dimmela lo stesso".

Potremmo continuare all'infinito.

Allora esclamo "Simonetta, c'è da chiedersi non quando Mastella farà cadere il governo, ma piuttosto tra quanto tempo diventerà insopportabile per tutti i moderati l'atteggiamento di un governo che, per tenere buona una sinistra estrema, una sinistra che rende oggettivamente impossibile governare, continua a fare concessioni".

Rientriamo.

C'è il tempo per un caffè.

Beviamo dalle tazine, lentamente.

Poi andiamo a dormire.

Tutto è pronto.

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