I cronici intralci all'avvio delle nuove opere. Non sempre. Se ci si mettono i valtellinesi...

di CCCVa - Alberto Frizziero

E.S.Direttore

Il Sole – 24 Ore


Ho letto a pagina 14 del giornale in data giovrdì 16 c.m.
l’articolo dal titolo “Primi censimenti sulle contestazioni alla
realizzazione delle infrastrutture - NEL MIRINO 92 NUOVI
IMPIANTI - Veti per inceneritori, discariche e centrali
elettriche “.

Le difficoltà non sono una costante

Si dice che le difficoltà nella realizzazione di opere
importanti siano una costante. E’ vero e non è vero: dipende
dall’approccio ai problemi. In sintesi alcuni esempi.

1) Un anno e mezzo dall’incarico all’appalto

Alla fine degli anni ’70 c’era in provincia di Sondrio il
problema della Statale 38 dello Stelvio, nei 100 km dall’inizio
della Valtellina sino a Bormio. Nella Comunità Montana della
Valtellina, la più grande d’Italia, presieduta dal prof.
Garbellini – io l’avevo guidata prima e allora ero capogruppo
oltre che Sindaco di Sondrio – prendemmo il toro per le corna.
Incarico al prof. Darios del Politecnico coadiuvato dalla
cooperativa di geometri in C.M. ex L.285.

Illuminante il colloquio all’ANAS. In sintesi: “Avete il
tracciato della nuova SS 38” – “No il progetto” – “Avete già il
progetto di massima?” – “No, quello esecutivo” – “Mancano allora
solo i progetti delle opere d’arte” – “No ci sono già quelle dei
tratti prioritari” – “Ma adesso i Comuni…” – “No, sono tutti
d’accordo” – “I Sindaci si dicono d’accordo ma poi…” – “Noi qui
ci sono tutte le delibere, una quarantina, di inserimento della
strada negli strumenti urbanistici”.

Non c’erano Piano decennale o triennale, ma poche risorse a
bilancio ma uno scenario simile all’ANAS non si era mai
presentato.

Il risultato fu che a un anno e mezzo dall’incarico del progetto
partivano i bandi di appalto per i primi due lotti, il micidiale
Tartano e la Sernio-Mazzo.

2) Le case per alluvionati costruite in tre mesi. E che case!

Il 18 luglio 1987 in Valtellina iniziava la terribile calamità.
Il 28 luglio la montagna seppelliva il paese di S.Antonio
Morignone. Il 5 agosto il CER stanziava i fondi. Il 23 dicembre
DELLO STESSO ANNO, consegnavamo le chiavi di case la cui
notevole qualità potete ancor oggi verificare a 17 anni di
distanza. Non solo i tempi. Il costo, compresi giardini e
sistemazioni esterne, era stato di poco superiore a quello dei
containers nei quali vivono tanti terremotati da anni.

Gad Lerdner iniziò la sua trasmissione “Milano Italia” in
diretta da Sondrio leggendo il fondo che avevo scritto sul
giornale che dirigevo. Scrivevo, e lo ripeto ora, che quello fu
il vero scandalo Valtellina, quel silenzio totale cioè di tutti
gli organi di informazione. Il parlarne non interessava noi. Che
fossimo stati bravi lo sapevamo da soli. Contava invece, e conta
tuttora, mostrare cosa si può fare per la povera gente vittima
di calamità le più varie. Se noi abbiamo costruito le case in
tre mesi, con quella qualità riscontrabile ancor oggi e con quei
costi limitatissimi, lo si può fare anche altrove e non
riusciamo a capire perché non lo si fa. Da notare che si possono
avere anche diversi moduli urbanistici a disposizione. Per come
fare ad ottenere un simile risultato basterebbe chiamare i
valtellinesi a dirigere le operazioni.

3) L’ elettrodotto di interconnessione Svizzera-Italia: quindici
anni!


C’è anche l’esempio contrario, quello dell’elettrodotto
S.Fiorano-Rubbia a 3 80 V per l’importazione di energia dalla
Svizzera ora in costruzione ma dopo un iter di una quindicina di
anni. L’ENEL aveva fatto di testa sua, probabilmente progettando
il maxi-elettrodotto sulle tavolette dell’IGM al 25.000 e senza
sentire nessuno. Ovviamente ci opponemmo. Ero allora Presidente
del BIM, Ente importante in quanto in provincia si producono
quasi 6 miliardi di kWh, con un consumo locale inferiore al 10%
, e di energia pregiata in quanto abbiamo una trentina di laghi
artificiali con una capacità di 700 milioni di metri cubi (5 o 6
anni di fabbisogno d’acqua di Milano). In un convegno nazionale
un alto dirigente dell’ENEL dicendomi che loro compito era
fornire energia di cui il Paese aveva bisogno chiese la nostra
solidariet. Risposi che noi, per conto delle comunità locali,
eravamo pronti a darla ma occorreva crearne le condizioni.. (Per
fare un solo esempio, volutamente margi nale ma significativo,
l’ENEL aveva ottenuto l’OK ambientale per il maxi-elettrodotto
in zona Galasso. Nella stessa zona una modesta trattoria aveva
avuto invece il NO per una piccola vasca sotterranea per
l’acqua!).

Quali erano le condizioni? Una: sedersi al tavolo. Precisai che
se ci fossimo seduti per modificare un progetto inaccettabile a
pari costi in due o tre mesi avremmo chiuso il problema.

Il Paese ha bisogno di energia, e potenza, di import. Occorrono
linee adeguate. Eppure per sedersi a quel tavolo ci sono voluti
quasi tre lustri. Quando l’han capita e la cosa si è fatta, il
problema, approfondendo e discutendo con gli Enti locali in
tempi ragionevoli, è stato risolto.

Persi 15 anni, stolidamente.

La morale

La morale è implicita. Per come accelerare l’esecuzione di opere
fondamentali vale quanto esposto all’inizio. Per evitare le
lungaggini il caso dell’elettrodotto deve far scuola. Con le imposizioni
non si va lontano, così come con l’insistenza, che pure è il
vizio di qualcuno, sensibilissimo ai “Comitati”, sia quelli di
rappresentanza reale che altri variamente motivati, a
raggiungere una irraggiungibile sorta di unanimità. Dipende
comunque dai timonieri.

Nimby  Forum, secondo il Suo giornale, non ritiene
sufficienti "politiche accorte di comunicazione" ma ritiene che
il problema sia soprattutto "di consenso politico". Vere le due
cose ma per la seconda occorre sdoppiare: da un lato Istituzioni
e soggetti locali, dall'altro anche la popolazione con, questo
sì, un "accorto approccio".

Questa nota, quantomeno per l’impossibilità di sintetizzarla,
non potrà andare sul giornale. Veda comunque Lei. Un giornale
come il suo, approfondendo l’argomento, potrebbe ad un tempo
realizzare uno scoop e rendere un servizio non solo al Paese ma
soprattutto a tanta povera gente.

p. il
CCCVa: Alberto Frizziero


GdS  30 IX 2004 -
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