Pista ciclabile di Via Vanoni: troppi passi carrai per la sicurezza

Preg. Comitato Consumatori
Alcuni cittadini si sono rivolti alla stampa locale e a Libero, Virgilio ecc. per denunciare i pericoli della pista ciclabile di Via Vanoni per le 30 immissioni laterali. Una di queste, Via Meriggio, è pericolosissima perchè da lì passano le auto in uscita dall'Iperal, quasi in colonna nelle ore di punta. Lì occorre un semaforo ciclopedonale a pulsante come c'è in Via Adua. In Comune dicono che la pista proseguirà fino alla rotonda quando verrà completato l'intervento Carini con l'ultimo condominio. Ci vorrà del tempo ma intanto il percorso pericoloso è come un binario morto che si collega con un'altra pista, quella del Sentiero Valtellina allo svincolo della tangenziale. Binario morto perchè non ha futuro. In Via Moro c'è la pista ma non c'è la possibilità tecnica di un collegamento da Via Vanoni a Via Moro. Lo stesso in Via Caimi e così pure per Via Tonale. A caval donato non si guarda in bocca, specie se l'intervento a carico della società dell'area Carini vale quasi un milione di €uro, ma così le cose non vanno e bisogna fare qualcosa.
Distinti saluti
Nota firmata

A suo tempo il giornale, come altri, era stato interprete di opinioni correnti. Le perplessità riguardavano tutte e tre le piste ciclabili in programma. In via Stelvio per la quantità di passi carrai che nello spazio adibito a pista avevano la visibilità che non c'è più. In Via Ventina, lussuosa, doppione di quella esistente in fregio al Mallero poche decine di metri a fianco. In  Via Vanoni, come scrive chi si è rivolto a noi, binario morto senza futuro, salvo difficili e costosi raccordi.
Oggi di fronte ai problemi che innegabilmente ci sono facciamo solo da altoparlante di chi vuol dire la sua, contro in questo caso, a favore se qualcuno trovasse le ragioni per esserlo. Il giornale ha voluto verificare quanto ci è stato scritto a noi come ad altri organi di informazione ed effettivamente impressiona la quantità di immissioni, mediamente una ogni ventina di metri o poco più. Non pare preoccupato un abitante della zona secondo il quale le critiche sono fondate ma tanto, anche nella scorsa bella stagione, di ciclisti in Via Vanoni se ne vedono ben pochi al contrario della pista che dal centro raggiunge il Parco Bartesaghi.
Per quanto ci riguarda obiettività vuole che si dicano le cose come stanno per quanto riguarda il finanziamento delle opere, non di quasi un milione di €uro. Ci è stato obiettato, al tempo di cui sopra, che le tre piste costavano poco o niente al Comune. Non é vero. Se quella di Via Stelvio ha avuto i finanziamenti in seguito ad un accordo tra Regione, Provincia e Comune, le altre due sono state fatte sì da privati ma “a scomputo del costo di costruzione”. Via Ventina non aveva nessun carattere di priorità che avrebbe invece avuto il sottopasso ferroviario, una strozzatura incredibile dopo l'apertura del 7° ponte. Nè prioritaria era la pista di Via Vanoni con i problemi che emergono (anche se esteticamente con le piantumazioni l'intervento è risultato apprezzabile). Sul cartello dell'impresa che descrive l'opera è indicato il costo: 545.000 €uro. La delibera del 23.11.2010 con la quale la Giunta ha approvato il progetto esecutivo prevede un costo di 672.500 € più IVA. Notizie di stampa stimano in 800.000 € il costo.
Ci hanno replicato che c'erano accordi sottoscritti. Vero, ma vero anche che ci sono state modifiche sottoscritte e quindi sarebbe stato possibile farne per diversamente e meglio utilizzare, in tempi magri, quei fondi (ndr)
GdS

PS Alzano la testa anche dalle parti della Cà Bianca perchè gli stessi problemi ci sono anche lì. Non andiamo oltre perchè non vogliamo, né ci compete, rubare il mestiere ai consiglieri comunali...

CCCVA