ASILI-NIDO RISPOSTA (IDEOLOGICA) SBAGLIATA AD UNA ESIGENZA REALE
Le mamme della provincia di Sondrio sicuramente penalizzate
(Nota del Comitato Cittadini Consumatori Valtellina a quanti d’interesse, Ministro della Famiglia compresa)
Che una famiglia abbia spesso necessità del doppio introito, ossia che padre e madre lavorino entrambi, è scontato per una semplice ragione di aritmetica, visto che occorre avere soldi per 30 giorni, o 31 o, meno male, solo 28 a febbraio, e non 28,26 e anche meno come capiterebbe se lavorasse uno solo.
Che una famiglia si trovi con qualche problema se arrivano figli è pure scontato.
Che la madre, infatti, abbia qualche problemino a conciliare attività lavorativa e cura del, o dei, piccolo/i è pure scontato.
Che nei grossi centri si provveda con asili-nido è un dato anche se magari la domanda supera l’offerta.
Che il Governo, specie dopo sedicenti DICO e critiche alle politiche per la famiglia, voglia recuperare è sì positivo ma bisogna vedere come.
Che il Governo provveda, come ha dichiarato, con gli asili-nido – tema molto ideologico - è infatti sbagliato. Non per le grosse città, ma per gran parte del territorio nazionale.
In Italia 5756 Comuni hanno meno di 5.000 abitanti (di cui 5282 meno di 4.000, 4606 meno di 3.000, 3585 meno di 2.000 e 1968 meno di 1.000). Come ordine di grandezza una quindicina di milioni di abitanti scoperti dato che un asilo-nido in ragione di costi di investimento, di elevatissimi costi di gestione soprattutto per l’alto numero di personale qualificato necessario specie poi se l’arco di apertura dell’asilo, e quindi anche dell’arco lavorativo è ampio, è difficile trovarlo, o aprirlo, nei Comuni piccoli.
Si esaminino i costi di un asilo-nido, tutti naturalmente, spese generali comprese visto che spese sono. Si divida per il numero di bimbi ospiti. Si otterrà il costo bimbo/anno. Lo abbiamo presente ma compete agli amministratori di fare il conto e trarre le debite conclusioni e non vogliamo sostituirci ad essi.
Diciamo pertanto solo che dando la metà del costo bimbo/anno, come sopra calcolato, alle mamme, redditi alti ovviamente esclusi, si otterrebbe un duplice risultato. Un risparmio di pubblico denaro che quindi potrebbe essere destinato ad incrementare la capienza degli asili nido esistenti e un’alternativa reale per le mamme. Non solo. Si eliminerebbe ua vera ingiustizia. Perché per la mamma di Sondrio c’è il servizio, per giunta pagato solo una frazione modesta del vero reale costo con la differenza a carico della collettività, mentre quelle di Faedo piuttosto che di Cedrasco, di Spriana, di Maroggia o di Carona devono arrangiarsi da sole e naturalmente a spese loro?
Comitato Cittadini Consumatori Valtellina