PROFONDE RAGIONI ETICHE CONTRO LA PENA DI MORTE ANCHE SE L’IMPUTATO E’ SADDAM HUSSEIN

Nota del CCCVa ai Presidenti di Senato e Camera oltre che alle Associazioni che si battono contro la pena di morte, ovunque e comunque applicata

E’ stata diffusa la notizia che nel processo in corso a Bagdad il Procuratore Generale iracheno, scita, Jaafar al-Moussawi ha chiesto la condanna a morte per Saddam Hussein, sunnita, per il suo fratellastro Barzan al Tikriti e per Taha Yassin Ramadan, già Vicepresidente dell’Irak.

Il Comitato Cittadini Consumatori Valtellina non entra nel merito né ovviamente leva la sua voce in difesa di Saddam Hussein. Con questa nota, inviata a Senato e Camera oltre alle organizzazioni in prima linea contro la pena di morte, tiene a sottolineare che i princìpi sono princìpi (accento sulla seconda “i”, non sulla prima) e quindi hanno da valere ed esser fatti valere sempre e comunque anche se l’imputato si chiama Saddam Hussein ed anche se un giusto verdetto documentasse la sua responsabilità nell’eccidio di Dujahil di 24 anni fa.

Profonde ragioni etiche ostano alla pena di morte che può e deve essere efficacemente sostituita in termini tali da corrispondere alla gravità dei crimini. Profonde ragioni etiche vorrebbero comunque una legge uguale per tutti, non solo per Saddam, Milosevic, Pinochet.

Si chiede che tali profonde ragioni etiche determinino consequenziali, auspicabilmente unanimi, azioni del Parlamento.

Comitato Cittadini Consumatori Valtellina

Comitato Cittadini Consumatori Valtellina
CCCVA