LA CARNE EQUINA DELLA PROVINCIA DI SONDRIO È SICURA E SANA

Corrispondiamo a una richiestam pervenuta al giornale sulla carne di cavallo riproponendo quanto diffuso un pio di settimane fa in quanto motivo di tranquillità dei consumatori.

"La carne equina della provincia di Sondrio è sicura e sana poiché sottoposta a rigorosi controlli". Questa la dichiarazione del direttore dell'Associazione provinciale Allevatori, Gianmario Tramanzoli, che prende la parola in seguito alle notizie apparse a livello nazionale e internazionale rispetto a quella che è stata definita una truffa alimentare. Come è noto, lo scandalo avrebbe investito alcuni prodotti di importanti società nei quali è stata riscontrata la presenza di carne equina non dichiarata in etichetta. "Non facciamo confusione - questo l'invito del direttore Tramanzoli - non è, infatti, in discussione la salubrità della carne equina che, se inserita nei prodotti, deve necessariamente essere indicata. Resta, quindi, individuale e personalissima - aggiunge - la scelta di acquistare e dunque mangiare alimenti che la contengano". Una presa di posizione quella dell'A.P.A. Di Sondrio per fare chiarezza, rassicurando i consumatori rispetto ai rigorosi processi ai quali la carne equina macellata in provincia di Sondrio è sottoposta. Risale, infatti, al 5 maggio 2006 il Decreto Ministeriale contenente le linee guida per l'implementazione e la gestione del sistema di identificazione e registrazione degli equidi su tutto il territorio nazionale.

L'Associazione Italiana Allevatori (A.I.A.) ha, successivamente, demandato alle associazioni locali il compito di provvedere alla gestione dell'anagrafe degli equini. "Il Decreto Ministeriale - spiega Tramanzoli - impone una netta distinzione fra equidi D.P.A., ovvero destinati alla macellazione dunque alla produzione di alimenti, ed equidi Non D.P.A. Una banca dati rigorosissima che l'A.P.A. aggiorna costantemente. L'allevatore, inoltre - prosegue il direttore - è obbligato ad avere un passaporto sanitario per ogni capo, documento sul quale viene riportata la distinzione sopracitata: D.P.A. o Non D.P.A. Non solo, dal 2007 ogni capo è riconosciuto grazie al proprio passaporto e l'inserimento di un transponder (un microchip)". La procedura, quindi, è molto accurata e non vi è possibilità di saltare alcun passaggio. Quando un capo giunge alla macellazione significa che è già stata verificata la regolarità di tutta la documentazione. Vi è, poi, un importante passaggio affidato al Dipartimento Veterinario dell'ASL relativo alla sicurezza del prodotto e quindi anche al suo completo processo di tracciabilità. "L'A.P.A. - conclude il direttore Tramanzoli - è molto attenta e impegnata anche su un altro fronte, quello del benessere dell'animale. Sia destinato o no alla macellazione, ad ogni capo presente negli allevamenti della nostra provincia devono essere garantite condizioni di vita nel pieno rispetto della salute, nonché condizioni ottimali in fase di trasporto. Un controllo, dunque, a tutto campo, che parte da lontano, dalla stalla. A maggior garanzia, in questo caso, anche della qualità e della sicurezza delle carni".

CCCVA