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Occ


1) Fenomeno



Cari amici,

quelli di voi che abitano a Roma e dintorni avranno
probabilmente sentito parlare di uno scandalo recente chiamato
delle “baby cubiste”. Quelli che ne sentono parlare per la prima
volta ora, immagino, staranno già storcendo il naso solo a
vedere l’accostamento tra quelle due parole.

Che significa “Baby cubiste”? Cubiste non sono forse quelle
ragazze che si esibiscono sui palchi dei locali da ballo in
abiti molto succinti e movenze erotiche? E allora come possono
essere ‘baby’? Sono perplessità legittime che, purtroppo,
trovano una risposta sconcertante: le baby cubiste esistono,
sono bambine di età tra i 12 e i 15 anni e, fuori dal locale
sono bambine come le altre. Un fenomeno che esiste, o almeno
esisteva a Roma fino a quando un’inchiesta di Marida Lombardo
Pijola, giornalista del Messaggero, non le ha portate alla luce.
Già alla luce, quella del giorno e della cronaca, e anche alla
luce degli occhi dei genitori dato che il fenomeno si svolgeva
in alcune discoteche pomeridiane della Capitale, sotto le luci
stroboscopiche ma lontano dagli sguardi degli adulti, per cui
questi locali erano off limits. Lontano dallo sguardo dei
genitori che, al massimo, sapevano che i figli andavano a
ballare in compagnia dei coetanei, non ad esibirsi su un palco.

Né potevano immaginare che le figlie ancheggianti fossero
riprese da decine di videofonini e che queste immagini finissero
su internet. Probabilmente i genitori non l’avrebbero presa
proprio bene, tanto meno se avessero saputo che questo non
nasceva spontaneamente, come momentanea imitazione della velina
di turno. Il fenomeno delle baby cubiste si è rivelato solo un
ingranaggio di un sistema strutturato e organizzato, dove il
reclutamento delle minori era fonte di guadagno per altre
ragazze, minori anch’esse. In poche parole si trattava di un
gran giro d’affari che – stando a quello che si ipotizza nelle
indagini in corso - si basava sullo sfruttamento del lavoro
minorile e che, in alcuni casi, era al confine con la pedofilia.

Per fortuna che il reportage del Messaggero non ha lasciato
indifferenti né i genitori né le istituzioni che, anzi, si sono
uniti per far luce sulla vicenda e bloccare questa pericolosa
“moda”. Nel giro di pochi giorni il Prefetto di Roma, Achille
Serra, ha convocato un vertice provinciale per la sicurezza
invitandovi, in rappresentanza dei genitori, il Moige che, per
l’occasione, ha portato delle precise proposte.

In primo luogo si è chiesto che ai genitori venisse in ogni caso
garantito l’accesso ai locali frequentati dai minori; a tal fine
è stata istituita una linea diretta di comunicazione tra il
Moige e la Prefettura di Roma. I genitori potranno così
segnalare all’uno o all’altra i casi di difficoltà all’ingresso
o d’irregolarità.

Su proposta del Moige poi il sindaco di Roma Walter Veltroni ha
garantito che nelle discoteche pomeridiane saranno presenti
degli operatori sociali che, senza essere invasivi, potranno
offrire un aiuto e un sostegno a tutti quei minori che dovessero
trovarsi in difficoltà o situazioni a rischio.

In attesa che le indagini si concludano e si accertino tutte le
responsabilità proponiamo a tutti voi, a Roma come nelle altre
città, di fare un piccolo sforzo, magari mettendovi d’accordo
con altri genitori, ed andare a vedere con i vostri occhi cosa
succede nelle discoteche pomeridiane della vostra città. Se
tutto sembra tranquillo, se l’ambiente è veramente adatto a dei
ragazzini, allora bene, se invece non vi fanno entrare o se
vedete delle bambine che si esibiscono sui cubi segnalateci il
caso alla e-mail redazionemoige@genitori.it e, intanto, tenete
alla larga i vostri figli!.



2) Toscano


Cari amici,

non molto tempo fa avete ricevuto via e-mail un nostro appello
che vi invitava a segnalare allo Iap – Istituto di
Autodisciplina Pubblicitaria la campagna, su maxi cartelloni
fotografici, della linea di abbigliamento Ra-Re. Le immagini
della campagna, come vi spiegammo allora, erano state realizzate
da un fotografo (tristemente) famoso: Oliviero Toscani, un
provocatore nato. Le immagini, che avevano già colpito
negativamente molti genitori, erano quelle in cui due uomini
giocavano, come se fosse la cosa più naturale e divertente del
mondo, a mettersi le mani nelle parti intime. Una volgarità
inqualificabile che faceva di un gesto triviale, e al limite
privato, un pubblico manifesto.

Al nostro appello molti di voi hanno risposto positivamente
mandando le proprie segnalazioni e opinioni allo Iap che, a
pochi giorni dalla nostra formale richiesta d’intervento, ha
aperto giudicato la campagna in violazione di ben 3 articoli del
Codice di Autodisciplina Pubblicitario.

Anche lo Iap insomma, ha ritenuto che la campagna di Ra-Re fosse
veramente volgare e ha chiamato il suo autore a presentare un’
autodifesa. Toscani non si è proprio presentato – mettendo in
evidenza come non ci fosse nulla da difendere - e così la
decisione dello Iap è divenuta definitiva.

La sentenza dello Iap ha “bloccato” la campagna perché vieta
l’ulteriore diffusione delle immagini. Ciò vuol dire che quei
cartelloni non potranno essere affissi di nuovo e che sono
destinati ad essere ricoperti in breve tempo da altri, speriamo
un po’ meno volgari. Un’altra battaglia vinta per il Moige,
grazie a centinaia di genitori eh ci hanno sostenuto
confermandoci la loro solidarietà e che ogni giorno ci danno la
forza di andare avanti a difesa dei minori.
Moige



GdS 20 XI 2005 - www.gazzettadisondrio.it

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