Adozione Mite: mito o bufala? Le verità nascoste dietro parole improprie e ad effetto che stanno generando aspettative inopportune in molte coppie adottive in Italia

DIBATTITO

Il termine Adozione Mite serpeggia in documenti, relazioni di
convegni più o meno seri, rimbalzando nelle interviste che
magistrati più o meno competenti rilasciano alle emittenti
nazionali. Un termine che rassicura molte coppie, che
maternamente abbracciano il desiderio di poter, finalmente,
avere un figlio. Se in Italia l’Adozione Internazionale è
sinonimo di difficoltà, raggiri, speculazioni, mutuo, spese
inarrivabili e soprattutto 3 o 4 anni di estenuante attesa,
l’Adozione Mite si spaccia per soluzione lampo, a costo nullo, e
indolore. Ma così non è proprio per niente. L’Adozione Mite non
è una soluzione facile e realizzabile con serena facilità.
Almeno non lo è e non lo sarà qua in Italia. E vediamo di
capirne bene, ed in maniera trasparente e completa, i tanti
risvolti problematici da nessuno, in questi mesi, espressi
chiaramente. L’adozione in Italia è un istituto giuridico che
non ha alternative, miti, soft, dolci, dure: l’Adozione è
Adozione e basta. Le leggi istitutive, la 184/83 e la 149/2001
non hanno usato mezzi termini o mezze parole, così come è giusto
che sia. L’Adozione è perfezionata quando, una volta contestato
lo Stato d’Abbandono del minore da parte del Tribunale per i
minorenni, i familiari entro il 4° grado non abbiano opposto
ricorso o non lo abbiano vinto anche se proposto alla Corte
d’Appello e poi alla Cassazione contro la decisione del
Tribunale Minorenni. A quel punto il Tribunale per i Minorenni
individua la coppia idonea all’adozione e procede con la
Adozione Nazionale, che è gratuita e definitiva. Il bambino
entra anagraficamente e legittimante nella nuova
famiglia,entrando anche nell’asse ereditario.

L’Adozione Mite non esiste come istituto giuridico

Quindi l’adozione nazionale è una ed una solamente. Non esiste
un’Adozione Mite, soft, lunga, breve, dura o moscia. L’Adozione
è perfetta quando il bambino è in stato d’abbandono e da questo
stato, conclamato da decreto del Tribunale per i Minorenni,
passa alla coppia adottiva idonea, con ulteriore provvedimento
dell’autorità giudiziaria minorile. Ad ogni decreto esiste la
verifica da parte della Procura della Repubblica presso il
Tribunale per i Minorenni; un ulteriore forma di controllo e
garanzia nei confronti dello stato del minore. In Italia c’è
solo questa Adozione Nazionale. Non ne esistono altre, a parte
quelle internazionali. Ma allora che cosa ci raccontano taluni
magistrati minorili, taluni leader di Enti Autorizzati, alla
ricerca di facili guadagni anche nelle Adozioni Nazionali, dopo
il businnes che hanno con quelle Internazionali? Che cosa ci
raccontano questi fanfaroni ai convegni estivi nella riviera
romagnola, sovente sponsorizzati dal Ministero Pari Opportunita',
che ogni anno sfornano inesattezze, statistiche inventate di
sana pianta, e con relatori di sempre minor spessore e qualità?

Quanti sono i minorenni che non vivono con i genitori in Italia?
E che eta' hanno?


Nelle dichiarazioni che emergono si vuol far credere che
esistono in Italia tanti bambini abbandonati e rinchiusi da
uomini e donne cattive in tanti Istituti. Le statistiche
ufficiali (fonte ISTAT che purtroppo di meglio non c’è)
parlavano nel settembre 2004 di 2.800 minori accolti in
strutture vecchio stile (Istituti appunto). Solo noi esperti del
settore siamo andati oltre il primo dato, leggendo la seconda
voce presente che parlava di oltre il 70% di questi 2.800 (cioe'
ben oltre 2.100 minori) in eta' compresa tra i 16 ed i 18 anni.
Il restante 30 % aveva un anno fa un’età tra i 13 ed i 16 anni.
Nessun bambino, quindi, neanche delle scuole elementari,
abbandonato in Istituti squallidi e raccapriccianti in Italia.
Da questa inconfutabile verità c’è una certa macroscopica
distanza rispetto agli sventolati 30.000 bambini (nell’ideale
degli italiani di età tra 1 e 6 ani) che sarebbero in stato di
abbandono e quindi, per sillogismo, adottabili da altrettante
idonee coppie adottive. Un dato di verità volutamente confuso,
era stato dato dai mass media, scopiazzando male le statistiche
ISTAT (anche questa con un’attendibilita' non certo rigorosa);
in Italia circa 28.000 (ventottomila) minori non erano accolti
nel proprio contesto familiare, ma erano affidati a terze
persone o strutture. Ma chi sono queste Terze persone o
strutture?

Cosa significa che i minorenni sono affidati a terzi? Chi sono
questi terzi?
Terzi, nella idea del legislatore, sono tutti coloro che non
sono genitori naturali. Possono pero' essere i parenti, ad
esempio i nonni o gli zii, a causa di spostamenti per lavoro,
per malattia o, purtroppo per la morte di uno o di entrambi i
genitori. O anche a causa della reclusione. Possono essere
Famiglie Affidatarie, che progettualmente, scelte dal Tribunale
per i Minorenni o dai Servizi Sociali competenti, accolgono
temporaneamente, i minori con difficolta' familiari. Possono
essere poi le Comunita' di accoglienza per minori, strutture che
hanno nomi talvolta molto diversi ma che si accomunano per
accogliere un piccolo numero di minori, di età variabile dagli 0
(zero) ai 20 e passa anni. Queste strutture hanno un menage
tipicamente familiare, e sono ubicate in civili abitazioni,
normalmente grandi appartamenti, villette o case coloniche
ristrutturate. Poi ci sono le case famiglia, luoghi nei quali
una coppia residente con i propri figli accolgono un massimo di
3 o 4 minori, sempre residenzialmente. Le altre esperienze,
Comunita' o Case Famiglie che accolgono minori ed altre
tipologie di utenza come tossicodipendenti, malati psichici di
maggiore età ecc non sono più ammesse proprio per la necessita'
di garantire tutela esclusiva ai minori e non gettarli in
esperienze confusive. E’ di fatto inopportuno, anche se non
esplicitamente vietato, l’accoglienza di minori infra 14 enni
nelle strutture che accolgono Pronte Accoglienze, cioe' minori
di 16-17 extra comunitari, spesso abituati ad una vita extra
legge ( ad es. nomadi, albanesi, rumeni ) e che in alcune
situazioni in Italia hanno abusato degli altri minori accolti.
Questi bambini, bambine, ragazzi e ragazze vivono in queste
realta' terze per una serie differente di motivi. La prima cosa
da chiarire e' che non vi arrivano per caso, per scherzo, per
fatalita', ma sempre, ripeto sempre, per e con provvedimenti
dell’Autorita' Giudiziaria Minorile o Ordinaria che cosi' ha
deciso ritenendola la scelta migliore per la tutela di quel o
quei minori. Se le decisioni prese sono secondo il lettore
inopportune ingiuste, beh che chieda chiarimenti ad ogni singolo
magistrato italiano. Errori anche loro li commettono, ed anche
tanti; ma non si può certo parlare di errore o disattenzione per
decine di migliaia di minorenni in Italia. Ed allora, se si e'
trattata di un decisione ragionata, lucidamente e con
competenza, e se quella scelta, cioe' la scelta di far
accogliere temporaneamente quel minore in quel contesto “terzo”
e' stata la migliore in quello specifico momento, dove si
nasconde lo scandalo dei bambini del limbo di cui tanti buffoni
parlano con insistenza.

Che storie hanno questi minorenni che non vivono con i genitori
naturali a seguito di provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria
Ordinaria e Minorile?


Parliamo delle storie di questi bambini, del fatto che
appartengono a situazioni familiari davvero difficili e che le
loro situazioni familiari, purtroppo, non sono sanabili o
risolvibili. Parliamo del fatto che molti di loro sono anche
abusati, e vittime di abusi intra-familiari (cioe' all’interno
del contesto parentale ) e che sono costretti a non incontrare i
familiari per lunghi periodi per evitare influenze ed
inquinamento delle prove o ritrattazioni. Parliamo del fatto che
molti genitori sono tossicodipendenti inaffidabili e che hanno
passato una vita con la droga e che hanno fatto vivere ai loro
figli un’infanzia terribile. Parliamo delle tante difficoltà
legate ai genitori psichiatrici e con psicopatologie conclamate,
che senza ombra di dubbio amano i propri figli, ma che hanno,
con il tempo sempre maggiori difficolta' educative e relazionali
e quindi nella gestione degli stessi. Parliamo delle tante
difficoltà e dei drammi umani che esistono da sempre nella
società italiana e che ora sono maggiori, più numerose, piu'
evidenti, ma anche piu' dimenticate. Parliamo del fatto che
dell’infanzia in difficolta' in Italia si parla solo a scopo
scandalistico. Diciamo di quanto sia difficile per questi
bambini e bambine, ragazzi e ragazze, accettare la loro
situazione, diversa da quella dei loro compagni di scuola,
persino diversa da quella dei loro fratelli o cugini. Loro,
incolpevoli vittime, allontanate dalla casa dei genitori, senza
che le giustificazioni degli adulti che li hanno trasferiti in
altro luogo facciano luce su quella ombra, su quella nuova vita
non scelta. Diciamo quanto sia delicata questa fase, e quanto
tempo e quanta sensibilita' bisogna impiegare per riuscire ad
essere considerati “adulti cui dare fiducia”.

E quindi gli Istituti dove spariscono decine di migliaia di
bambini del limbo italiano?


Sono semplicemente inesattezze, balle o addirittura favole
costruite per dare distorte visoni di una situazione diversa e
difficile ed alla quale nessuno presta attenzione. Balle
raccontate a volte da magistrati minorili, fatto ancora più
sconvolgente. E ritengo raccontino simili panzane anche ai mezzi
di comunicazione perché non hanno mai avuto coscienza del loro
lavoro, del loro scarso operato. Incompetenti in poltrone
delicate. Il vero made in Italy: le raccontano anche alcuni
leader di Enti Autorizzati all’adozione, dell’area ciellina,
desiderosi di gestire in termini privati e, chiaramente a titolo
oneroso, tutto il “traffico di bambini in affido e adozione
nazionale”. Delirio di alcuni, ma pare condiviso con il
Ministero Pari Opportunità, e con alcuni magistrati minorili
della sinistra italiana. Un connubio strano e mortale per la
tutela dei minori italiani.

Quando si parla di disattenzione, di dimenticanza, di limbo o di
purgatorio per questi minorenni, a che cosa si deve pensare?


In primis al potere legislativo ed agli stessi Governi
succedutisi negli ultimi 12 anni, che hanno saputo dimenticare
le difficolta' dei minori ed hanno solo ridotto gli investimenti
per la prevenzione primaria. Tra incompetenza ed indifferenza,
il mondo che si occupa dei minori in difficolta' ha sempre
dovuto cavarsela sopravvivendo. Quindi parliamo pure di pantano
legislativo, e di ignavia di tutti quei nostri rappresentanti
alla Commissione Bicamerale per l’Infanzia che in questi 12 anni
hanno fatto il nulla per l’infanzia italiana. Non parliamo poi
di quella vergogna nazionale che è il Telefono Azzurro. E di
tutte quelle organizzazioni che dichiarano di difendere i
bambini nel mondo, e che si intascano soldi per nulla fare.
Vedete, ad essere un esperto da oltre 22 anni nell’accoglienza
di minori, i chiacchieroni lestofanti li si riconoscono
piuttosto da lontano. Continuando nella panoramica delle
disattenzioni, un’altra grave, enorme responsabilità ce l’hanno
gli Enti Locali, i Comuni nello specifico, e le Equipe
Multidisciplinari delle Aziende Socio Sanitarie italiane.
Mancanza, specie nel sud Italia, di programmi, strutture,
personale, competenza. Per non parlare della distrazione dei
soldi destinati alle tematiche della famiglia e dei minori
finiti in tutt’altro capitolo di spesa, senza controllo da parte
dei vari Coreco. I Servizi Sociali delle ASSL che hanno veduto
un progressivo, inesorabile taglio dell’organico mai
reintegrato. Aumentano le difficolta' sul territorio e si riduce
il personale che lo deve fronteggiare: una scelta a dir poco
ignobile. Tribunale per i Minorenni : qui molto e' lasciato alla
competenza e lungimiranza dei singoli Presidenti e di alcuni
Giudici togati. Se i Presidenti funzionano, tutto fila bene: se
ci sono dei lazzaroni presupponesti, tronfi buffoni
chiacchieroni e perditempo, uomini o donne che siano, molto
attratti dall’apparire in televisione a dir fesserie, la cosa si
riflette mortalmente sull’intero ufficio. Non a caso, alcuni
Tribunali Minorenni di taluni di questi personaggi da baraccone,
navigano in cattive acque : ecco quindi che se li sentiamo dire
che il problema dei minori in Italia risiede negli Istituti
questo denota la loro "perspicacia" e lascia nel terrore tutti
color che dovessero capitargli sotto in Tribunale.

Ma cosa c’entrano i Tribunali Ordinari con i minorenni?

C’entrano eccome: separazioni e ricorsi in Corte d’Appello,
fanno precipitare i fascicoli di questi bambini e ragazzi nelle
aule dei Tribunali Ordinari Italiani, con magistrati ordinari
che non hanno specializzazione alcuna nel settore del diritto
minorile o del diritto della famiglia. E proprio le Sezioni
Minori delle Corti d’Appello, a cui fanno ricorso i genitori o i
parenti entro il 4° grado, composte appunto da magistrati
ordinari non specializzati, fanno il maggior numero di danni al
futuro di questi numerosi bambini. Infatti, nella stragrande
maggioranza dei casi (si parla dell’ 80% ed oltre) questi
signori magistrati accolgono anche solo in parte il ricorso
delle famiglie di origine, speso abusanti e maltrattanti,
impedendo che questi bambini possano mai essere dichiarati
adottabili. Questi magistrati delle Corti d’Appello, sezione
Minori, emettono provvedimenti (decreti ) che segnano il futuro
di questi piccoli minori. Loro, e solo loro, decidono se saranno
adottabili oppure no. Loro, e solo loro, emettono spesso
prescrizioni ridicole, che negano l’adottabilità dei bambini,
che vietano il reintegro dei bambini presso le famiglie
d’origine così disgregate e disadattate, ma garantiscono un
incontro magari mensile, per non “recidere le radici”con i
genitori. I magistrati delle Corti d’Appello sezioni Minori, che
con troppa faciloneria adottano fino a 150 provvedimenti in una
mattinata (3 ore di lavoro per questi signori che daranno una
direzione alla vita dei minori che dovrebbero tutelare) hanno la
responsabilità del rifiuto dell’adottabilità di più dell’ 80%
dei bambini per i quali i Tribunale per i Minorenni Italiani
contestano lo stato d’abbandono. Questa è la vera storia, questa
è la magra verità. La poco scandalistica verità: la verità che
parla della leggerezza del potere giudiziario che dovrebbe
adottare decisioni coraggiose in tutela dei minori. Invece si
sceglie di declinare alla possibilità di regalare una famiglia
normale a queste decine di migliaia di bambini, senza dar loro
una vita probabile.

Allora questi bambini possono andare in affido familiare?

Certo che si: ma bisogna anche qui fare un distinguo. Molti di
loro sono grandi, cioe' hanno più di 13 anni. Ed a questi
giovanissimi e giovani nessuno li prendera' mai in affido
familiare. Alcuni di loro hanno problemi psichiatrici o
psicopatologie che non ne fanno soggetti che una famiglia
qualsiasi accetterebbe, specie se già con altri figli propri.
Alcuni sono fratelli tra loro e questo diminuisce il numero
delle già rare coppie affidatarie idonee e capaci in Italia.
Altri di loro sono già stati accolti e poi rifiutati da famiglie
affidatarie o adottive; e questo li rende molto diffidenti da
altre analoghe esperienze. Sono molti piu' di quello che non si
creda. La tipologia delle coppie affidatarie che falliscono è
quella di medio alto livello economico, normalmente molto
cattoliche, legata ad organizzazioni o gruppi di preghiera.
L’Esperienza dell’affido viene infatti vissuta come un salto di
qualita' nel gruppo di pari. La famiglia si apre all’accoglienza
della sofferenza, del disagio, del diverso. Il bambino accolto
e' vissuto come una pena da espiare. Morale, le coppie
riconsegnano in Tribunale Minorenni o ai Servizi Sociali i
bambini : la pena da espiare e' terminata addossando al bambino
o a fattori esterni le responsabilita' del fallimento. Sono
molti piu' di quanto non si immagini i fallimenti affidatari:
non sempre per colpa diretta delle coppie. Avendo conosciuto
tante coppie sposate e tante coppie di fatto, mi chiedo perche'
non si inizi a dare piu' attenzione alla tipologia delle coppie
di fatto, spesso molto piu' motivate delle altre con alle spalle
un matrimonio anche ventennale.

Quali sono le cause del fallimento dell’Affido Familiare in
Italia ? Che origini hanno i bambini che potrebbero andare in
affido familiare?


Non una, non poche, non conosciute. I minori che versano in
situazioni di grave disagio familiare arrivano ad essere seguiti
da un’Equipe dei Servizi Sociali e dal Tribunale per i minorenni
sempre molto tardi rispetto alla reale necessità di tutela.
Spesso la presa in carico da parte del Servizio Sociale avviene
a seguito di una denuncia o segnalazione della Scuola, e della
Pubblica sicurezza intervenuta per altre questioni nel contesto
familiare degradato. Rilevata la presenza di minori, Carabinieri
o Polizia provvedono immediatamente a segnalare il fatto
all’Autorità Giudiziaria Minorile. Possono essere denuncie
firmate o anonime a pervenire ai Servizi Sociali o direttamente
al Tribunale per i Minorenni. Sfatiamo il mito del Telefono
Azzurro: sono rarissime le segnalazioni e le chiamate da questo
servizio, pressoche' inutile, anche se, non si sa bene per quali
motivi, così tanto finanziato dal Governo. Questi bambini
vengono separati dal contesto familiare d’origine, e collocati
in Comunità educative di tipo familiare, cioè case dove un
piccolo numero di bambini/e, ragazzi e ragazze (massimo 7)
vivono insieme con i normali ritmi di una famiglia. In questa
fase il Tribunale ed i Servizi Sociali studiano la situazione
cercando di approfondire la conoscenza di quanto accaduto nella
casa d’origine dei bambini. I Genitori vengono convocati dal
Giudice competente che comunica i motivi dell’allontanamento
protettivo dei bambini e comunica ai genitori che cosa ci si
aspetta perché le cose possano essere ordinate. In tutela dei
minori naturalmente. Questa fase è forse la piu' delicata per i
bambini e le loro famiglie, perché la separazione forzata
sollecita angosce, timori, paure nuove alle quali dover dare
immediata e concreta sicurezza. Nel frattempo evolve la
situazione giudiziaria, o meglio, la famiglia oppone un ricorso
contro il provvedimento del Tribunale per i Minorenni alla Corte
d’Appello sezione minori. In realtà queste fasi non sono così
veloci ed automatiche, e per queste possono passare anche molti
mesi. Successivamente a questi aspetti necessari a capire se la
famiglia di origine sarà in grado o avra' intenzione di
adeguarsi alle sollecitazioni del Tribunale e dei Servizi
Sociali. Molti, purtroppo, non ritengono minimamente rilevante
quanto accaduto: sono i recidivi, come gli zingari (italiani,
rumeni o montenegrini che siano) i tossicodipendenti, quelli con
problemi psichici rilevanti che non si lasciano seguire dal
Centro per l’igiene Mentale; poi i malavitosi comuni e gli
affiliati alle organizzazioni criminose (italiani, albanesi,
cinesi, rumeni, medio orientali).

Infine si sta delinenando una nuova tipologia di famiglie di
origine abbandonica: la " famiglia disgragata" cioè quella dove
separazioni multiple e sovrapposizioni di spezzoni di famiglie (
fratellastri, sorellastre, patrigni, doppie e qudrupli nonni e
zii, e via cosi' ) creano una destrutturazione e disattenzione
dell'adulto verso i propri figli.

Perché questa digressione sulle tipologie delle famiglie di
origine dei bambini che sono affidabili?


Perche' le famiglie affidatarie dovranno fare i conti con questi
soggetti. Sarà inevitabile che questi fiorellini di famiglie di
origine verranno a sapere via, numero di telefono ed abitudini
della famiglia affidataria. Sapranno dove vanno a scuola i figli
naturali ed affidatari della coppia. Saranno presenti nel luogo
meno opportuno nel momento meno opportuno. Questa e' la causa
principale di fallimento delle esperienze affidatarie. La troppa
ed ingiusta pressione che le coppie affidatarie sopportano
completamente sole. E questo peso stritola, massacra. E puo'
condurre, anche dopo alcuni anni di accoglienza, alla chiusura
dell’esperienza, anche con grande sofferenza e dolore reciproco
(per la famiglia affidataria e per il bambino accolto). Poca,
nulla tutela, tutela per altro non garantita perche' un bambino
che ha già da 6 anni in su e' con serenita' in grado di riferire
alle pressanti domande dei genitori naturali tutti i dati
sensibili e privati della nuova famiglia. Per legge, comunque,
l’affido prevede momenti di contatto tra minore e famiglia di
origine, e per quanto ridotti e limitati, questi contatti
mantengono in piedi i rapporti affettivi ma anche tutte le
storture di un rapporto basato quasi sempre su ricatti affettivi
ed emotivi: “ tu non ci vuoi più bene, quelli là ti tengono
perche' vogliono approfittarsi di te o peggio ancora”. L’affido
familiare in Italia e' fallito o comunque non ha mai avuto una
minima capacita' di dare soluzioni reali ai problemi che
esistono per questi impossibili intrecci relazionali, che
smantellerebbero anche la più solida e longeva vita familiare.
Servizi che spariscono all’indomani dell’inserimento del bambino
o ragazzo in casa della coppia affidataria, decisioni che i
Tribunali prendono senza ascoltare mai le coppie affidatarie
che, non hanno titolo e ruolo giuridico. Famiglie di origine che
ottengono con la prepotenza e l’arroganza qualsiasi cosa: in
Italia e' cosi', lo sappiamo bene.

L'affido familiare e' fallito perche' si e' scelto di non dare
una risposta coerente alle esigenze di tutela dei minori
abbandonati italiani, e l'Adozione Mite e' solo una risposta
ipocrita e scellerata che allunghera' l'agonia di questi ex
bambini. La precarieta' dell'Affido Familiare e la
impossibilita' di adottare ha fatto fare milioni di Euro di
guadagno (legali e non legali) a decine di Enti Autorizzati in
Italia.

Cosa c’entra il fallimento dell’Affido Familiare con l’Adozione
Mite?


La domanda vera dovrebbe essere, “ma che cos’è questa Adozione
Mite?” ; ma farla senza aver fatto questa minima premessa non
avrebbe avuto senso. L’Adozione Mite e':


1. il verniciare con una mano di pittura l’Affido Familiare
"sine die" (cioe' senza termine fissato o fissabile)


2. Giungere ad un decreto di stato di abbandono controfirmato
dai genitori naturali che pero' ottengono in cambio di poter
incontrare o mantenere i rapporti con i figli


3. un Adozione Nazionale a tutti gli effetti, con l’ingresso
nell’anagrafe del bambino nella famiglia adottiva e con la
decadenza del cognome originario.


4. una Adozione Nazionale per cui il minore entra, a tutti gli
effetti e senza nessun limite, nell’asse ereditario della
famiglia adottiva.


5. una Adozione Nazionale di un bambino che ha gravi situazioni
di degrado familiare; i genitori possono essere zingari
(italiani, rumeni o montenegrini che siano) i tossicodipendenti,
quelli con problemi psichici rilevanti che non si lasciano
seguire dal Centro per l’igiene Mentale; poi i malavitosi comuni
e gli affiliati alle organizzazioni criminose (italiani,
albanesi, cinesi, rumeni, medio orientali


6. una Adozione Nazionale dove pero' la famiglia di origine sa
dove andranno i propri figli: se non lo sa subito lo sapra' non
appena incontrera' il proprio figlio che, serenamente, dira'
loro dove vive e tanto altro ancora.


7. una Adozione Nazionale che puzza molto di spada di Damocle,
consapevoli poi che appena formalizzata l’Adozione, la coppia
adottiva sara' sola con il proprio ruolo, senza altre tutele
alle inevitabili, ed intuibili, ingerenze esterne

Ma dove si vuole arrivare con l’Adozione Mite?

Non credo che coloro che hanno ideato questa pantomima abbiano
ben chiare le conseguenze di questo parto malato del loro
limitato intelletto. Non hanno chiare le conseguenze per i
minori adottati e per le coppie adottive. Si dice una bugia, si
racconta una favola e poi chi s’e' visto s’e' visto. Ci saranno
fallimenti, ci saranno successi. Abbiamo preso un coccio bucato,
l’abbiamo verniciato e crediamo che le coppie adottive italiane
siano tanto stupide da non accorgersi della patacca che si
stanno per beccare?

Badate bene, la cosa e' assai preoccupante: molto di piu' di
quello che io sia riusciti a trasmettervi un queste mie righe.
Resto convinto della necessità che le Adozioni siano intanto
gratuite: sia quelle Nazionali che quelle Internazionali. Resto
dell’idea che la proposta di legge n. 4998 del 2004, autore
Alessandro Maria Fucili e lo staff di www.LoretoBambino.it tra i
quali Ennio Montesi, presentata alla Camera dei Deputati
dall’On.le Marco Zacchera e da altri 73 parlamentari italiani,
abbia tutti gli elementi fondamentali che abbisognano alle
Adozioni Internazionali ed alle Adozioni Nazionali : la
gratuità appunto ed il sistema di controllo, che manca in
assoluto i questo specifico settore.


Questa favola dell’Adozione Mite e' pericolosa perché priva di
ogni senso logico, concreto e di tutela dei minori e delle
coppia adottive italiane,

Alessandro Maria Fucili



GdS 30 IX 2005 - www.gazzettadisondrio.it

Alessandro Maria Fucili
Costume