Api e farfalla Testa di Morto - Incredibile scenario, Una lotta per la vita

(Giampaolo Palmieri)  Ero concentrato nell’esame di un favo: alcune cellette della covata mi davano il sospetto che il vampiro delle api, la Varroa destructor, fosse in azione.Con la coda dell’occhio noto una forte agitazione che in un attimo cresce di livello. Questa mancanza di gradualità, questo subitaneo parossismo ha subito richiamato la mia allarmata attenzione. Una grossa farfalla “Testa di Morto” (Acherontia atropos) ha approfittato dell’apertura dell’arnia per intrufolarsi fra i favi per saccheggiare le scorte di miele dell’alveare.Nonostante gli oltre 50 anni di attività con le api era la prima volta che vedevo un’incursione in diretta di questa farfalla. Nella letteratura di settore viene indicato che questo lepidottero porta l’attacco spaventando le api con suoni particolari e solo quando poi non riesce ad uscire dall’arnia le api riescono ad averne ragione. Troppo grossa per essere trasportata all’esterno la svuotano e la propolizzano ovvero la imbalsamano come una mummia egizia per evitare che la fermentazione ammorbi l’aria e batteri possano riprodursi nell’ambiente del nido mantenuto, per altro, rigorosamente e costantemente asettico. Non so se questa farfalla stesse emettendo suoni particolari ma le api sicuramente non erano spaventate ma solo concentrate a respingerla in massa, con una determinazione e aggressività incredibile, ma in modo disperato e inefficiente. Sembrava un brulicare di piroghe che si scagliano contro una grande, immensa portaerei. I pungiglioni inefficaci contro quella dura corazza; grandi e potenti ali che con un semplice battito scrollano decine di temerarie api che si sono aggrappate ai peli del suo corpo. Eppure, più la sfida è ardua e maggiori sono le api coinvolte, e molte ne muoiono. Non in questo caso!! Con grande disappunto della farfalla impedisco la sua scorribanda e la trattengo per una zampa e l’allontano dall’arnia. E’ veramente molto grande e grossa, ne sento tutta la forza mentre si dibatte nella mia mano. Le api, furiose e frustrate, cercano di attaccarla anche ora che è fra le mie mani per allontanarla. Si coglie, da come la reazione è automatica e potente, che è un nemico ancestrale, conosciuto nel profondo, quasi a livello genetico.

Ma se le api possiedono armi così spuntate ed inefficaci come riescono a sopraffarlo?
Quasi sicuramente nel medesimo modo utilizzato contro i calabroni e gli eventuali insetti che hanno corazze più dure dei loro pungiglioni: ovvero “cuocendo” il nemico. Centinaia di api avvolgono l’intruso che si trova al centro di una palla vivente e brulicante. La farfalla Testa di Morto, date le dimensioni, probabilmente richiederà l’impegno di migliaia di api. Una massa che soffoca ma nel contempo sviluppa talmente calore che il nemico finisce, oltre che soffocato, anche “cotto”.  Le temperature superano i 40 gradi, una soglia oltre la quale sono disattivati alcuni processi enzimatici vitali: un’azione efficace soprattutto se abbinata al soffocamento per il consumo eccessivo di ossigeno all’interno della massa nel momento in cui l’intruso ne ha più necessità per contrastare l’azione delle api. In rete ci sono interessanti filmati con riprese fatte con i termo-scanner relativo alla lotta delle api con calabroni.

 

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