Difendo Mastrorocco che non vuole il presepio in scuola (ma l'albero sì!)

Il Dirigente scolastico dell'Istituto “De Amicis” di Bergamo balzato agli onori (si fa per dire) delle cronache nazionali replica. E noi commentiamo. E poi la storia di Don Sposato e mamma musulmana

La notizia: niente presepio all'Istituto Comprensivo “De Amicis” di Bergamo dove il 30% di alunni è di origine extracomunitaria (e quindi il 70% deve adeguarsi, no? Ndr).

La replica:del Dirigente scolastico Luciano Mastrorocco “non l'ho vietato”. E in proposito me pubblichiamo la parte sostanziale della sua replica:

“Cerchiamo di pensare per potenzialità, cosa impossibile se cominciamo ad assumere i limiti delle appartenenze religiose, che hanno la loro più totale e assoluta legittimità, nella libertà di ogni famiglia di crescere ed educare i propri figli, ma che non può e non deve diventare elemento divisivo all’interno dell’Istituzione Pubblica. Tutto ciò che attiene alla vita delle persone, alla loro cultura, al loro immaginario, si incontra nella scuola, ambiente che diventa crocevia di esperienze e narrazioni le più diverse e che gli insegnanti sapientemente mettono a confronto perché l’esperienza di uno diventi patrimonio dell’altro.
Ma non possiamo assumere l’impegno di celebrare ricorrenze religiose, perché questo va oltre il nostro compito. Non esiste un preteso standard di adeguatezza – normalità? - nel campo degli apprendimenti generali, sul quale andare a misurare l’eventuale distanza di ogni singolo alunno, figuriamoci se possiamo permetterci di farlo in riferimento alle convinzioni religiose delle persone. Porre una pretesa normalità come modello di riferimento significa NEGARE LE DIFFERENZE.
Detto questo, lo voglio ribadire a chiare lettere: IO NON HO MAI VIETATO IL PRESEPE A SCUOLA.”.

No ma...
Non l'ha vietato? E allora permesso? E allora lo si faccia!, dicono gli altri. No. 'Non vietato' ma solo teoricamente. No. non si può. E non si può proprio per quanto il Dirigente scolastico scrive nel testo dianzi pubblicato, un testo fluido, di facile comprensione, alla portata anche di qualche genitore, ahimè con solo la licenza elementare, lineare, chiarissimo, un esempio di come deve essere la scuola, di come devono condursi i docenti, di come deve essere il sentiero che i giovani allievi si accingono a percorrere. Bando, per fortuna, alla semplificazione del linguaggio, al “parlare come si mangia” come usano dire nelle Alte Valli del Serio e del Brembo,

L'albero
Qualcosa non quadra. Il Presepio non deve essere  'elemento divisivo' ecc. ecc. ma allora l'albero? Non risulta che in prossimità del Natale l'usanza dell'albero venga coltivata anche in tutti i Paesi islamici. Se bisogna tenere conto che a scuola ci sono anche 'gli altri' perchè nel suo Istituto c'è l'albero ci Natale? Questo particolare aggrava la discriminazione di cui chi è a casa propria, gli italiani, è oggetto.

Aggressioni
Nel TG delle 13.30 ha fatto vedere una scritta, peraltro modesta senza uso di spray  “Questa è una scuola cristiana”. Abbiamo sentito il Dirigente parlare di 'aggressioni'  É detto tutto.

=== Difendo, sì. difendo il  Dirigente scolastico Luciano Mastrorocco
E come si fa a mandare al rogo savonarolamente uno come lui, tutto d'un pezzo, che sa cosa è giunto e cosa no?
Come si fa a lasciarlo lì solo, visto che s'è trovato solo, o quasi, come un cane?
Come si fa a di fronte a disapprovazione e disapprovazione dalle Alpi alle Piramidi?
Come si fa a non considerare che l'aver voluto replicare è stata una sua dimenticanza di quel detto veneto secondo il quale  xe-peso-el-tacon.-del-buso che significa: E' peggio la toppa del buco?.
Come si fa a  non vedere che per certi aspetti, là in un angolo, è diventato una specie di caricatura?
Come si fa – infine – a non tener conto che la sua laurea, 32 anni fa, l'ha conseguita a Bologna “ in discipline delle arti musica e spettacolo”, considerando in effetti lo spettacolo' cui ha assistito tutto il Paese?

No, non si può, non si deve condannarlo.
Poveraccio.
Non è certo allievo di quel Socrate secondo il quale saggio è colui che sa di non sapere.
Poveraccio.
Da quel che scrive lo si vede, lo si capisce, lo si valuta.
Poveraccio
Il Presepio no, l'albero sì, significativo d'una certa confusione.
Poveraccio
Il mondo è bello perchè è vario e ci vogliono anche tipi come lui per completar l'opera
Poveraccio
Non si è neanche accorto che è stato lui a creare un 'elemento divisivo'
Poveraccio
No, non si può, non si deve condannarlo. Sarebbe un maramaldeggiare.
Lettori, un po' di compassione.
Un po' di compassione e una lettura significativa a seguire tratto da un nostro scritto di alcuni anni fa:

Don Sposato e mamma musulmana
Qualche anno fa al parroco di Dubino (SO) dal cognome non proprio da prete ovvero Don Sposato, fu inibito dalla Direttrice didattica di procedere alla abituale benedizione pasquale della scuola durante le ore di lezione: L'avrebbe potuta fare solo al pomeriggio quando non c'erano scolari presenti.

Polemiche notevoli. La Giunta Comunale protestò recandosi dalla Direttrice che sciorinò carte, leggi, norme e quant'altro dimostrando di avere ragione. Dimostrammo invece allora, e ne riferimmo sul giornale che dirigevo, che la posizione della Direttrice non era motivata "dalla legge" ma "dalla sua interpretazione della legge", interpretazione che analizzammo demolendola. Quello che conta è il seguito..

La madre musulmana
La madre dei due bambini musulmani scrisse al quotidiano 'La Provincia di Sondrio'. Precisò di non avere nessuna responsabilità per quanto accaduto, ma portò un'argomentazione singolare, sorprendente e pedagogicamente eccezionale. "Io mando i miei figli" - scrisse - "all'oratorio a lezioni di catechismo. Non per convertirsi perché siamo fedeli alla nostra religione, ma i miei figli vivono e crescono in Italia ed è quindi giusto che imparino quello che imparano i loro compagni".
Quella madre aveva forse la quinta elementare ma per il suo comportamento - scrivemmo allora - avrebbe meritato di essere lei alla Direzione didattica.

Esempio da seguire, lezione da meditare

Un esempio da seguire, una lezione da meditare. Altro che chiamare "Emanuele" il Gesù Bambino con decisione di tre maestre d'asilo contro due, che eliminare il Crocefisso con un vulnus per chi ne interpreta la grandezza laddove per gli altri si tratta di un soprammobile non offensivo, che invocare la laicità male intesa con fervore intellettualistico o livore laicista!

(nella foto le statuine del Presepio realizzato da Ginevra Mattioli)

Alberto Frizziero
Costume