8 marzo diverso, all'insegna della bestemmia

La pulzella porta il cartello blasfemo e il corteo lascia fare e tace

 Nella manifestazione romana contro la violenza sulle donne un'accaldata dimostrante esibiva con sommo entusiasmo un cartello che rivendicava la proprietà del suo corpo. Fin qui niente di nuovo sotto il sole.
La febbrile esaltazione si traduceva in un messaggio inequivoco rivolto, guarda un po', nientemeno che a Dio ritenuto, con una sola parola, un usurpatore della proprietà del corpo. Il tutto condensato eufemisticamente in poche parole una delle quali di grande valenza culturale e politica, sintesi di un pensiero aulico nonché di una sfida allo stesso Padreterno, la cui esistenza risulta indubbia visto che lo prendono a bersaglio sia pure con con  quel popò d'insulto.

In poche parole anche lo squallore di un corteo.
Di un corteo, certamente, perchè il manifesto programmatico della pulzella, poco pulzella, di per sé potrebbe essere il frutto di un mal di pancia da corpo in fibrillazione acuta che nella bestemmia trova quello che evidentemente le manca. Il mondo infatti è bello perchè è vario, ci sono le rose ma anche le ortiche. Solo che non è così.
Se la pulzella espone come una grida manzoniana il suo 'messaggio' esplicitamente rognoso al Padreterno – con in quale se la vedrà a suo tempo invocando allora misericordia – non è così? neanche la sera quando spegne la luce? - la questione non si chiude lì. Il corteo sfila e i romani possono apprendere l'illuminata lezione che impartisce cotal punzella ma anche un femminilcorteo che lasciando inalberare quel messaggio diviene complice non solo in un galvanizzante Deicidio ma persino di una fantasmagorica idiozia per violazione di un minimo di buon senso e financo controproducente.

Dulcis in fundo; la legge
Depenalizzata la bestemmia è solo questione di soldi. Ecco il testo vigente come corretto dalla Corte Costituzionale e:
Comma primo, come modificato dal Decreto Legislativo n. 507 (1999, versione vigente):
«Chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità è punito con la sanzione amministrativa da lire centomila a seicentomila».
Pare che ci siano novità per cui c'è solo da vedere se la pulzella dovrà pagare 100mila o 600mila o, taja e medega, 300mila
Red

 

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