CGIL SCUOLA L preoccupatissima per la denatalità

CGIL: Denatalità e dimensionamento scolastico, le sfide da vincere

Le sfide per la prossima amministrazione regionale sono legate a due temi fondamentali non solo per la Scuola, ma l’intera tenuta sociale dei nostri territori: invertire la rotta della denatalità e scongiurare il dimensionamento scolastico. In entrambi i casi si tratta di fenomeni che segnano un impoverimento culturale e sociale, a cui è necessario dare presto una risposta concreta e convincente.

Il prossimo settembre saranno quasi 10.000 gli studenti in meno iscritti alle classi prime della scuola primaria, della secondaria di I e di II grado: un dato allarmante che segue un trend negativo ormai tristemente consolidato. Solo nell’ultimo triennio (2020-2023) la Lombardia ha visto un calo di 31.000 studenti circa (-11.000 fra il ‘20/21 e il ‘21/22; -18.000 fra il ‘21/22 ed il ‘22/23), passando da un totale di 1.173.645 studenti a 1.142.946.

Di fronte ad una crisi regressiva, la risposta deve essere espansiva: bisogna che lo Stato, ma anche la Regione, investano concretamente su misure di sostegno sociale al reddito ed alle famiglie e bisogna che aumenti per tutti il tempo scuola per dare un segnale di importanza del ruolo sociale e civile dell’istruzione. 

La risposta data nella Legge di Bilancio 2023 è invece quella della razionalizzazione delle sedi sottodimensionate al fine di procurare un chiaro risparmio alle casse dello Stato: si tratta di eliminare le reggenze di Dirigenti Scolastici e di Direttori dei Servizi Generali ed Amministrativi con l’intento di ridurre le istituzioni scolastiche di circa 700 unità.

È un’operazione dannosa e sbagliata: le scuole rappresentano il primo presidio sociale e democratico dello Stato sul territorio, considerarle come semplici spese e costi significa assecondare le logiche aziendalistiche che razionalizzano le risorse. Non sono in gioco soltanto posti di lavoro, ma la funzione stessa della Scuola come comunità educante: dimensionamento significa associare indistintamente plessi scolastici, sopprimere sedi amministrative e creare “scuole monstre” che non parlano alle persone, agli studenti, alle famiglie, ma sono la compilazione di un bilancio, di un rendiconto finanziario.

In realtà, le scuole sottodimensionate in Lombardia corrispondono ad un numero esiguo (circa il 7% di 1.134), determinato per lo più dalla presenza di scuole montane (ben 1.102 plessi sui 5.471 totali del territorio lombardo, dunque più del 20%), mentre più del 65% delle Scuole hanno più di 1.000 alunni; il 42% ha più di 1.500 alunni; l’1% ha addirittura più di 2.000 alunni.

In queste condizioni è difficile poter sostenere la lotta alla dispersione scolastica, con attività di coinvolgimento individuale degli alunni: non bastano infatti progetti estemporanei con finanziamenti occasionali, ma servono attività programmate, strutturate e radicate nella cultura di un’intera comunità educante. Altrettanto difficile è riuscire a personalizzare l’attività didattica garantendo a ciascun alunno la giusta attenzione alla sua crescita.

Scambiare le Scuole per dei bancomat o degli insiemi di numeri e di costi significa non aver capito il ruolo sociale che ha l’istituzione scolastica, un ruolo fatto di relazioni, di ascolto, di spazi e tempi di apprendimento.

Per questo chiediamo che si investa davvero nella scuola rafforzando ed ampliando gli organici del personale scolastico per garantire apprendimenti veramente personalizzati, per aumentare il tempo scuola con attività di didattica alternativa; chiediamo che si investa sull’ammodernamento degli spazi e degli edifici scolastici perché siano adeguati ad accogliere i cittadini di domani; chiediamo che le Scuole non superino i 900-1000 alunni, perché la democrazia ha bisogno di tempi e spazi adeguati e non può essere compressa in una nota di bilancio.
La FLC CGIL Lombardia vigilerà perché siano fatte scelte in direzione di una Scuola sostenibile; è arrivato il momento che anche Stato e Regione Lombardia facciano la loro parte

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Nostra nota
Riceviamo dalla CGIL lombarda un comunicato  nel quale viene indicata la via da seguire, le due sfide denatalità e dimensionamento. Sul primo punto ormai la preoccupazione è diffusa, in primis per i pensionati che rebus sic stantibus non avrebbero abbastanza giovani per il loro mantenimento. La denatalità ha già cominciato a colpire visto che alla diminuzione dei ragazzi inevitabilmente corrisponde una diminuzione del fabbisogno di classi e docenti nonostante eventuali provvedimenti dimensionali. Noi comunque pubblichiamo tal quale il comunicato della CGIL senza entrare nel merito. Se qualcuno, altri Sindacati ad esempio, avesse anhe lui/lei qualcosa da dire scriva e pubblicheremo. Per quanto ci riguarda se non siamo entrati nel merito non vuol dire che rinunciamo a una nostra nota.

La CGIL sostiene che devono intervenire Stato e Regione (La CGIL: Leggiamo: 'Di fronte ad una crisi regressiva, la risposta deve essere espansiva: bisogna che lo Stato, ma anche la Regione, investano concretamente su misure di sostegno sociale al reddito ed alle famiglie e bisogna che aumenti per tutti il tempo scuola per dare un segnale di importanza del ruolo sociale e civile dell’istruzione'.

Non basta.
Si tratta di interventi necessari ma, ripetiamo, non bastano.
Guardiamoci allo specchio.Non individualmente ma come società. La Famiglia è sempre stata il perno della comunità: ricordo di un tempo che fu. Le nascite un altro perno. Oggi spopolano "i diritti" all'aborto, all'unione tra ugual sesso, a quello che una volta sarebbe stato definito il paradiso se non dell'immoralità quantomeno dell'amoralità. Persino pesa la crisi delle religioni. E non si capisce come i 30enni di oggi non rivendichino la salvaguardia della loro vita senile che pure viene sviluppandosi sin d'ora. E' l'atmosfera che complessivamente si respira a condizionare fortemente anche la denatalità perfino nel caso che a Roma trovassero il modo di fa fronte alle esigenze di servizi per l'infanzia e per le mamme e di aggiornarne il quadro normativo. Le proiezioni demografiche sono allucinanti arrivando, se non intervenissero misure strategiche e qualche ripensamento sul modo di vivere, sino a una caduta verticale del personale Eloquenti i numeri relativi al prossimo decennio:
Alunni 6 milioni, perdita di 1,4 mln
Cattedre da 684.314,  perdita di 129.219, quasi un quinto dell'intero corpo docente - (statisticamente, pur come ordine di grandezza, molte centinaia in provincia)
GdS

 

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