Giornata mondiale della biodiversità

La biodiversità è “la ricchezza della vita sulla Terra, in tutte le sue forme e in tutte le sue interazioni” (22.5.2021

(Maria de falco Marotta)  La biodiversità è la grande varietà di animali, piante, funghi e microorganismi che costituiscono il nostro Pianeta. Una molteplicità di specie e organismi che, in relazione tra loro, creano un equilibrio fondamentale per la vita sulla Terra. La biodiversità infatti garantisce cibo, acqua pulita, ripari sicuri e risorse, fondamentali per la nostra sopravvivenza.
Tuttavia, questo fragile equilibrio è oggi a rischio a causa della nostra presenza e delle nostre attività umane. L'aumento del nostro uso e consumo delle risorse naturali, più di quanta la Terra possa produrne, sta mettendo in pericolo l'intera sopravvivenza del Pianeta. Abbiamo sovra sfruttato gli oceani, distrutto foreste, inquinato le nostre risorse d'acqua e creato una vera e propria crisi climatica. 
L’inserimento di un riferimento in Costituzione nella Giornata mondiale della biodiversità e la sua presenza nel Pnrr fa ben sperare per l’Italia. L’articolo 9 della Costituzione in materia di ambiente è così riformulato: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina e modi e le forme di tutela degli animali”.
Gli scienziati ritengono che siamo di fronte ad una vera e propria estinzione di massa, causata dall’uomo e da un eccessivo sfruttamento delle specie (caccia, pesca, commercio illegale di piante e animali) e dalla distruzione degli habitat naturali per nuove infrastrutture e nuovi campi di agricoltura intensiva. Il cambiamento climatico, inoltre, sta aumentando i suoi effetti negativi sulla biodiversità.
Secondo la “lista rossa” dell’Unione Internazionale della Conservazione della Natura (IUCN), sono minacciati di estinzione 1200 mammiferi (il 26% delle specie), 1957 anfibi (41%), 1370 uccelli (13%) e circa 1000 insetti (0,5%). Anche la ricchezza della biodiversità italiana rischia di essere perduta irrimediabilmente a causa della distruzione degli habitat, l’invasione di specie aliene, le attività agricole, gli incendi, il bracconaggio, i cambiamento climatici. Secondo i dati ambientale di ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, le specie minacciate di estinzione sono oltre 160, il 28% delle specie valutate.
Per il rapporto “Biodiversità a rischio 2021” di Legambiente, osservati speciali sono l’Appennino e il Mar Adriatico. Siamo nel decennio cruciale, ricorda l’associazione ambientalista, 2021-2030, per invertire la rotta e fermare questa perdita mettendo al centro delle future strategie nazionali e internazionali quelle otto grandi transizioni evidenziate nell’ultimo Global Biodiversity Outlook (le terre e i boschi, le acque dolci, la pesca e gli oceani, l’agricoltura, i sistemi alimentari, le città e le infrastrutture, l’azione per il clima, la salute. Una messa a fuoco più ampia, avverte lo studio, nei confronti della sostenibilità, fa capire meglio i fattori comuni che possono influire nei cambiamenti fondamentali nelle istituzioni, nella governance, nei valori e nei comportamenti che sono essenziali per dar luogo a quelle transizioni”). Il nostro Paese è caratterizzato da un patrimonio di biodiversità tra i più significativi in Europa, sia per numero totale di specie animali e vegetali, sia per l’alto tasso di endemismi.
Nello specifico, l’Appennino, oltre ad essere un importante corridoio ecologico, rappresenta un hot spot di biodiversità della Penisola. In questo cuore verde si concentrano diverse specie di flora appenninica che godono di un alto grado di tutela e conservazione grazie anche alla presenza di importanti Parchi nazionali. Le principali minacce per questo eccezionale habitat, oltre al cambiamento climatico, sono rappresentate dagli incendi, dal pascolo incontrollato e da sovraffollamenti turistici localizzati. Per quanto riguarda il Mar Mediterraneo, esso ospita tra il 4 e il 18% di tutte le specie marine viventi sul nostro Pianeta. Attualmente è una della aree maggiormente interessate dal fenomeno del marine litter nel mondo, con grave rischio della biodiversità, in particolare per le specie in pericolo, come tartarughe marine, squali filtratori e balenottere. Inoltre, una larga percentuale (il 75%) di tutti gli stock ittici del Mediterraneo è sovra sfruttata e questo impone ulteriori sforzi per garantire la sostenibilità delle risorse ittiche a lungo termine. Preoccupa, in particolare, la situazione dell’Adriatico, con il 90% degli stock ittici sovra sfruttati.
In Italia, secondo Coldiretti, nel secolo scorso si contavano 8 mila varietà di frutta, mentre oggi si arriva a poco meno di 2 mila e di queste bel 1500 sono considerate a rischio di scomparsa per affetto dei moderni sistemi di distribuzione commerciale che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell’offerta. Un pericolo per produttori e consumatori per la perdita di un patrimonio alimentare, culturale e ambientale del Made in Italy, ma anche un attacco alla sovranità nazionale e alla biodiversità. Sempre secondo l’associazione dei coltivatori, nel testo del Recovery Plan la parola “biodiversità” compare bel 27 volte. “Un’attenzione che risponde alle richieste di oltre 4 italiani su 10 che ritengono necessario un intervento urgente dello Stato a tutela della biodiversità”.
Speriamo che le troppe inutili “Battaglie politiche” non distolgono del tutto, dal grave impegno della Biodiversità.
 

Maria de falco Marotta
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