) POLITICHE FAMILIARI, QUALE FUTURO? 2) È NATO IL MINISTERO DELLA FAMIGLIA

1) POLITICHE

Durante la campagna elettorale appena conclusa abbiamo sentito parlare spesso di nuove politiche a sostegno della famiglia; ora che sta per nascere un nuovo Governo qual è lo scenario che si prospetta? Proviamo a fare il punto della situazione.

Un bambino nei primi 5 anni di vita aumenta i costi della coppia del 20%. Solo per nutrire e vestire un figlio fino a cinque anni servono almeno 250 euro al mese ma, a questa cifra base, va necessariamente aggiunto il costo di “accrescimento’, il costo cioè del tempo e dell’impegno che i genitori destinano all’educazione della prole E se con un solo figlio questo costo ha un peso limitato diventa invece determinante a partire dal 3° figlio; non è un caso che la maggior parte delle donne con 3 figli rinuncino al lavoro per occuparsi della prole a tempo pieno. Questo anche perché per le donne italiane conciliare lavoro e figli è ancora un’impresa complicata. Insomma oggi mettere su una famiglia numerosa sembra un atto eroico, una scelta che non merita di essere sostenuta e il cui peso debba ricadere necessariamente sui genitori. Le conseguenze negative in termini di bassa natalità sono ormai sotto gli occhi di tutti. L’attuale regime fiscale è stato più volte condannato dalla Corte Costituzionale per la sua iniquità nei confronti della famiglia e, se le parole della campagna elettorale avranno qualche seguito, dovrebbero esserci dei cambiamenti. Quali ancora non si sa bene, le possibilità sono varie; esaminiamole.

Il sistema dei bonus

E’ il sistema che è stato prediletto dal passato Governo. L’ultimo bonus varato è stato quello per i nuovi nati; semplicizzando si è trattato di attribuire bonus di circa 1.000 euro alla nascita del 1° e/o del secondo figlio per le famiglie con reddito inferiore ai 50.000 euro. In passato il sistema dei bonus era stato adottato relativamente ai libri di testo scolastici.

Una misura ‘una tantum’ che non guasta ma che non ha reale capacità di incidere sulla scelta di fare figli e dunque non risolve il problema della bassa natalità.

La ‘family card’

È una delle soluzioni attualmente sostenuta dal centro destra. Si tratterebbe di una “carta per le famiglie” comprendente dei benefit, comprese riduzioni fiscali decise regione per regione e un incentivo per le famiglie regolari. Un sistema probabilmente più completo del semplice bonus ma la cui effettiva utilità si potrà vedere solo nel momento in cui i ‘benefici’ saranno delineati in modo chiaro.

La politica dei servizi

Più asili nido a prezzo accessibile, lotta alle liste d’attesa e rette meno care; questo è l’obiettivo di quelle parti politiche che, sia a destra che a sinistra, contano di aiutare la famiglia attraverso l’offerta di servizi per l’infanzia. Soprattutto nel meridione dove sono particolarmente carenti.

Una soluzione di certo positiva ma che predilige a priori la scelta di delegare la cura dei figli piuttosto che quella di facilitare la cura dei bambini almeno fino almeno a 3 anni di vita da parte dei genitori, soluzione che viene invece offerta attraverso un’ampia gamma di facilitazioni in altri paesi europei.

La soluzione che riteniamo preferibile, anche in base agli studi presentati dal Cnr nell’ultima giornata internazionale della Famiglia, rimane quella del Quoziente familiare, un meccanismo fiscale già sperimentato con successo in Francia. Grazie a questo sistema il punto di riferimento fiscale non è più l’individuo che percepisce il reddito ma la famiglia in tutta la sua composizione, così che oltre al reddito sia considerato il contesto economico di riferimento. In sostanza con questo sistema le imposte saranno calcolate in base anche al numero dei figli.

2) È NATO

Grande entusiasmo da parte del Moige per l’istituzione del Ministero della famiglia. “La famiglia, per il suo particolare rilievo costituzionale e per il suo peso sociale, merita di avere un referente privilegiato nel Governo – dice Maria Rita Munizzi, presidente del Moige – E’ dunque un segnale positivo e significativo il fatto che si sia voluto istituire il ministro per la famiglia, di cui prima si sentiva la mancanza”. La speranza è che finalmente possano avere inizio interventi strutturali nella normativa, non più generici e assistenziali. “Ce bisogno di ridare fiducia alle famiglie e di incentivare le nascite – conclude la Munizzi -. Ma questo sarà possibile solo se la famiglia oltre che oggetto sarà anche soggetto della politica e per questo ci auguriamo che il nuovo ministro voglia ascoltare le realtà sociali che sulla famiglia e con le famiglie lavorano da anni”.

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