Via l'ecomostro sulle Orobie

Albosaggia - Campelli. Resti degli impianti sciistici abbandonati 35 anni fa

Un vero e proprio ecomostro situato nell’area di un maggengo con prati ben tenuti, boschi rigogliosi e numerose abitazioni stagionali, a 1300 metri di quota: ai Campelli, nel comune di Albosaggia, chiunque può vedere ciò che rimane di due ski-lift e di una struttura adibita a ristoro abbandonati nel 1983. Una macchia da togliere in una zona molto frequentata che attendeva il progetto giusto e, soprattutto, il bando specifico a cui attingere i soldi necessari. Grazie all’impegno del Parco delle Orobie Valtellinesi, al sostegno del Comune e al contributo della Regione Lombardia, le strutture fatiscenti che deturpano il paesaggio verranno eliminate, l’area bonificata e recuperata dal punto di vista ambientale. L’intervento è stato presentato stamattina presso la sede del Parco delle Orobie Valtellinesi, ad Albosaggia, alla presenza del presidente Walter Raschetti, del coordinatore Claudio La Ragione, del consigliere del Parco e sindaco di Cedrasco Nello Oberti, del sindaco di Albosaggia Graziano Murada e dell’assessore alla Montagna Vittorio Ruttico. «Il problema ci era ben noto da tempo - ha esordito il presidente Raschetti - e non appena si è presentata l’opportunità offerta dal bando per il recupero delle zone degradate abbiamo presentato il progetto. Grazie a questo intervento potremo riqualificare un’area posta all’interno della Rete europea Natura 2000 denominata “Valle del Livrio” molto frequentata tutto l’anno per trekking, escursioni e sci alpinismo». Soddisfatto il sindaco Murada, che ha ringraziato il Parco per la sensibilità dimostrata: «Questa è una bruttura che ci ha sempre dato molto fastidio - ha detto -, troppo evidente per essere ignorata ma anche per programmare un intervento che richiede un ingente investimento. Il Parco si è fatto carico di questo problema che sarà presto risolto: un passaggio fondamentale per la nostra candidatura ad ospitare le gare di sci alpinismo alle Olimpiadi del 2026». L’impianto di risalita dismesso, costruito alla fine degli anni Sessanta, deturpa il contesto ambientale e pone una serie di problematiche legate alla stabilità delle strutture, alla presenza di rifiuti e di materiali inquinanti. La rimozione dei 12 piloni e dello stabile fatiscente, con il conseguente recupero delle aree interessate, consentirà di estendere gli habitat di interesse comunitario di cui la zona è priva, eliminando la discontinuità oggi esistente a causa della presenza ingombrante dei vecchi manufatti. La rinaturalizzazione restituirà la piena fruibilità dei luoghi. Il contributo regionale consentirà inoltre al Parco delle Orobie Valtellinesi di eseguire altri interventi di manutenzione: lungo l’Alta via della val Tartano, sul sentiero in località Garzino, a Bema, nelle aree di sosta e sui percorsi in val Cervia, nel comune di Cedrasco. 

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